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Il saturimetro è uno strumento che permette di adottare una tecnica semplice, relativamente economica e non invasiva, per monitorare l’ossigenazione del sangue. Può infatti controlla la percentuale di emoglobina che è saturata di ossigeno, cercando di comprendere se la saturazione dell’ossigeno sia almeno pari o superiore al 95%.
In alcuni pazienti, come quelli con malattie respiratoria di lunga durata o cardiopatie congenite cianotiche, potrebbe comunque essere inferiore, e dipendere dalla gravità della patologia: di fatti, la curva di dissociazione dell’ossemoglobina diventa celermente al di sotto del 90% circa quando è in grado di riflettere la rapida desaturazione che si verifica con la diminuzione della pressione parziale dell’ossigeno.
Il saturimetro funziona secondo i principi della “spettrofotometria”: l’assorbimento relativo del “rosso” (assorbito dal sangue deossigenato) e dell’infrarosso (assorbito dal sangue ossigenato) della componente sistolica della forma d’onda di assorbimento è correlato alle saturazioni di ossigeno nel sangue arterioso.
Le misurazioni dell’assorbimento della luce relativa vengono effettuate più volte al secondo e vengono elaborate dalla macchina per dare una nuova lettura ogni 0,5-1 secondi, permettendo così a questo strumento di calcolare calcola la media delle letture negli ultimi tre secondi.
Due diodi a emissione luminosa, rosso e infrarosso, sono posizionati in maniera tale da essere opposti ai rispettivi rilevatori attraverso 5-10 mm di tessuto.
Le sonde di solito sono posizionate sulla punta del dito, sebbene anche i lobi delle orecchie e la fronte possano a volte essere usati come alternative. Ad ogni modo, un recente studio ha suggerito che il lobo dell’orecchio non sia un luogo affidabile per misurare le saturazioni di ossigeno, preferendo pertanto il più tradizionale dito.
Per fare in modo che la misurazione mediante Saturimetro sia veritiera, il dito della mano oppure il lobo dell’orecchio ovvero i due punti dove si applica lo strumento, non devono essere freddi, ed inoltre non deve esserci una condizione di luce eccessiva, perché questi due fattori che apparentemente possono sembrare irrilevanti, possono non solo alterare i valori, ma anche impedire la misurazione stessa.
Gli stati di cianosi, tradizionali segni clinico di ipossiemia, sono dei marker che si manifestano solo al 75 – 80% di saturazione. Ne consegue che pulsossimetria si riserva una vasta gamma di applicazioni, tra cui possiamo citare, a titolo di esempio non esaustivo, i seguenti spunti:
Ad oggi, gli ossimetri sono utilizzati di routine in reparti di terapia intensiva e anestesiologia, e sono spesso presenti nelle ambulanze. Sono una parte sempre più comune del kit di assistenza, con una funzionalità che può includere anche:
A seconda dei valori di saturazione di ossiemoglobina, è possibile ottenere degli immediati riflessi informativi. In particolare, se i valori sono:
Utilizzare un saturimetro è abbastanza semplice, ma ci sono alcuni aspetti che dovreste considerare. In particolare:
Tra le principali cause di errori nella misurazione con il saturimetro si riassume, brevemente, una pulsazione venosa significativa, le interferenze ambientali (vibrazioni a 0,5-3,5 Hz, movimento eccessivo e livello elevato di luce ambientale, comprese le lampade di calore a infrarossi), mani troppo fredde o troppo calde, presenza di smalto per unghie, coloranti intravascolari, come il cloruro di metiltioninio.
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