Lo shock settico e la sepsi sono per lo più sconosciuti a moltissime persone. Eppure mietono molte vittime. Una delle definizioni più comuni per lo shock settico e la sepsi è il classico “avvelenamento del sangue”. Ma nonostante la sua scarsa conoscenza lo shock settico è molto comune. È spesso protagonista di un’emergenza. È il motivo più frequente di morte per le infezioni. Il mondo moderno e i servizi sanitari europei ed americano stanno registrando un aumento considerevole delle morti per sepsi, e dello shock settico. La morte è dovuta all’ormai cronico invecchiamento nei nostri paesi. Questo espone in modo esponenziale il corpo alle infezioni.
Un metabolismo anziano infatti, è più debole di fronte agli attacchi infettivi. Tende a soccombere anche perché meno sensibile ai farmaci. Inoltre bisogna considerare che la sepsi è spesso causata da infezioni contratte in ospedale, durante gli interventi chirurgici. Interventi che oggi sono notevolmente aumentati di numero anche tra gli anziani. C’è da considerare inoltre la resistenza che molti patogeni stanno sviluppando ai farmaci. Il corpo così deve reagire senza aiuti. Nel caso la sua reazione risulti sproporzionata, si potrebbe manifestare la sepsi.
Quando si arriva alla sepsi
Lo shock settico e la sepsi si sviluppano quando dei patogeni riescono a superare le difese immunitarie. Quindi entrano in circolazione. Si ha una conseguente infiammazione diffusa in tutto il corpo e non solo nel punto d’ingresso. In questo caso si scatena una risposta eccessiva, per far fronte ad una situazione critica non localizzata. Di fronte a una risposta sovrabbondante si arriva al terzo stadio. Questo è appunto dallo shock settico. Non è un caso che questo, e la sepsi, colpisca spesso i degenti d’ospedale dopo un’operazione chirurgica. Chiaramente la sepsi è possibile e frequente anche al di fuori dei presidi ospedalieri.
Sintomi e diagnosi
Il problema della diagnosi per lo shock settico e la sepsi è quello di avere molti sintomi comuni alle malattie più frequenti. Sono quindi difficilmente riconoscibili subito nelle cause. La diagnosi della sepsi è dunque spesso troppo ritardata rispetto ai tempi necessari per intervenire.
Il sintomo più evidente in caso di shock settico e sepsi è la febbre alta prolungata. Poi confusione, narcolessia e problemi di minzione. Nel caso lo stato perdurasse per un giorno intero, si consiglia subito di richiedere un supporto medico per gli anziani provenienti da operazioni molto recenti. In ogni caso intervenite se questo stato perdura per due giorni.
Quando questo accade, l’idratazione è fondamentale per un primo intervento, insieme alla terapia antibiotica e l’aiuto dell’ossigeno. Non trascurate o rinviate la richiesta di aiuto. Anche con gli interventi tempestivi, l’incidenza di morte in caso di sepsi è elevata, dal 30 al 60 per cento.
Lo stato settico, o shock settico, è una grave patologia che determina infezioni con sepsi dell’apparato umano, coinvolgendo anche l’intera struttura. Spesso l’agente infettante che causa tale patologia, risiede in un solo sito del corpo. Tale patologia può causare nel malato la sindrome da insufficienza multiorgano, conosciuta in medicina come MODS, nota precedentemente come Multiple Oragn Failure, ovvero MOF ed inoltre se non trattata tempestivamente, può condurre il soggetto alla morte.
Il tasso di mortalità causato da shock settico, è di circa il 25/50%, ed è una situazione che necessita una emergenza medica, e proprio per la gravità e la complessità di tale patologia, il paziente una volta in ospedale, deve essere curato in ambiente intensivo.
Le conseguenze
Lo shock settico, è già una conseguenza molto grave della setticemia, e si manifesta una volta che i batteri hanno raggiunto il sangue. Il paziente purtroppo va incontro ad una serie di conseguenze molto importanti, che se non trattati tempestivamente, possono condurlo alla morte.
La prima manifestazione importante è la sepsi, ovvero una sindrome medica che si contraddistingue da una serie di sintomi secondari che si manifestano a seguito dell’infiammazione. Tale disturbo provoca frequenza cardiaca, difficoltà respiratorie e febbre intermittente. A seguire abbiamo la sepsi in forma grave, ovvero che anticipa il vero e proprio shock settico, e si manifesta nel malato con delle vere e proprie alterazioni a discapito di alcuni organi, come il fegato, il cuore, i reni, determinando di conseguenza insufficienza epatica, cardiaca e renale. Lo shock settico comporta inoltre il crollo della pressione arteriosa, con difficoltà o impossibilità di stabilizzarla mediante la somministrazione di liquidi adeguato tramite endovenosa. Il malato può manifestare palpitazioni, agitazione, fiato corto, brividi, febbre alta, eruzione cutanea, assenza di diuresi ed ipotensione grave.
Il trattamento per lo shock settico
Come abbiamo accennato precedentemente, lo shock settico, essendo un’emergenza medica importante, deve essere trattato in maniera tempestiva, ed il trattamento adeguato include: terapia antibiotica pesante, da somministrare la malato solo dopo aver evidenziato tale patologia mediante prelievi sanguigno, tamponi delle ferite oppure prelievo di liquido organico. Successivamente occorre somministrare per via endovenosa tutti i fluidi per regolarizzare la pressione sanguigna, ed inoltre i farmaci vasopressori come la noradrenalina.
