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Uno studio americano condotto sulle scimmie Rhesus conferma quel che era già nella mente di molti analisti internazionali: mangiare meno in modo strutturale è un toccasana per il nostro corpo, e la dieta ipocalorica sembrerebbe allungare la vita, allontanando l’incubo di malattie legate all’invecchiamento, come l’Alzheimer o il cancro.
I risultati, pubblicati sull’ultimo numero della rivista Nature Communications, segnalano pertanto che rispetto alle scimmie a cui viene fatta seguire una dieta ipocalorica, le altre che possono mangiare a volontà hanno mostrato un rischio di morte pressochè triplicato rispetto alle prime, e un rischio di malattie legate all’invecchiamento che è altrettanto aumentato in misura quasi tripla.
Già nel corso del recente passato era d’altronde stato dimostrato che un regime alimentare ipocalorico sarebbe in grado di allungare la vita in molti animali come insetti, lieviti e topi: il fatto che il risultato sia ora stato efficacemente dimostrato su animali molto più simili all’uomo denota un buon livello di avanzamento nel lungo studio, aprendo nuovi scenari per l’individuazione di un elisir di lunga vita tra gli esseri umani.
Per il momento, la ricetta applicata sulle scimmie è questa: ridurre l’importo calorico del 30% mantenendo una dieta bilanciata. Facile, no?
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