La terapia ha come obiettivo quello di ridurre lo stato infiammatorio che ha colpito i vasi sanguigni. Al tempo stesso, chiaramente, si mira anche a rendere migliore lo stato degli organi che sono coinvolti.
La diagnosi di questa patologia avviene mediante anamnesi, con un esame obiettivo generale e alcune analisi di laboratorio. Tra queste ultime troviamo sicuramente gli esami del sangue e quelli delle urine. Le analisi del sangue devono essere effettuate nel momento in cui in cui la vasculite sia in una fase attiva. Nella gran parte dei casi i risultati che ne derivano consentono di individuare i tipici segnali dell’infiammazione. Quindi, si riscontrerà un incremento della proteina C-reattiva, della conta piastrinica e dei globuli bianchi, nello specifico degli eosinofili. Inoltre, il paziente avrà anche un’alta velocità di sedimentazione eritrocitaria e anemia. L’analisi delle urine, invece, permette di riscontrare potenziali anomalie. Ad esempio, consente di individuare ematuria e proteinuria, quando la vasculite va ad attaccare i reni. Un’altra conferma della presenza della vasculite si può avere eseguendo un test immunologico. Si tratta di analisi che consente di individuare alti quantitativi di anticorpi anti-neutrofili citoplasmatici. Al tempo stesso permettono di riscontrare anche lo sviluppo di immunocomplessi.
Può essere utile anche la diagnostica per immagini
Le tre tipologie più importanti di vasculite sono la sindrome di Churg-Strauss, la poliangioite microscopica e la granulomatosi di Wegener. Ci sono anche altre forme: si tratta della patologia di Behçet e delle vasculiti cerebrali primarie. In quest’ultimo caso, però, non sono correlate con anomalie di particolari valori ematochimici. Quando ad essere attaccate sono le arterie di maggiori dimensioni, come ad esempio l’aorta e le varie diramazioni, possono essere utili anche altri esami. Ad esempio, possono essere prescritte una tomografia computerizzata, radiografie o risonanze magnetiche. L’angiografia permette di riscontrare delle tipicità dell’infiammazione nei vasi sanguigni che sono stati colpiti.
La cura
Come si può facilmente intuire, la terapia è essenzialmente legata alla tipologia di vasculite che attacca i vasi sanguigni. Molto dipende anche dallo stato di salute complessivo del paziente e dagli organi che sono coinvolti. Quando il trattamento viene iniziato immediatamente, allora c’è la possibilità di evitare la formazione di danni permanenti. Qualche forma di vasculite presenta una caratteristica auto-limitante. Per questa ragione i miglioramenti possono essere anche spontanei. Altre tipologie di tale condizione, invece, necessitano di un adeguatamente trattamento. La cura è spesso farmacologica e ha come obiettivi quello di bloccare l’infiammazione e sopprimere il sistema immunitario.
L’uso degli steroidi e la terapia farmacologica
La cura di un gran numero di forme di vasculite prevede l’assunzione di un farmaco corticosteroide. Si tratta, ad esempio, del metilprednisolone o del prednisone. Questo medicinale è in grado di garantire una diminuzione del processo infiammatorio. Sia il dosaggio che la durata del trattamento chiaramente sono legati alla tipologia di vasculite in atto. In alcuni casi si possono verificare anche gravi effetti collaterali. In modo particolare, questi ultimi possono insorgere quando la durata dei trattamenti a base di farmaci corticosteroidi è piuttosto lunga. Tra i più diffusi effetti collaterali troviamo un incremento di peso, diabete e una riduzione dello spessore delle ossa. Dal punto di vista farmacologico, ci sono anche medicinali che hanno il compito di tenere sotto controllo il sistema immunitario. Si tratta dei farmaci citotossici, che vanno a svolgere la loro azione soppressiva sulle cellule del sistema immunitario che provocano lo stato infiammatorio.
I medicinali più usati
Tra i vari medicinali troviamo ciclofosfamide e azatioprina. Nel corso degli ultimi anni sono stati lanciati anche farmaci innovativi per la cura di altre patologie autoimmuni e infiammatorie. Tra gli altri, troviamo sicuramente il rituximab, che ha ricevuto anche l’approvazione per la cura di granulomatosi e poliangite. In alcuni casi, soprattutto quando l’infiammazione colpisce anche alcuni organi, ci può essere la necessità di un intervento chirurgico.
Approfondimenti e credit
- Malattie Reumatiche. M. Galeazzi, R. Marcolongo; Ed. Piccin; 2013
- UNIREUMA: Reumatologia Medica. Ed. Idelson-Gnocchi; 2018
- Harrison Principi di Medicina interna. Dennis L. Kasper Anthony S. Fauci Dan L. Longo Stephen L. Hauser J. Larry Jameson Joseph Loscalzo; Ed. Ambrosiana; 2016