Rifarsi il seno è uno dei desideri più richiesti dalle donne
Con gli anni, la richiesta di rifarsi il seno è aumentata. Grazie alle riviste di gossip, ad internet e alle modelle, molte donne vorrebbero migliorare il proprio seno. Tanti sono gli esperti che dicono no, per via di risultati veramente pessimi che abbiamo visto nel corso degli anni come seni esagerati, protesi di bassa qualità che si rompono e complicazioni che si ripercuotono sulla salute.
Prima d’intraprendere la mastoplastica additiva, bisogna effettuare una serie di step, al fine di ottenere non solo un risultato di alta qualità, ma di essere sottoposte ad un intervento con un bassissimo rischio di complicazioni.
Perché rifarsi il seno?
Le motivazioni sono tante, e bisogna prima capire realmente quali sono. La regola fondamentale è: rifarsi il seno non per piacere a qualcuno, ma solo per se stesse. Si parla di una giusta motivazione quando l’intervento ha come obiettivo quello di creare una corrispondenza tra l’immagine corporea e il reale aspetto fisico. In pratica bisogna sentirsi a proprio agio. Fortunatamente in Italia, non è possibile rifarsi il seno prima dei 18 anni, così da evitare che ragazze non mature, alle prese con i problemi dell’adolescenza, prendano decisioni superficiali di cui si potrebbero pentire.
Il colloquio con il medico
Prima di prendere la decisione definitiva, è importante effettuare il colloquio con il medico che effettuerà la mastoplastica additiva. Rifarsi il seno non è una passeggiata. Durante la visita medica la paziente deve esporre al chirurgo tutti i dubbi e le perplessità, oltre ad informare il dottore della situazione riguardo la propria salute. Nel caso in cui il medico si comporti in modo strano, vuole operarvi al più presto o non è esaustivo nelle spiegazioni, è meglio optare per un altro specialista.
Anche se è un’operazione estetica molto comune, resta comunque un intervento chirurgico, per questo va effettuato solo se si è in ottima salute. Ciò vuol dire che prima di procedere, bisogna eseguire esami del sangue, radiografia al torace e visita con l’anestetista.
Onde evitare brutte soprese, chiedete di visionare il book fotografico del chirurgo plastico. Guardando le foto delle pazienti prima e dopo l’intervento, capirete se l’effetto ottenuto è quello che desiderate.
Protesi da usare
Quando si scegli di rifarsi il seno, non bisogna basarsi solo sulla propria idea, ma bisogna seguire il consiglio del medico. Per non incorrere nell’antiestetico effetto del seno cadente, è bene non superare la coppa C. E’ una legge naturale, più la mammella è grossa, più con gli anni tenderà ad abbassarsi. La coppa C è un seno pieno, ma non eccessivo e quindi facilmente duraturo nel tempo.
Una volta che avete scelto il medico, è vi ha indicato il tipo di protesi che userà, informatevi. Lo scandalo PIP, ovvero le protesi francesi con rischio di rottura maggiore rispetto le consuete protesi, ha insegnato che bisogna informarsi. Di solito i medici utilizzano protesi di marchi e aziende colossi del settore, grandi multinazionali di cui non è difficile recuperare informazioni. Dite un secco no a piccoli produttori e aziende di cui non si possiedono informazioni o non ci sono pareri in rete.
Una delle regole chiave quando si parla di rifarsi il seno è la posizione delle protesi. Queste, infatti, possono essere poste sotto il muscolo pettorale o sotto la ghiandola mammaria. Nelle donne magre, per camuffare al meglio la mastoplastica additiva, la protesi va messa sotto al muscolo.
Rifarsi il seno, possibili conseguenze
La mastoplastica additiva, anche se rientra nella categoria degli interventi estetici all’ordine del giorno, resta comunque un’operazione chirurgica. Il rischio d’infezione, come per tute le operazioni è sempre presente. Addirittura si possono presentare complicazioni anche nel caso in cui le incisioni sono completamente guarite. In tal caso, le protesi vanno rimosse per impedire la diffusione dell’infezione.
