Per limitare i danni e i rischi cardiaci si può fare affidamento sulla vitamina D. A sostenerlo a gran voce sono i risultati presentati all’American College of Cardiology, secondo cui bassi livelli di vitamina D sarebbero associabili al maggior pericolo di insorgenza o di gravità delle malattie che riguardano la circolazione del sangue e il cuore.
Una ricerca condotta dall’Università del Piemonte Orientale, in particolar modo, ha campionato la vita di 1.484 pazienti, osservando come un forte calo di vitamina D nel 70,4% del campione affetto da malattia coronarica, che ha conseguito un incremento della gravità della malattia di almeno il 30%.
In altri termini, più si abbassavano i livelli di vitamina D, e più aumentavano i tassi di arteriosclerosi coronarica, per livelli doppi rispetto ai pazienti con vitamina D “normali”.
Ne consegue che una dieta a base di alimenti che contengono ricche quantità di vitamine D potrebbe essere preferita: la vitamina D si trova in alimenti come il pesce, le uova, alcuni tipi di latte e olio di fegato di merluzzo. In buona parte, inoltre, la vitamina D viene trasmessa dai raggi solari, che pertanto rappresentano un elemento fondamentale nella salute umana, se assunti con moderazione.