La sindrome del tunnel carpale è una malattia nervosa molto frequente tra gli esseri umani. Principalmente contraddistinta per un “tradizionale” dolore e intorpidimento della mano e delle dita, è una malattia che colpisce più le donne che gli uomini, e alcune categorie lavorative rispetto ad altre: l’incidenza è infatti riscontrata in maniera più diffusa negli addetti al settore della manifattura, dell’elettronica, del tessile, dell’alimentare, del calzaturiero, della pelletteria, e ancora tra i cuochi, gli addetti ai pubblici esercizi e gli addetti al confezionamento pacchi.
Manifestata soprattutto sulla mano “dominante”, cerchiamo di saperne di più e di comprendere come poterla curare!
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Cosa è il tunnel carpale
Iniziamo con il ricordare che il tunnel carpale è una struttura molto stretta (un vero e proprio tunnel!) posta nel polso: ai lati del tunnel troviamo le ossa del terminano nel polso, ovvero l’ulna e il radio. La parte superiore del tunnel è poi coperta da una banda spessa di tessuto connettivo chiamato “legamento traverso del carpo”. Il nervo mediano inizia invece dall’avambraccio raggiungendo la mano proprio attraverso tale tunnel, e conducendo pertanto la sensibilità alle dita (dal pollice a una parte dell’anulare, ma non al mignolo –ed ecco perché tra i sintomi del tunnel carpale non vi è il dolore all’ultimo dito!).
Perché soffriamo di questa sindrome
Introdotta come sopra, possiamo ricordare come la sindrome del tunnel carpale si verifica quando i tessuti circostanti i tendini flessori si gonfiano, determinando una compressione sul nervo mediano. Il gonfiore di questi tessuti (chiamati “sinovie”) restringe lo spazio destinato al tunnel carpale, determinando pertanto una sofferenza nel nervo. Di qui, la spiegazione della sindrome, causata dalla pressione sul nervo mediano, nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale.
Naturalmente, i fattori che possono contribuire allo sviluppo della sindrome del tunnel carpale sono numerosi. Si pensi al fattore ereditario, il più importanti di tutti, o ancora l’azione di lavori manuali, o lavori di precisione molto ripetitivi. Costituiscono altre determinanti anche i cambiamenti ormonali che sono legati alla gravidanza, il ristagno dei liquidi, l’età (la malattia si verifica più frequentemente nelle persone anziane), condizioni patologiche di base (diabete, artrite, ecc.), alcuni sport (bowling, tennis) e alcuni strumenti musicali (chitarra).
Come riconoscere la sindrome
La sindrome del tunnel carpale è preavvisata da una serie di sintomi piuttosto tipici. Tra i principali si ricorda l’intorpidimento, il formicolio e il dolore nella mano e nelle dita (ma non, come abbiamo avuto modo di vedere, nel mignolo), con una maggiore frequenza di notte rispetto al giorno. A volte i sintomi portano a percepire una sorta di scossa elettrica, principalmente nel pollice, nel dito medio e nell’anulare, e delle anomale sensazioni di dolore che a volte possono essere riflesse lungo il braccio, verso la spalla.
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Generalmente i sintomi compaiono molto gradualmente, senza che si siano subiti dei traumi nella mano. In un secondo momento i sintomi sono talmente evidenti che di notte aumentano, disturbando il riposo.
Durante il giorno invece i sintomi si manifestano quando si tiene qualcosa in mano, come un telefono o un libro, o alla guida della macchina. Scuotendo o agitando le mani, è possibile ridurre la sintomatologia.
Come scoprire se si è affetti dalla sindrome
Per scoprire se si è affetti dalla sindrome del tunnel carpale occorre cercare di condividere i sintomi con il medico e, successivamente, procedere a una serie di test fisici per verificare la debolezza dei muscoli intorno alla base del pollice. Viene inoltre effettuata una pressione sul nervo mediano al polso, con evocazione del formicolio e intorpidimento delle dita.
Successivamente, possono essere consigliati esami come il test elettrico della funzione del nervo mediano, l’elettromiografia, i raggi-x, e così via.
Come curare la sindrome del tunnel carpale
Diversi sono i trattamenti effettuabili sul tunnel carpale. Il trattamento non chirurgico è spesso efficace se la diagnosi viene effettuata precocemente, con cure senza dover intervenire con la chirurgia. Si suole utilizzare un tutor rigido durante la notte, per tenere il polso in posizione neutra e, eventualmente, utilizzare tali supporti anche di giorno. Farmaci semplici, antinfiammatori, possono inoltre contribuire ad alleviare il dolore.
Qualora non sia sufficiente, viene consigliata la decisione di sottoporsi a un intervento chirurgico. Una scelta che andrà valutata caso per caso con il proprio medico, anche al fine di evitare la comparsa di danni irreversibili. Una volta effettuato l’intervento, il decorso non desta grandi complicazioni (gli effetti indesiderati sono abbastanza rari). Seguirà anche l’utilizzo di tutori, e alcuni controlli per poter monitorare dolori, gonfiori e rigidità. Successivamente, la mano può essere utilizzata normalmente, riconducendola a sforzi solamente con gradualità. La sensazione di formicolio e intorpidimento può invece durare molto a lungo, anche per mesi, a seconda del grado e della durata della compressione del nervo mediano.