Sebbene siano limitati a casi fortemente minoritari, i trattamenti per la chioma che prevedono l’utilizzo di tinture possono generare arrossamenti, prurito, bollicine e – in alcune ipotesi più rare – anche problemi respiratori. Secondo quanto affermato da un recente studio condotto dall’Università della California, i problemi riguarderebbero circa il 4% di tutti i consumatori, allergici alle sostanze chimiche contenute nelle tinture per capelli.
“La reazione allergica alla tintura dei capelli” – dichiarava il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e docente di Dermatologia all’Università di Milano – “è un’evenienza frequente ed è dovuta soprattutto alla presenza di Parafenilendiamina nel composto della tintura. È questo il reagente che fa virare il colore dei capelli”. Per coloro che hanno la buona abitudine di consultare le etichette dei prodotti acquistati, la sostanze è contraddistinta dalla sigla PPD.
“Si è provato a sostituire la PPD con altri reagenti, ma quelli simili sono anch’essi allergizzanti e quelli differenti non funzionano nella reazione di tintura” – ha poi proseguito il professore – “Per fortuna nella maggioranza dei casi l’allergia si risolve in prurito e arrossamento del capillizio dopo la tinta”, mentre in ipotesi più rare si possono verificare “casi d’ipersensibilità elevata che portano a gonfiore dei linfonodi, a gonfiore di tutto il volto fino alla difficoltà respiratoria”.
Ecco perché diventa importante sottoporsi a dei test che permettono di comprendere se si sia o meno allergici alla Parafenilendiamina. Alcuni di questi test sono disponibili negli stessi saloni di bellezza: parlatene con il vostro parrucchiere per una maggiore serenità, e un miglior risultato!