Un altro rischio è lo slittamento delle protesi, complicanza che avviene non di rado. In pratica le protesi si spostano verso il basso, creando un problema estetico ben evidente. Le protesi inoltre possono avvicinarsi allo sterno, andando a formare un unico seno.
Una delle problematiche più conosciute è la contrazione capsulare. In pratica quando sono inserite le protesi, il corpo le riconosce come estranee, e le ricopre di un tessuto chiamato fibroso. A volte po’ capitare che questo tessuto diventa troppo rigido e contratto. In tal caso il seno appare estremamente rotondo, rigido e dolente. Questo processo può avvenire anche per altri tipi di protesi.
Dopo la mastoplastica additiva, alcuni soggetti avvertono una perdita di sensibilità al capezzolo e al seno. La causa è il danneggiamento delle terminazioni nervose presente in queste aree. Di solito la perdita è temporanea, ma ovviamente la tecnica chirurgica gioca un ruolo fondamentale, per questo è essenziale rivolgersi solo a chirurghi competenti.
Quando le protesi sono di scarsa qualità, è facile che si rompano causando una deflessione. Alcune rotture sono naturali, dovuta all’invecchiamento della protesi, altre invece sono da imputare all’uso di materiali scadenti.
Alternativa alla mastoplastica additiva
Rifarsi il seno implica delle conseguenze, quali cicatrici, infezioni, possibilità di rigetto della protesi e così via. Esiste però una tecnica meno invasiva chiamata lipofilling. Consiste nel riempimento del seno con grasso naturale, preso dalle cosce e dai fianchi, centrifugato, ripulito ed iniettato direttamente nel seno tramite delle piccole punture, senza bisogno di tagli e quindi cicatrici. È sicuramente un’opzione valida, anche se i risultati, rispetto l’impianto della protesi, non sono uguali. In tal caso il rischio di complicazioni è decisamente minore.
Un’altra alternativa è la Mastopessi. È una tecnica che permette di rialzare il seno, senza però disporre delle protesi. Prima si trattava di una tecnica che causava molte cicatrici. Oggi le cose sono cambiate. Infatti, il chirurgo riposiziona il seno verso l’alto senza però lasciare importanti cicatrici visibili, realizzando una forma molto naturale. L’intervento dura poco, dai 30 ai 50 minuti e si realizza di solito in day hospital. L’unica cicatrice che si presenta è quella circolare intorno all’areola mammaria.
Alternative naturali al rifarsi il seno
Alle operazioni chirurgiche, esistono molte alternative naturali e prive di effetti collaterali. Ricorrere all’intervento chirurgico non è la prima soluzione. Secondo diversi esperti effettuare attività fisica sia un’ottima abitudine per aumentare il seno in modo naturale e senza rischi. Infatti, effettuando alcuni esercizi, si va ad intensificare il tono muscolare dei pettorali. Seguire una dieta equilibrata permette un buon funzionamento del metabolismo, il quale distribuisce il grasso in modo omogeneo. Anche i massaggi e lo yoga possono aiutare. Ovviamente parliamo di un massaggio delicato, che stimola la circolazione e i tessuti implicati nella zona mammaria.
Per accompagnare queste buone abitudini, al fine di volumizzare e riempire il seno, in commercio sono disponibili delle creme rassodanti e dei volumizzanti a base di erbe.
Prodotti consigliati
Rientra nella categoria creme rassodanti BigBust. Si tratta di un prodotto finalizzato nell’incrementare naturalmente il seno e correggere la forma. E’ una crema realizzata con ingredienti naturali contenente, olio di vinaccioli, olio di argano e Centella Asiatica Extract. È facile da utilizzare. Basta applicare BigBust sulla cute asciutta e massaggiare fino all’assorbimento completo, circa 5-10 minuti. La crema va applicata giornalmente 2 volte. In due settimane si dovrebbe ottenete un aumento di almeno una taglia di seno.