Come tale, può essere effettuato in differenti modalità e con specifiche caratteristiche: vediamo insieme quali sono, soffermandoci in particolar modo sulla spirometria globale e sul suo funzionamento.
Per poter fare la giusta chiarezza si può rammentare come la spirometria – come già anticipato – possa essere effettuata con modalità e con apparecchiature diverse, a seconda dell’esigenza diagnostica.
In particolar modo, la spirometria semplice o curva flusso/volume misura quanta aria si riesce a inspirare e espirare con uno sforzo massimale e la velocità con cui si riesce a muoverla.
I parametri che in questo caso vengono misurati sono FEV1 o VEMS, ovvero la quantità di aria che si riesce a espirare in un secondo con uno sforzo massimale: il parametro tende a ridursi quanto più saranno istruiti i bronchi, dando quindi un’informazione utile in tal senso. Vengono inoltre misurati VC o FVC, ovvero l’indicatore che fornisce come informazione quanta aria si riesce a muovere inspirando al massimo o espirando al massimo.
Generalmente la spirometria semplice rappresenta una prima valutazione della funzione respiratoria, cui fanno seguito eventuali ulteriori accertamenti se ne ricorre il caso e l’utilità.
Le caratteristiche
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Nell’ipotesi in cui il medico dovesse rilevare delle alterazioni dalla spirometria semplice, andrà a procedere con una valutazione più approfondita attraverso l’esecuzione di una spirometria completa, o globale. L’obiettivo sarà in questo caso cercare di sfruttare il valore aggiunto di questo esame, che permette di misurare anche la quota di aria che rimane nei nostri polmoni dopo un’espirazione massimale, ovvero il volume residuo, aumentato, ad esempio, nel caso di un enfisema polmonare.
Tale misura può essere effettuata con diversi metodi. Si pensi all’uso del c.d. “pletismografo” (spirometria globale con tecnica pletismografica) che consente di determinare contestualmente le resistenze delle vie aeree, oppure la diluizione dei gas (la spirometria globale vera e propria).
Al di là del tipo di esame che si sceglie di effettuare, i risultati saranno piuttosto simili. Negli ultimi anni si è preferito ricorrere alla tecnica pletismografica, non sono pochi i laboratori che puntano ancora a utilizzare la tecnica tradizionale.
Peraltro, non è affatto detto che la spirometria globale sia l’unico esame di accertamento che può essere richiesto nel momento in cui ci sono degli accertamenti da fare. Si pensi per esempio agli altri comuni esami di diagnostica respiratoria come ad esempio il test di broncodilatazione, di norma richiesto quando si sospettano delle ostruzioni delle vie aeree.
La sua esecuzione è abbastanza semplice: si procederà a somministrare un farmaco broncodilatatore (il salbutamolo spray) e si valuta se questa ostruzione è reversibile o irreversibile, andando così a differenziare l’asma dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Si può inoltre ricorrere al test della diffusione alveolo / capillare – DLCO, un test che valuta lo scambio dei gas (ossigeno e anidride carbonica) a livello della membrana alveolo – capillare . I principali campi di utilizzo di questa metodica sono numerosi, come le malattie dell’interstizio polmonare e la BPCO.
Quanto costa
La spirografia completa ha un costo che varia a seconda del metodo utilizzato e a seconda del tariffario del laboratorio.
Di solito, comunque, i costi oscillano tra i 50 e i 100 euro, mentre per la spirografia semplice i costi si aggirano tra i 20 e i 30 euro. In molti casi questi esami fanno parte di un pacchetto di esami più ampi, il cui costo complessivo potrebbe pertanto essere notevolmente diverso, e più ottimizzato.