Una tenia, o verme solitario, è un parassita che può vivere e nutrirsi nell’intestino umano, fino a raggiungere delle dimensioni davvero ragguardevoli. Quando la tenia si lega alle pareti del nostro intestino si può parlare, in termini medici, di “infezione da tenia”, che, nella stragrande maggioranza dei casi, provoca negli individui sintomi spesso lievi, tra i quali annoveriamo il mal di stomaco e la diarrea. Le cisti larvali, esemplari giovani di questo parassita, possono causare gravi malattie se si stanziano nel cervello, nel fegato, nei polmoni, nel cuore o negli occhi di una persona. Per fortuna le infezioni causate dalla presenza del verme solitario sono facilmente trattabili con l’uso di farmaci di tipo antiparassitario, ma esistono altri medicinali particolarmente utili nell’alleviare i sintomi causati dal problema.
Come si entra in contatto con una tenia?
Le uova di questo famoso parassita tipicamente entrano nel nostro organismo attraverso gli animali, o meglio, attraverso il cibo che noi ricaviamo dagli animali, e nello specifico quando ci nutriamo di alimenti poco cotti o totalmente crudi. Il verme solitario non può vivere liberamente da solo, e per sopravvivere ha necessariamente bisogno di un organismo vivente che lo ospita e che gli permetta di nutrirsi e crescere. La tenia vive, nello specifico, all’interno dell’intestino degli animali, compresi gli esseri umani, ed ecco perché purtroppo ci colpisce. Gli esseri umani possono anche contrarre la tenia se entrano in contatto con feci animali o acqua contaminata, e dunque non solo attraverso l’assunzione di cibo “infetto”.
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Parliamo delle cause principali di questo tipo di infezione
La maggior parte delle persone che sviluppano la tenia lo fa dopo aver ingerito le uova di questo parassita, e ciò può avvenire in vari modi. I metodi comuni di trasmissione includono: l’ingestione di uova attraverso il cibo, l’assunzione di acqua infetta, o a causa di un terreno contaminato. Se un animale ospite, come un maiale, ha una tenia, segmenti del verme o delle sue uova possono essere presenti nelle feci del suino, che appunto possono “inquinare” il suolo con le larve del parassita. Le uova si schiudono in larve e si fanno strada nell’intestino, o fuori dall’intestino, dove possono infettare anche altri organi del nostro corpo. Questo tipo di infezione è più comune con le tenie che provengono da maiali infetti, si riscontrano infatti molti meno casi che riguardano infezioni procurate da pesce crudo o da animali come i manzi.
Tra i vari esemplari di tenia, solo quella “nana” può essere trasmessa da un essere umano ad un altro, ed è in grado di sopravvivere insieme all’organismo che la ospita per tutta la vita. Stando alle varie ricerche compiute in merito negli ultimi venti anni sono proprio le infezioni da tenia nana quelle più comune a livello globale negli esseri umani.
I sintomi principali
Molte persone che hanno una tenia non manifestano sintomi e non sono consapevoli di ospitarne uno. Infatti, spesso, questo disturbo non provoca dei sintomi evidenti e visibili, nemmeno un cambiamento nelle feci dell’individuo che ospita il parassita. Se sono presenti segni e sintomi, questi spesso includono stanchezza, dolore addominale, perdita di peso e diarrea. I sintomi variano a seconda del tipo di tenia e possono includere anche: la presenza di uova, larve o segmenti del verme solitario presenti nelle feci, forti dolori a livello addominale, vomito, nausea, una generale sensazione di debolezza fisica e muscolare, vertigini, convulsioni, ecc.
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Esistono delle complicazioni?
Il rischio di complicanze dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di tenia che ci colpisce, e dal trattamento che si segue per affrontare il problema. La prima complicazione che vi presentiamo ha il nome di cisticercosi, se un essere umano ingerisce uova di tenia di maiale, esiste il rischio di infezione da larve. Le larve possono uscire dall’intestino, come accennato in precedenza, e viaggiare verso tessuti e organi in altre parti del corpo, provocando lesioni o cisti, spesso di dolorose e di grandi dimensioni.
Un’altra complicazione è la neurocisticercosi, questa risulta particolarmente pericolosa, e bisognerà prestare molta attenzione. Questa condizione particolare colpisce il cervello e il sistema nervoso dell’essere umano che ospita il parassita. La persona può avere mal di testa, problemi di vista, convulsioni, ed addirittura meningite. Purtroppo, in casi però per fortuna rari, questo disturbo può addirittura provocare la morte. L’ultima complicazione che presentiamo ai nostri lettori è l’echinococcosi, provocata dalla tenia dell’echinococco. Le larve lasciano l’intestino e viaggiano verso gli organi, più comunemente il fegato, dove vengono a crearsi grandi cisti, che esercitano pressione sui vasi sanguigni vicini e influenzano la circolazione. Nei casi più gravi, una persona può aver bisogno di un intervento chirurgico o addirittura di un trapianto di fegato per superare efficacemente il problema.
I principali trattamenti per affrontare le tenie
Il trattamento di un’infezione da larve di tenia, come più volte sottolineato in precedenza, è più complicato del trattamento di un’infezione da tenia adulta. Mentre la tenia adulta rimane nell’intestino, le larve possono depositarsi in altre parti del corpo e provocare numerosi danni al nostro organismo. Quando un’infezione da larve produce finalmente sintomi, il problema potrebbe in realtà essere presente nel nostro corpo anche da più anni. Per fortuna solo in casi rari questa infezione può essere letale, ed i trattamenti oggi esistenti hanno spesso grande successo nel debellare i parassiti.
I medici possono prescrivere farmaci per via orale ai pazienti, utilissimi per eliminare o dissolvere in via definitiva le tenie presenti nell’organismo. Il medico può anche consigliare alla persona di prendere alcuni lassativi per aiutare la tenia a uscire dal corpo attraverso le feci. Se l’infezione colpisce i tessuti al di fuori dell’intestino, il paziente dovrà invece assumere dei farmaci antinfiammatori per ridurre il gonfiore causato dallo sviluppo delle cisti. Le feci del paziente verranno controllate più volte durante tutto il periodo di trattamento, ma la cura farmacologica risulta efficace in oltre il 90% dei casi.