La crisi economica incide anche sulla salute dei bambini. A darne triste accertamento è uno studio condotto dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, secondo cui ben l’80 per cento dei genitori di bambini tra 0 e 14 anni (cioè, 8,3 milioni di persone) ha ammesso di avere delle difficoltà economiche nel garantire le adeguate cure assistenziali e sanitarie ai propri figli, limitandole pertanto allo stresso necessario.
Ancora, il 54 per cento delle famiglie ha ridotto le spese per i controlli diagnostici e specialistici, mentre un 60 per cento dichiara di voler anticipare lo svezzamento per risparmiare. Nel 55 per cento dei casi, il latte artificiale viene scelto sulla base del prezzo (e non del criterio più opportuno, ovvero i consigli del pediatra), mentre oltre una famiglia su tre afferma di non poter nutrire il proprio figlio con cibi che sono stati espressamente studiati per la sua età.
Una situazione che il presidente di Paidoss (questa la sigla dell’Osservatorio), Giuseppe Mele, ha definito allarmante, con un disagio economico che è avvertito nel 90 per cento dei casi in misura maggiore rispetto al passato, con prospettive ben poco tranquillizzanti sul prossimo futuro. “La prevenzione nel suo complesso registra un preoccupante arresto e l’accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo anche e soprattutto per i minori affetti da malattie croniche, disabili, per gli adolescenti con dipendenze e per tutti i 720mila minori che in Italia vivono in povertà assoluta” – aggiunge in proposito Mele.
Infine, la ricerca evidenzia che i pannolini sono giudicati come una spesa elevata dal 57 per cento di mamme e di papà. Percentuali elevate anche per apparecchi per i denti (37 per cento), occhiali (25 per cento) e correttori ortopedici come scarpe e plantari (21 per cento). Scarsi sono gli acquisti online (25 per cento) e i gruppi di acquisto (5,7 per cento) per contrastare il caro vita.