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Salute e cultura: ecco il sistema per proteggere i beni culturali da eventi climatici estremi

Il metodo è stato ideato e sviluppato nell’ambito di due Progetti Interreg Central Europe coordinati dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna – ProteCHt2save e
STRENCH. Per migliorare la resilienza ad eventi calamitosi, un piano di prevenzione risulta essere l’azione decisiva nella gestione dei siti del patrimonio e il tool realizzato supporta concretamente gli operatori del settore pubblico e privato. I risultati sono pubblicati
su International Journal of Disaster Risk Reduction.

Alluvioni, piogge intense, inondazioni, sempre più spesso minacciano l’integrità e la sopravvivenza dei beni culturali in Europa. Grazie alla collaborazione tra l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna,
l’Institute of Theoretical and Applied Mechanics (ITAM) e il Donau-Universität Krems (DUK), nella piattaforma WebGIS (https://www.protecht2save-wgt.eu/) sono state sviluppate mappe di
rischio a livello territoriale, con risoluzione spaziale di ∼12km, basate sugli output dei modelli climatici e sulla valutazione della vulnerabilità a scala dell’edificio, calcolata sulle criticità fisiche
e gestionali del patrimonio costruito. Le città di Praga – Troja in Repubblica Ceca e Krems – Stein in Austria sono i due siti pilota, scelti per realizzare una prima mappatura sperimentale, grazie
all’implementazione di tutti i dati disponibili relativi a questi centri dell’Europa Centrale, altamente suscettibili alle inondazioni e che in passato hanno più volte dovuto affrontare il tema del rafforzamento della resilienza del loro patrimonio culturale e naturale.

Da alcuni anni i ricercatori del Cnr-Isac, sono impegnati nel realizzare questa inclusione sia in ambito nazionale, con la partecipazione alla SNACC (Strategia Nazionale di Adattamento ai
Cambiamenti Climatici), sia a livello europeo con la partecipazione a due progetti Interreg Central Europe: ProteCHt2save (Risk assessment and sustainable protection of Cultural Heritage in Changing Environment https://www.interreg-central.eu/Content.Node/ProteCHt2save.html) e
STRENCH (Strengthening resilience of cultural heritage at risk in a changing environment through proactive transnational cooperation https://www.interreg-central.eu/Content.Node/STRENCH.html).

“L’analisi mostra in quei territori un aumento dell’indice climatico (R5xday) utilizzato per le precipitazioni intense in un lontano futuro (2071–2100) nello scenario pessimistico (RCP8.5), con un’elevata probabilità di rischio di alluvioni” spiega Alessandra Bonazza del Cnr-Isac, coordinatrice dei progetti e primo autore dell’articolo. “Gli edifici selezionati nelle aree pilota”, prosegue la ricercatrice, “presentano un alto grado di vulnerabilità, dovuto alla significativa
suscettibilità delle strutture all’impatto idrico e soprattutto alla mancanza di un piano di manutenzione”.

Lo strumento realizzato è stato ideato per supportare i gestori pubblici e privati nel migliorare le capacità di mitigazione agli mpatti dei cambiamenti climatici e dei rischi naturali sui siti,
inclusi complessi monumentali, edifici storici e siti archeologici, piccoli borghi montani e giardini storici, nelle aree urbane e costiere. L’analisi mostra che per gli eventi calamitosi la prevenzione risulta essere l’azione cruciale nella gestione dei siti.

medicionline.it

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