Il cancro del colon-retto viene provocato da una diffusione incontrollata delle cellule che si trovano all’interno della mucosa che va a rivestire quest’organo.
In alcuni casi si fa anche una vera e propria distinzione tra tumore del colon e tumore del retto, che rappresenta l’ultima porzione dell’intestino, dal momento che i sintomi e le modalità con cui insorgono possono anche essere notevolmente differenti.
Il miglior sistema per la cura del cancro al colon è quello di individuarlo il prima possibile, dal momento che quando si rileva in maniera precoce permette anche di avere una maggiore probabilità di guarire. Per questa ragione, sottoporsi agli esami fisici è davvero fondamentale, soprattutto in virtù del fatto che questa tipologia di tumore non comporta una sintomatologia apparente.
Quali sono i sintomi del tumore al colon
In gran parte dei casi i polipi non provocano alcun tipo di sintomo. Secondo le statistiche, solamente nel 5% dei casi possono causare delle perdite di sangue davvero modeste, che si possono individuare mediante un apposito esame delle feci per trovare quello che viene chiamato sangue-occulto.
Questo tipo di tumore insorge, nel 50% dei casi, all’interno del sigma, che rappresenta l’ultima porzione del colon, e all’interno del retto; nel 25% dei casi viene colpito il colon ascendente, mentre nel 20% dei casi il tumore va a colpire il colon trasverso o quello discendente.
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Anche se questi sintomi possono essere causati da altre condizioni patologiche è molto importante recarsi sempre dal medico per un controllo. I tumori del colon-retto sono più frequenti nelle persone di età superiore a 50 anni, mentre sono più rari nelle persone più giovani. Per tale motivo i sintomi descritti possono essere indicativi di altri disturbi.
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Nel momento in cui si procede con la diagnosi, qualcosa come 1/3 dei malati ha già sviluppato delle metastasi nel fegato o, in ogni caso, una buona percentuale di tali pazienti sarà soggetta a tale diffusione, dal momento che colon e fegato hanno una correlazione molto stretta per quanto riguarda la circolazione del sangue.
I sintomi possono variare da caso a caso e dipendono chiaramente da un gran numero di aspetti: prima di tutto dalla localizzazione del tumore, da quanto è diffuso, così come dal fatto che se ci siano in atto emorragie o ostruzioni. Per queste ragioni, di solito, i sintomi relativi al tumore possono essere oggetto di confusione con quelli di altre patologie all’addome o che vanno a colpire l’intestino.
Tra gli altri sintomi troviamo poco appetito e stanchezza diffusa, ma anche alcune manifestazioni di maggiore gravità, come ad esempio perdita di peso e anemia, che di solito vengono sottovalutati dal paziente, senza dimenticare stitichezza ostinata che si alterna con la diarrea che può certamente rappresentare il primo motivo di preoccupazione.
Quanto si può sopravvivere dopo la diagnosi di cancro del colon-retto
Per quanto riguarda questa tipologia di tumore, è importante mettere in evidenza come sia fondamentale sopravvivere nel corso dei primi anni dal momento in cui è stato diagnosticato il tumore, ovvero nel periodo in cui il pericolo di morire è chiaramente più alto. Per questo cancro del colon-retto la probabilità di sopravvivenza nel corso del primo anno successivo alla diagnosi è pari al 90%.
La sopravvivenza annuale incrementa con il trascorre del tempo che si calcola ovviamente dal momento della diagnosi, fino a raggiungere quasi il 100%. Secondo recenti statistiche, in media, dei pazienti che soffrono di tale tumore e hanno un’età che va da 45 a 64 anni, ha una probabilità annuale di sopravvivere ulteriori dodici mesi dopo che sono passati dieci anni dal momento della diagnosi è compresa tra 99 e 99,8%.
Nel momento in cui viene eseguita la diagnosi, l’aspettativa di vita del paziente è chiaramente minore rispetto ad una persona che non ha questa problematica.
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Polipi del colon e del retto. I polipi sono escrescenze anomale che crescono dal rivestimento dell’intestino crasso (colon o retto) e sporgono nel canale intestinale (lume). Alcuni polipi sono piatti (sessili), altri hanno un gambo (peduncolati).
