Stranguria: quando urinare fa male, diagnosi e trattamento

Cos’è e come si tratta questo doloroso sintomo. Il termine stranguria è utilizzato in urologia, cioè il ramo medico che si occupa delle malattie dell’apparato urinario femminile e maschile e degli organi riproduttivi maschili, per andare a definire un sintomo molto fastidioso.

La stranguria è un sintomo che consiste nell’emissioni dell’urina a intervalli intermittenti, lenta e con la sensazione di bruciore e dolore, accompagnate da tenesmo vescicale ovvero con la contrazione dolorosa dello sfintere. Se non vi fosse il dolore si parlerebbe di disuria.

Il paziente emette urina quasi goccia a goccia e avverte dolore durante e dopo l’atto di urinare. Le persone affette da questo disturbo riferiscono un bruciore e dolore collocato precisamente nel dotto, cioè nell’uretra, attraverso sui passano le urine per essere espulse o nella parte prossima al meato urinario.

In base alla patologia che causa questo disturbo si può associare a sintomi differenti. In alcune situazioni la malattia può determinare anche un aumento della frequenza della necessità di urinare, senza che in realtà vi sia un aumento della quantità di urina (si parlerebbe di pollachiuria) oppure che si manifesti un intensificarsi dello stimolo nella notte (in questo caso di nicturia).

La stranguria si può distinguere tra:

  • stranguria iniziale: è così definita perché precede l’emissione di urina. È classica nelle cistiti che interessano il collo della vescica.
  • stranguria terminale: di solito accompagnata da tenesmo vescicale, ovvero quella sensazione fastidiosa di avere lo stimolo di urinare urgentemente subito dopo aver terminato di urinare. Questo disturbo è dovuto alla contrattura dolorosa del cosiddetto detrusore vescicale.

Causa principale della stranguria

La stranguria è un sintomo, quindi vi sono delle patologie alla base che la provocano. Le malattie associate a questo sintomo  possono essere diverse, ma fra tutte molto frequentemente si tratta di infezioni all’apparato urinario. In molti casi a causare la stranguria tuttavia è un’infiammazione dell’apparato genitale e delle basse vie urinarie (malformazioni, disfunzioni neurologiche) spesso determinate da batteri come Escherichia coli o in qualche casi Neisseria gonorrhoeae. Anche virus e agenti micotici possono causare queste infezioni.

Se l’infezione è localizzata nella vescica si parla di cistite, se invece interessa la parte alta dell’apparato si parla di pielonefrite. Mentre se è a carico dell’uretra di uretrite. Questo disturbo si associa in questo caso a pollachiura, alla presenza di sangue e di pus nelle urine, che diventano torbide e maleodoranti. Molti pazienti avvertono dolore all’addome, nella parte bassa. Le infezioni si accompagnano spesso anche a febbre.

Altre cause

Le altre malattie che provocano questo disturbo non sono necessariamente a carico dell’apparato urinario stesso, ma possono riguardare l’apparato genitale, l’intestino e in certi casi può anche trattarsi si malattie sistemiche. In qualche caso può anche trattarsi di un sintomo non connesso da patologie, ma conseguente a irritazioni da traumi meccanici (tipiche nel genere femminile), determinate da rapporti sessuali troppo intensi, tamponi vaginali, carta igienica. Anche irritazioni chimiche possono esserne causa, quindi l’utilizzo di prodotti inadeguati o di sistemi anticoncezionali esterni non tollerati. Anche alcuni farmaci potrebbero essere causa di questo disturbo, in alcuni soggetti, in particolare anticolinergici e antinfiammatori non steroidei.

Come anticipato vi possono essere altre cause patologiche, ognuna accompagna alla stranguria altri sintomi differenti. Cause:

  • calcoli ai reni: cioè in caso di formazione di agglomerati, precipitati o cristalli all’interno dei reni, ureteri oppure nella vescica.
  • tumori, patologie neoplastiche della vescica e della prostata: in associazione a pollachiuria, tnesmo vescicale, ritenzione urinaria, dovuta allo svilupparsi di masse nella vescica che impediscono il deflusso dell’urina.
  • Endometriosi: cioè quando il tessuto che riveste l’utero, l’endometrio, appare in tessuti diversi inopportunamente (nella vagina, nel peritoneo, nelle ovaie). In questo caso la stranguria si accompagna a dolore pelvico, dismenorrea, dispareunia, infertilità.
  • gonorrea: cioè l’infezione trasmissibile sessualmente a partire dal batterio Neisseria Gonorrhoeae. Si associano sintomi come rapporti sessuali dolorosi e negli uomini in particolare dolore alla zona bassa addominale, pollachiuria, perdite purulente dal meato urinario messo sulla parte in cima al glande.
  • ipertrofia della prostata anche benigna, si presentano sintomi come tenesmo vescicale, urgenza urinaria, incontinenza, infezioni batteriche ricorrenti alla vescica determinate da ristagno delle urine.
  • vaginite: infiammazione della vagina e in alcuni casi dei genitali esterni, accompagnata da stranguria, prurito, arrossamento e gonfiore, perdite vaginali, rapporti sessuali dolorosi.
  • candidosi dovuta al battere della Chlamydia trachomatis, accompagnata da febbre, pollachiuria, perdite muco purulente, simili a quelle della gonorrea, epidimite (infiammazione del testicolo, con gonfiore e dolore) e prostatite.
  • stenosi dell’uretra: cioè il restringimento dell’uretra causato da cicatrici oppure da cambiamenti dovuti a infezioni che impediscono il fluire fisiologico dell’urina. La stranguria si accompagna a pollachiuria, ritenzione delle urine, distensione della vescica, continue infezioni date da incompleto svuotamento vescicale.
  • prostatite, raramente: l’infiammazione della prostata, quindi in questo caso solo negli uomini, causata da un’infezione batterica alla ghiandola. In questo caso al disturbo in questione si associano febbre, dolore pelvico, continuo bisogno di urinare.
  • Orchite e coliche renali

Diagnosi e trattamento

La diagnosi del sintomo ovviamente è soggettiva, per diagnosticare invece il fattore scatenante è necessaria una visita medica in cui dopo aver fatto una visita e un colloquio con il paziente si mettono in evidenza eventuali altri sintomi.

La terapia per la stranguria è da connettere in modo sostanziale alla causa del disturbo, quindi alla patologia che determina questa difficoltà di minzione: neoplasie, prostatite, cistite etc. In tutti i casi non bisogna mai sottovalutare questo disturbo perché è sempre sintomo di qualcosa che non va, quindi i rimedi fai da te non sono contemplati. Meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Bibliografia e credit

  • Rugarli. Medicina interna sistematica. Estratto: Malattie del rene e delle vie urinarie. Claudio Rugarli, Andrea P. Stella; Ed. Edra; 2016
  • Wikipedia
  • Malattie dei reni. V. Andreucci, G. Fuiano, G. Conte; Ed. Idelson-Gnocchi
  • Biochimica clinica e medicina di laboratorio. M. Ciaccio, G. Lippi; Ed. Edises; 2017
medicionline.it

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