Ora gli scienziati affermano che la pillola per la disfunzione erettile non fa solo bene alla vita sessuale, ma fa bene al cuore. In camera da letto, il Viagra consente un maggiore afflusso di sangue al pene. Ma nel cuore, la “piccola pillola blu” può prevenire l’ispessimento del muscolo cardiaco e l’insufficienza cardiaca in fase iniziale, secondo la ricerca. Il principio attivo del Viagra è il citrato di sildenafil, che è un inibitore della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5i). L’inibitore blocca l’enzima PDE5, che impedisce il rilassamento del tessuto muscolare liscio. I ricercatori hanno analizzato studi randomizzati che erano stati pubblicati tra gennaio 2004 e maggio 2014, scegliendo 24 che coinvolgevano popolazioni miste di pazienti trattati con PDE5i o un placebo. PDE5i è stato somministrato a uomini che avevano disturbi cardiovascolari, ma che non soffrivano necessariamente di impotenza sessuale.
Mentre la ricerca dimostra un legame tra gli inibitori della PDE-5 e il beneficio cardiaco, gli autori sottolineano che i risultati non provano che questi farmaci causino un miglioramento della salute del cuore. Sarebbero necessari studi clinici su larga scala per stabilire una tale relazione di causa ed effetto. A differenza degli studi precedenti, la ricerca attuale ha rilevato che i soggetti che assumevano le dosi più elevate di farmaci per la DE avevano tassi significativamente più bassi di crisi cardiovascolari rispetto a quelli che assumevano le dosi più basse.
Nel 1989, gli scienziati britannici hanno testato il citrato di sildenafil come farmaco per il trattamento dell’ipertensione e dell’angina. Negli anni ’90 nelle prime prove del farmaco, i ricercatori hanno notato un interessante effetto collaterale: un aumento delle erezioni. Nel 1996, la società farmaceutica Pfizer lo brevettò come Viagra e in soli due anni i medici avevano ordinato più di 40.000 prescrizioni del nuovo farmaco miracoloso. Studi precedenti hanno suggerito che il Viagra e altri inibitori della PDE5 possono avere benefici per l’insufficienza cardiaca diminuendo la resistenza dell’arteria polmonare e fornendo effetti cardioprotettivi in ambienti con basso flusso sanguigno.
Il piccolo calo della pressione sanguigna associato a questi farmaci può avere effetti protettivi nel tempo e ridurre parte del carico di lavoro del cuore e ridurre la tendenza a sviluppare l’aterosclerosi. alcune ricerche suggeriscono che questi farmaci possono anche proteggere le cellule cardiache dal basso flusso coronarico o ridurre l’infiammazione. Poiché gli inibitori della PDE-5 sono comunemente usati per trattare l’ipertensione polmonare sia negli uomini che nelle donne, gli scienziati vorrebbero che la ricerca futura valutasse questi farmaci nelle donne e negli uomini senza DE.