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Uno stato catatonico piuttosto noto è quello del malato disteso sul letto ma con la testa leggermente rialzata come se sotto avesse un cuscino. L’immobilità è quasi assoluta. Altre volte vi è un estremo rallentamento dei movimenti oppure un’immobilità completa, dove il paziente non risponde ad alcuno stimolo. Non parla, non deglutisce, non espelle urina e feci.
Vi è poi l’eccitamento catatonico, determinato dall’iperattività che essere anche violenta e durare per delle giornate intere. Durante questa fase possono esserci delle alterazioni dello stato di coscienza.
Non sono note. Tuttavia alcune ricerche hanno messo alla luce il fatto che vi è un’alterazione della struttura del cervello. Ci sono però diverse situazioni che possono portare allo stato catatonico, come ad esempio un trauma cranico, dei disturbi metabolici o anche l’encefalite. Può anche essere un effetto collaterale di alcuni farmaci antipsicotici.
Le posture assunte durante lo stato catatonico sono chiamate Cerea Flexibilitas a causa delle posture bizzarre e dolorose assunte e mantenute alcune volte per periodi molto lunghi. Chi entra in uno stato catatonico di solito rifiuta cibo e acque e perciò deve essere alimentato per endovena.
La diagnosi viene effettuata sui sintomi specifici. Non vi sono test specifici che permettono di diagnosticarla. Solo gli esami medici e neurologici possono essere di aiuto. Lo scopo una volta accertato che si tratta di catatonia, è quello di capire qual è la causa in modo tale da procedere con la terapia più appropriata.
La terapia più appropriata e preferenziale è quella a base di farmaci come il benzodiazipines. Alcune volte i medici decidono di ricorrere ai barbiturici. In alcuni casi vengono scelti gli antipsicotici ma delle volte, portano a uno stato catatonico peggiore.
La terapia elettroconvulsiva è scelta qualora i farmaci non funzionassero. Dopo lo scopo è controllare i sintomi della malattia. Non vi sono modi invece per prevenirla in quanto non è identificata la causa. L’unica cosa consigliata dai medici è di evitare o ridurre l’uso di farmaci neurolettici, in questo modo viene ridotto il rischio di sviluppare i sintomi appena descritti.
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