In ogni caso, si tratta di una situazione particolarmente fastidiosa, che viene provocata essenzialmente da una mancanza di saliva.
Si tratta di un deficit che può andare a modificare la percezione dell’usuale sapore che caratterizza i cibi, ma anche comportare delle difficoltà nella fonazione e aumentare il pericolo della formazione di carie ai denti. La saliva, infatti, ha la particolare funzione di provvedere al tamponamento dell’acidità della bocca e al suo interno si trovano tutta una serie di sostanze che svolgono un’attività tipicamente antimicrobica.
La bocca secca o xerostomia può causare tutta una serie di difficoltà legate alla deglutizione, mentre di solito i processi digestivi non ne vengono attaccati in modo particolare.
Quali sono i principali sintomi
La secchezza delle fauci può durare qualche giorno o anche solamente poche ore. Nel caso in cui abbia uno stretto legame con uno stato di nervosismo, allora può avere anche una durata di diversi giorni, visto che provoca una vera e propria alterazione delle funzioni che vengono svolte dalle ghiandole salivari. Nel momento in cui presenta una durata che va oltre qualche giorno e si protrae anche per qualche settimana, allora rappresenta un segnale di una vera e propria malattia.
Tra i sintomi maggiormente frequenti che sono correlati con la xerostomia troviamo sicuramente una saliva molto viscosa e la bocca pastosa, ma anche le labbra screpolate, così come la formazione di ulcere sulle cavità interne per colpa di alcuni movimenti relativi alla bocca in mancanza di un’adeguata lubrificazione e, infine, anche delle infezioni che vanno a colpire il cavo orale e la lingua.
Tra gli altri sintomi che sono associati a tale condizione possiamo trovare sicuramente anche le carie dentali e alitosi, che si sviluppano per colpa dell’assenza di enzimi salivari che svolgono un’attività tipicamente disinfettante.
Quali sono le cause più diffuse
La secchezza della bocca si può considerare, nella maggior parte dei casi, un fenomeno normale, ovvero che può capitare tante volte. In alcuni casi deriva da una lieve disidratazione che viene provocata dall’eccessiva sudorazione, oppure dal fatto che non si beve tanto quanto viene raccomandato oppure anche da un consumo eccessivo di bevande alcoliche piuttosto che di cibi eccessivamente salati. In condizioni normali, tra l’altro, le ghiandole salivari si caratterizzano per produrre e secernere qualcosa come oltre un litro di saliva ogni giorno.
La secchezza delle fauci può derivare anche da degli effetti collaterali legati all’assunzione di certi farmaci.
In questi casi, fare un elenco dei medicinali che possono provocare tale disturbo è davvero sconsigliato, visto che sono molti i medicinali che hanno tale problema tra i possibili effetti collaterali: tra gli altri, troviamo i farmaci utilizzati per la cura della depressione, per il trattamento del morbo di Parkinson, dell’ansia, dell’obesità, dell’incontinenza urinaria e del cancro, così come i narcotici, miorilassanti, antipertensivi, antidiarroici e antistaminici. In altri casi la xerostomia deriva da un consumo eccessivo di sigarette, così come dal parlare o cantare per troppo tempo, ma anche per via dell’abuso di sostanze stupefacenti.
Vi sono anche delle origini patologiche di tale disturbo, tra cui troviamo sicuramente le ostruzioni nasali, ma anche il diabete, la sindrome di Sjogrens, gli orecchioni e la fibrosi cistica.
Come si arriva ad una diagnosi
Per quanto riguarda la diagnosi di secchezza della bocca sarà compito del medico piuttosto che del dentista occuparsi di valutare con estrema cura e attenzione i precedenti clinici del paziente, ma soprattutto i sintomi che vengono avvertiti. Un esame approfondito della cavità orale, così come la palpazione sia del collo che delle guance, insieme magari a dei test diagnostici piuttosto che alle analisi del sangue, possono senz’altro rappresentare un corretto percorso per arrivare ad una diagnosi precisa.
In realtà, esiste anche quella che viene chiamata diagnosi fai da te, ovvero si può controllare già direttamente in casa se si ha la bocca secca o meno: si può provare a ingerire dei cracker piuttosto che del riso secco e nel caso in cui si dovessero riscontrare delle difficoltà sia nella masticazione che nella deglutizione, allora ciò significa che tale problematica è effettivamente presente.
Quali sono i principali trattamenti
Non in tutti i casi c’è la possibilità di rimuovere alla radice la causa che ha provocato tale disturbo, ma in ogni caso si persegue comunque l’obiettivo di ridurre il più possibile i sintomi. Ovviamente ci sono diversi medicinali che possono essere utilizzati per il trattamento di tale patologia e sono legati in modo molto stretto alla precisa diagnosi a cui è giunto il medico.
Nel caso in cui si siano sviluppate delle infezioni di tipo virale, batterico o fungino, allora di solito la terapia sarà a base di farmaci antifungini, antibiotici o antivirali, che dovranno essere comunque usati in associazione con colluttori specifici a ph neutro e senza alcol.
Per quanto riguarda la presenza di malattie di tipo autoimmunitario, come ad esempio fibromialgia, il trattamento dei sintomi prevede l’impiego di gel che vanno a sostituire l’attività della saliva, dal momento che presentano al loro interno degli enzimi salivari molto importanti. Nel caso in cui la xerostomia sia legata ad un malfunzionamento organico, allora il trattamento sarà correlato alla riduzione dei sintomi dolorosi.
Allora la dieta che viene seguita dal paziente riveste un’importanza notevole, dal momento che non si devono consumare gli alimenti che contengono un elevato quantitativo di grassi o che possono essere indigesti, mentre i pasti si devono consumare di frequente e non devono essere troppo abbondanti.
Nelle malattie che vanno a colpire le ghiandole salivari, così come nella sindrome di Sjogren, si consiglia spesso di adottare una terapia a base di pilocarpina. Si tratta di un estratto naturale di una pianta che si può impiegare in modo efficace anche come collirio per il trattamento della secchezza oculare, ma si può utilizzare anche per via orale, andando ad azionare la diffusione di acetilcolina, ovvero un neurotrasmettitore che gestisce anche lo stimolo della secrezione delle ghiandole salivari.