Questa condizione patologica, denominata anche sindrome da fatica cronica, CFS oppure encefalomielite mialgica, si caratterizza per essere un disturbo piuttosto complicato da affrontare. Infatti, tra i sintomi principali troviamo una sensazione di fatica che non sembra abbandonare mai il paziente e che non si può spiegare in alcun modo.
Una delle frustrazioni maggiori è quella relativa al fatto che il riposo non riesce a dare sollievo contro tale sensazione di fatica e spesso tale disturbo non è legato nemmeno a delle problematiche di salute oppure allo svolgimento di attività fisiche particolari, oppure sport che richiedono un notevole sforzo fisico.
Tra le ricerche eseguite più di recente sono emersi alcuni dati che fanno davvero impressione in merito a tale disturbo. Solamente nel Regno Unito le persone che soffrono di tale sindrome sono più di 250 mila.
Inoltre, si tratta di una problematica che può insorgere in qualsiasi persona, anche se va a colpire più spesso quelle che hanno un’età tra 40 e 50 anni, in modo particolare nelle donne. I bambini che possono avere a che fare con tale problema, piuttosto di frequente, hanno un’età compresa tra 13 e 15 anni.
Quali sono le principali cause
Sono stati davvero tantissimi gli studi e le ricerche portati avanti per capire quali sono i motivi che portano all’insorgere di tale problema: in realtà, non si è giunti ad alcun risultato definitivo. Tra le diverse ipotesi correlate a tale sindrome troviamo le infezioni di natura virale: ad esempio, dei pazienti che in passato hanno dovuto affrontare delle patologie virali (come quelle legate al virus Epstein-Barr, Herpesvirus umano 6 e virus della leucemia del topo) successivamente hanno avuto a che fare con un senso di stanchezza cronico. Tra le altre cause troviamo dei difetti del sistema immunitario, così come degli squilibri a livello ormonale, senza dimenticare anche delle problematiche a livello psicologico.
Quali sono i principali sintomi
Come si può facilmente intuire, il sintomo principale è quello di avvertire una notevole fatica che non sembra passare con il tempo. Non è l’unico disturbo, visto che possono insorgere anche delle problematiche secondarie, sempre croniche che si possono accomunare sotto diversi aspetti a quelli dell’influenza.
Si tratta, ad esempio, di dolori muscolari senza apparenti motivazioni, deficit di memoria e anche di concentrazione, i linfonodi ingrossati, sia quelli del collo che quelli posti sulle ascelle, ma anche un mal di gola che può insorgere piuttosto di frequente. Inoltre troviamo anche dei mal di testa che possono essere particolarmente forti, così come dolori che colpiscono le articolazioni, sonno difficoltoso e che non porta ad alcun beneficio e una stanchezza che dura nel tempo nonostante il paziente non abbia fatto alcun tipo di sforzo fisico.
Quando bisogna contattare il medico
Ci si deve cominciare a preoccupare nel momento in cui i sintomi si fanno sempre più intensi e fastidiosi e, di conseguenza, portano anche a maggiori. Ad esempio, i sintomi principali della sindrome da stanchezza cronica potrebbero essere, al contrario, legati ad altre patologie, come ad esempio problematiche del sonno, depressione maggiore, la patologia di Lyme, il diabete, la mononucleosi, dipendenza da bevande alcoliche, la sclerosi multipla, ipotiroidismo, epatite cronica e lupus eritematoso sistemico. Se nemmeno dopo un prolungato periodo di riposo tali sintomi continuano a rimanere, allora c’è effettivamente qualche problema da comunicare immediatamente al medico.
Quali sono le principali complicazioni
Nel caso in cui stanchezza e fatica cominciano ad essere sempre più insistenti e difficili da sopportare, il paziente potrebbe cominciare ad avere problemi anche con le più semplice mansioni casalinghe. La qualità della vita giornaliera, di conseguenza, ne uscirebbe decisamente compromessa, al punto tale che il paziente può anche riscontrare enormi difficoltà semplicemente nell’alzarsi dal letto oppure uscire di casa. In questi casi il rischio di problemi di natura psicologica sono molto alti, dato che tale condizione potrebbe comportare disturbi come depressione oppure portarlo all’isolamento e a mancare troppe volte dal lavoro.
Come si arriva ad una diagnosi
Come abbiamo detto in precedenza, non c’è un vero e proprio esame diagnostico che consenta di individuare tale sindrome. Quindi, prima di tutto è necessario procedere alla diagnosi differenziale. In poche parole, il medico deve prendere in considerazione tutte le varie patologie che possono essere correlate con i sintomi che sono avvertiti dal paziente. In base ai dettami suggeriti dal CDC americano, la sindrome di stanchezza cronica può essere realmente la causa di tali sintomi quando continua per almeno sei mesi e il paziente non svolge intense attività fisiche, condiziona negativamente la vita di tutti i giorni di una persona.