Il trattamento per la cura tempestiva dello shock settico si base anche sulla ventilazione meccanica,sul supporto della disfunzione d’organo, sulla somministrazione di farmaci corticosteroidi, sulla correzione dell’acidosi metabolica,sulla cura della malattia sottostante ed infine sull’intubazione tracheale o se necessari sulla tracheotomia.
Nelle terapie farmacologiche contro la sepsi, la medicina moderna ha studiato degli interventi personalizzati. Per questo è fondamentale riconoscere il prima possibile il patogeno responsabile della sepsi. Va riconosciuta anche l’eventuale associazione con altre malattie. In questo modo si potranno prescrivere farmaci ad hoc che mirino ad una risoluzione più precisa fin dai primi stadi della malattia. Più precoce è l’intervento, migliori saranno le possibilità che la sepsi non conduca alla morte.
Shock settico in gravidanza e Gram Negativi
Lo shock settico in gravidanza, è una patologia molto rara, ma se si manifesta, spesso conduce la donna alla morte. Le cause principali che determinano questa forma sono dovuti alla presenza di Gram Positivi, Negativi, aerobi, anaerobi e miceti, che possono provocare inoltre la corionamnioite e varie infezioni del tratto urinario. Tale patologia si manifesta con insufficienza circolatoria acuta, ipoanuria, tachicardia, iperpiressia e tachipnea.
Queste manifestazioni sono il quadro clinico di base, e vanno aggiunti altri sintomi che possono variare in base al microrganismo che ha causato la malattia. I Gram Positivi inducono uno shock caldo, ovvero caratterizzato principalmente da ipertermia e le tossine secrete dallo S.Aureo, provocano uno shock tossico, mentre l’azione svolta dall’endotossina secreta dai Gram Negativi, determina lo shock endotossinico, che a sua volta ha ripercussioni a carico di diversi organi dell’apparato. Tale shock provoca nel paziente variazioni consistenti degli esami amatochimici e della saturazione parziale dei gas nel sangue ed anche dell’elettrocardiogramma.
Linee guida shock settico 2016
Le ultime linee guida sullo shock settico risalgono al 2016, e sono state pubblicate su IAMA, con lo scopo di rendere la diagnosi di tale patologia immediata e veloce. Con le indicazioni presenti, è possibile spostare l’attenzione diagnostica del paziente, verso la disfunzione d’organo che ha causato l’infezione ed eliminare in questa maniera la distinzione che c’è tra sepsi e sepsi grave per perfezionare il significato di Shock Settico.
Attualmente la sepsi viene definita come una “disfunzione d’organo” pericolosa per la vita del malato, provocata da una risposta inesatta da parte dell’ospite verso le infezioni. L’attenzione si sposta dunque dal riconoscimento dell’infiammazione, su cui si concentravano già i criteri SIRS, ovvero che rappresentavano la temperatura corporea, la frequenza cardiaca e la febbre, verso la disfunzione d’organo Secondo gli autori delle linee guida, l’infiammazione evidenziata dalla SIRS risulta essere aspecifica, ed inoltre potrebbe rappresentare una eventuale risposta adeguata da parte dell’organismo verso l’infezione, mentre la comparsa di una insufficienza d’organo è la conseguenza di un processo elevato da parte dell’ospite, che arriva anche a danneggiare i suoi stesi tessuti.
I fattori a rischio nello shock settico
Grazie a numerosi studi sulle statistiche, è stato possibile evidenziare, che i pazienti colpiti da shock settico sono per la maggior parte dei casi gli anziani ed i bambini molto piccoli, perché il loro sistema immunitario è indebolito oppure non ancora completo, e di conseguenza non è in grado di far fronte in maniera efficiente alla infezioni. Per le stesse ragioni anche i malati di HIV o AIDS, o i soggetti che soffrono di malattie metaboliche come il diabete ad esempio, o di linfomi o di patologie del sistema intestinale o genito-urinario, sono tendenzialmente più esposti a contrarre infezioni generali, comprese anche quelle del sangue.
Sono state descritte inoltre, alcune patologie determinate da infezioni che potrebbe condurre il malato allo shock settico e tra queste rientrano a far parte: la polmonite, l’appendicite, la diverticolite, la pancreatite, la fascite necrotizzante e la pielonefrite. È molto difficile stabilire una prognosi esatta nei pazienti affetti da shock settico.
Generalmente le aspettative di vita del malato a seguito di una setticemia in stadio avanzato che è degenerata in shock settico, sono strettamente correlate alla tempestività della somministrazione degli antibiotici comprese le terapie di emergenza. Più si rimandano le visite mediche ed i controllo, più è elevato il rischio di una prognosi infausta.
La prevenzione
Come si può comprendere da tutti i paragrafi precedenti, la prevenzione in caso di sepsi e shock settico è fondamentale. Sia negli ospedali, che in casa o nei luoghi pubblici. Scongiurare il pericolo di infezioni è decisivo per contrastare questa causa di morte molto frequente.
Anche la vaccinazione contro i batteri e i virus più comuni sono molto utili a evitare casi di shock settico. Nel malato la vaccinazione, fatta preventivamente quando si è ancora in salute, e delle persone che lo circondano, in particolare i bambini. Questi, per comportamento, sono i più predisposti all’attacco dei germi. Vaccinare i bambini contro il pneumococco può essere molto utile, in quanto questo è il patogeno più comune tra i responsabili della sepsi.
L’igiene è certamente la prima barriera contro la sepsi, è il modo più efficiente di fare prevenzione, in presenza di un caso a rischio. Pulite e disinfettate qualsiasi superficie possa entrare in contratto con i soggetti più sensibili, con particolare riguardo per le stoviglie e i bagni.