Lo streptococcus agalactiae è uno dei tanti tipi di batteri che popolano il nostro organismo, ed è presente in circa il venticinque percento della popolazione femminile mondiale, ma è ovviamente osservabile anche negli uomini. Il batterio si annida principalmente in due specifiche zone, il retto, ed i genitali, ma, nella stragrande maggioranza dei casi, non provoca nessun tipo di problema al corpo che lo ospita, ed è dunque silente. Dopo aver presentato in maniera generale lo streptococcus cerchiamo di capire meglio quando una eccessiva proliferazione del batterio può risultare pericolosa, quali sono le cause che portano allo sviluppo di questi microrganismi e come avviene la trasmissione da un individuo ad un altro.
Le principali cause della proliferazione batterica
Diciamolo subito, gli scienziati non sono ancora a conoscenza dei principali meccanismi che aumentano la proliferazione di questo batterio nell’organismo umano. Una eccessiva quantità di batteri nel nostro corpo da vita a vere e proprie infezioni, che anche in questo caso possono però continuare ad essere asintomatiche. Ciò che è però stato osservato da numerosi studi è che le infezioni da streptococco colpiscano principalmente le persone di età superiore ai sessantacinque anni, ma anche chi è obeso, o chi presenta una patologia cronica, ha un maggiore rischio di contrarre questo disturbo.
Stando agli esperti, infatti, la proliferazione di questi microrganismi cresce col diminuire delle difese immunitarie dell’individuo, ed è infatti un problema che spesso colpisce anche le mamme in dolce attesa. Questa è una questione spinosa e molto importante che approfondiremo di seguito all’interno dell’articolo. Prima di discutere dell’importanza dei controlli preparto, e prima di parlare dei rischi che il neonato potrebbe correre, osserviamo insieme come questo batterio riesca a contagiare le persone.
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Il contagio da Streptococcus Agalactiae e la gravidanza
Il contagio da questo batterio è a sua volta una grande incognita, per molto si è pensato che fosse possibile contrarre questi microrganismi anche attraverso rapporti sessuali non protetti, ma non esistono studi scientifici certi in merito. La tipologia di trasmissione più studiata, in quanto risulta essere anche quella più pericolosa, è quella tra madre e figlio durante la gravidanza. La madre infatti è in grado di trasmettere il batterio al bambino durante la nascita, questo potrà andare incontro a problemi anche molto seri quali difficoltà respiratoria, meningite, sepsi, ecc.
Purtroppo se non curata in tempo questa infezione può causare danni permanenti al piccolo, come cecità o sordità, e, in alcuni casi, inoltre, la presenza dello streptococcus può provocare anche la morte del feto. Il contagio può avvenire al momento del parto nel passaggio attraverso la vagina, quindi quando il bambino viene dato alla luce in maniera definitiva, oppure all’interno dell’utero, a partire dalle prime settimane di vita del feto. Proprio per questo motivo è fondamentale che le future mamme facciano degli esami appositi per osservare la presenza o meno del batterio all’interno del loro corpo. Ma cerchiamo di spiegare meglio in cosa consiste l’esame in questione.
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In cosa consiste l’esame?
Come appena asserito, gli esami che rivelano la presenza di questo batterio sono fondamentali per scongiurare problemi seri al bimbo, ma vediamo insieme in cosa consistono e quando andrebbero eseguiti. In genere questi esami vengono fatti direttamente dal proprio ginecologo di fiducia, che, indicativamente tra l’ottavo ed il nono mese, chiederà alla futura mamma di procedere con dei test mirati per rilevare lo streptococco. Il test consiste in un prelievo di sostanze dalla vagina e dal retto che avviene tramite l’ausilio di un comunissimo cotton fioc, ed il campione verrà poi fatto analizzare dai laboratori. Questo esame è assolutamente innocuo, e nessun tipo di fastidio verrà arrecato alla mamma ed al bimbo.
Ovviamente se le analisi danno esiti positivi bisognerà subito correre ai ripari per impedire che la salute del piccolo venga messa in pericoloso, e, solitamente, il medico prescriverà l’assunzione di antibiotici, necessari, questi, per diminuire la carica batterica nell’organismo materno, evitando così che il piccolo possa infettarsi. Gli antibiotici sono innocui per la madre ed il bimbo, e quello che comunemente viene prescritto in questi casi è la penicillina, che deve sempre essere somministrata da un medico per evitare inutili rischi.