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La tetraparesi spastica è un tipo di paralisi parziale che interessa i muscoli volontari di braccia e gambe e che è associata anche a determinati deficit di sensibilità. Il disturbo può compromettere la capacità di movimento in maniera parziale o totale. Questa patologia è la forma più grave di paralisi cerebrale. Le cause di questo disturbo possono essere diverse. Ovvero essere sia prenatali, quindi genetiche, che perinatali (quando c’è incompatibilità di Rh) e postnatali, derivate da traumi e infezioni.
Questa forma di paralisi si manifesta in maniera chiara entro il quinto anno di vita. La tetraparesi spastica viene classificata fra le forme piramidali delle paralisi cerebrali, con la emiplegia, l’emiplegia doppia, la quadriplegia e la diplegia.
La tetraparesi spastica ha come sintomo non solo la paralisi evidente dei muscoli volontari di gambe e braccia, ma è interessata anche da altri sintomi spiacevoli. Sono presenti infatti anche:
La condizione precisa del soggetto e i sintomi dipendono dal soggetto, sono diversi caso per caso. Nelle forme lievi il soggetto può sedersi e camminare, sebbene per brevi distanze. Nelle forme gravi possono esservi invece difficoltà anche per compiere semplici gesti di vita quotidiana. La diagnosi nei primi mesi è difficile perché taluni sintomi possono persistere, comparire o scomparire spontaneamente.
Le cause della tetraparesi spastica sono multifattoriali. Esse possono verificarsi in tre momenti:
Alla comparsa di sintomi e segni particolari è necessario contattare il medico per fare analisi precise e per applicare subito una terapia adatta. Di solito la tetraparesi spastica si diagnostica nell’infanzia, prima dei due anni di vita di solito, quando i genitori ed il pediatra vedono esservi problemi nello sviluppo del neonato. Nelle forme più lievi della patologia è possibile si arrivi anche ai 5-6 anni prima di capire il problema. Gli strumenti diagnostici a disposizione da fare sono la TAC, l’RMN e gli ultrasuoni. Una scoperta precoce della malattia permette una terapia più efficace, aumentando le possibilità che il piccolo raggiunga una maggiore indipendenza motoria.
Non esistono oggi cure specifiche per la cura della malattia, la terapia quindi è mirata alle cause della stessa e a migliorarne i sintomi per avere una migliore qualità di vita.
La prognosi dipende da numerosi fattori: dalla tempestività d’intervento, dalle cause che hanno portato al problema, all’età, allo stato di salute, alla gravità di paralisi e alla sua estensione. Nel 5% dei casi il paziente muore fra i 10 ed i 20 anni di età, per infezioni o per epilessia.
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