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Quando la diagnosi, ad esempio, viene rilevata a 47 anni, di solito provoca una perdita di vita pari a circa 11,2 anni nelle persone di sesso femminile e 10,7 anni nelle persone di sesso maschile. Nel momento in cui la diagnosi avviene a 62 anni, la perdita di vita corrisponde a circa 6,3 anni per le donne e 5,8 anni per gli uomini.
In seguito a 5 anni dalla diagnosi, le persone di sesso femminile che sono state colpite dal cancro al colon devono fare i conti con una perdita dell’aspettativa di vita in confronto alle donne che hanno la medesima età, ma che non hanno tale patologia.
Cosa succede quando il colon è infiammato
Lo stato di infiammazione che va a colpire il colon viene chiamato colite. Si tratta di una condizione che può derivare da numerose cause, con dei sintomi piuttosto simili e una flogosi della mucosa intestinale.
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Questo importante esame diagnostico viene suggerito anche ai familiari di primo grado di pazienti con tumore del colon o con polipi adenomatosi (tumori ancora benigni), la cui asportazione arresta la trasformazione da polipo ad adenocarcinoma, che impiega 5-10 anni e fino a 30 anni.
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Tra i vari tipi di colite troviamo indubbiamente quella infettiva, in cui l’infiammazione deriva da batteri, virus e ulteriori microrganismi; la colite ischemica, provocato da una diminuzione dell’apporto vascolare fino al tratto intestinale; la colite ulcerosa, che è legata ad un’ulcerazione del colon, la cui causa non è ancora conosciuta, ma si pensa che sia legata al sistema immunitario; il morbo di Crohn, in cui l’infiammazione e le ulcerazioni vanno a colpire la parete del colon in modo alterno, la sindrome del colon irritabile, che può derivare spesso da numerose cause psicologiche, tra cui ansia, stress, depressione e così via.
Le terapie per il cancro del colon-retto
Nella maggior parte dei casi il trattamento corrisponde all’intervento chirurgico, che dovrà essere portato a termine in relazione alla localizzazione del tumore: quindi, si potrà scegliere tra un’operazione parziale oppure, nei casi di maggiore gravità., si dovrà procedere con una completa rimozione della porzione di colon o di retto che è stata colpita dal tumore.
In confronto alle operazioni demolitive che venivano eseguite fino a pochi anni fa, al giorno d’oggi gli interventi chirurgici per questi tipi di tumori hanno raggiunto una maggiore efficacia conservativa. Infatti, si procede alla stornia solo ed esclusivamente nei soggetti particolarmente anziani oppure in cui il pericolo di essere sconfitti dal tumore è molto alto: successivamente a tale intervento la riabilitazione fisica e psicologica sarà davvero fondamentale.
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Il peritoneo che lo riveste completamente forma il mesocolon, ampio ventaglio che lo fissa alla parete addominale posteriore. La parete del s. come tutto l’intestino è formata da una tonaca mucosa, una muscolare e una sierosa. La sua funzione è quella di permettere il passaggio delle feci dal colon verso il retto.
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Ad ogni modo, la radioterapia che precede l’operazione chirurgica, in certi casi, è in grado certamente di diminuire sia l’estensione che la dimensione del tumore, in maniera tale da poter preservare spesso l’orifizio anale naturale. Tra gli altri tipi di interventi chirurgici troviamo certamente la resezione di potenziali metastasi al fegato.
La chemioterapiat è molto importante sia nella patologia che si può operare sia quando il tumore si trova in una fase troppo avanzata per poter essere trattata con un intervento. La radioterapia, sia prima che dopo l’operazione, è in grado di garantire una riduzione delle ricadute, ma anche allungare la vita del paziente.
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Voci correlate
- Tumore
- FOLFIRI
- Polipo (medicina)
- Adenomatous Polyposis Coli
- Poliposi adenomatosa familiare
- Cancro colorettale ereditario non poliposico
- Sangue occulto
- Colonscopia
- Chirurgia del cancro rettale
- CEA-IgM