dottore a computer - Foto di Tima Miroshnichenko/pexels.com
La stenosi aortica si caratterizza per essere una malattia che va a colpire l’apparato cardiaco valvolare e che va a provocare una riduzione delle dimensioni e un blocco vero e proprio della valvola aortica, ovvero quella che tiene sotto controllo il flusso di sangue che va dal cuore fino a tutto il resto dell’organismo. La valvola aortica, che è stata ribattezza anche semilunare aortica, si caratterizza per riuscire a controllare il passaggio del sangue arteriosa, che proviene dal cuore e viene diffuso in tutto il resto del corpo. La valvola aortica si caratterizza per essere tricuspide, ovvero può contare su una struttura a tre lembi, che presentano una forma tipicamente semilunare. In una persona sana la superficie dell’orifizio valvolare è compresa tra 2,5 e 3,5 centimetri quadrati.
Ci sono ben tre tipologie differenti di stenosi aortica e tale classificazione si fonda principalmente sul punto in cui si trova l’ostacolo che non permette il normale flusso del sangue. Quindi si parla di stenosi aortica valvolare, che può derivare da una causa acquisita oppure da una causa congenita; inoltre, troviamo anche la stenosi aortica sottovalvolare, che deriva da una causa congenita oppure la stenosi aortica sopravalvolare, che viene provocata sempre da un motivo congenito. Le due cause che portano più spesso all’insorgere della forma acquisita sono una patologia reumatica e una degenerazione senile. Nel primo caso, tutto deriva da un’infezione di natura batterica, derivante da streptococco beta-emolitico di tipo A, che provoca un’infiammazione che causa proprio una deformazione della valvola aortica. Nel secondo caso, la degenerazione valvolare è frequente nelle persone anziane e viene provocata dall’accumulo di Sali di calcio nelle cuspidi, che a loro volta assumono una notevole rigidità, con una maggiore resistenza dell’apertura valvolare rispetto alla contrazione sistolica.
Nel momento in cui la riduzione delle dimensioni della valvola aortica si caratterizza per essere ancora piuttosto contenuta, il paziente non presenta dei sintomi che insorgono con evidenza. Il primo sintomo che può manifestarsi è quello di un soffio cardiaco lieve, che di solito insorge in seguito ad un esame stetoscopico. Nel momento in cui la riduzione del volume aumenta, il paziente presenta tre sintomi che sono tipici di tale patologia cardiaca valvolare: si tratta dell’angina pectoris, della sincope da sforzo e dalla dispnea da sforzo (ovvero una respirazione particolarmente complicata, che è anche il sintomo che si verifica con la maggior frequenza).
Nella maggior parte dei casi, questo tipo di stenosi può essere diagnosticato grazie a diversi esami: in primo luogo troviamo la stetoscopia, poi l’elettrocardiogramma, ma anche l’ecocardiografia, la radiografia toracica e il cateterismo cardiaco possono essere decisamente utili. La stetoscopia permette spesso di rilevare il primo sintomo, ovvero il soffio sistolico, che porta poi alla diagnosi di stenosi aortica. Questo particolare soffio della sistole avviene nel momento in cui il sangue passa mediante la valvola stenotica (che ovviamente ha dimensioni inferiori). Con l’elettrocardiogramma, invece, si può individuare l’ipertrofia e il sovraccarico sistolico del ventricolo sinistro. Con l’ecocardiografia, invece, c’è la possibilità di individuare delle anomalie che hanno colpito le cuspidi, un incremento dello spessore delle pareti ventricolari di sinistra, ma anche i valori di pressione tra aorta e ventricolo sinistro.
Prima di cominciare qualsiasi tipo di trattamento è fondamentale capire quanto sia grave la stenosi. L’operazione chirurgica, difatti, è sola via che si può percorrere che permette di risolvere questo tipo di problema. Anche se l’evoluzione tecnologica, nel corso di questi ultimi anni, è stata davvero importante, bisogna mettere in evidenza come, in fin dei conti, si tratti pur sempre di un intervento particolarmente delicato. Per questa ragione è importante giungere ad una diagnosi il più completa e dettagliata possibile. Tra le varie opzioni chirurgiche troviamo la valvultomia, in cui si va ad operare direttamente sulla valvola, anche se ormai è un intervento che non viene più utilizzato, se non in casi rari su dei bambini che presentano la stenosi aortica congenita. Un altro intervento chirurgico, più diffuso questa volta, corrisponde alla sostituzione della valvola aortica con una protesi artificiale oppure biologica. Infine, troviamo la valvuloplastica, che permette di ridurre la stenosi utilizzando dei cateteri a palloncini ed è un’operazione chirurgica suggerita soprattutto nei bambini. La terapia farmacologica, invece, permette di tenere sotto controllo i sintomi, ma può essere impiegata non per periodi prolungati e, di solito, dopo gli interventi chirurgici. I farmaci che vengono utilizzati più di frequente sono gli ACE inibitori, i diuretici, ma anche gli antibiotici.
La vitamina D, conosciuta anche come "vitamina del sole", è un nutriente fondamentale per il…
Il dentista, figura professionale fondamentale nella salute pubblica, spesso visto con timore, specialmente dai bambini.…
Avere una pelle del viso luminosa e senza macchie è un desiderio condiviso da molte…
Se le cellule tumorali viaggiassero da un individuo all'altro, un normale sistema immunitario sarebbe in…
I funghi porcini sono molto spugnosi, quindi non lavarli sotto l'acqua corrente o lasciarli in…
Pronte a cambiare la tua routine di bellezza? Grazie a quest'olio per mesi la vostra…