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La rifampicina viene utilizzata in monoterapia per curare le infezioni procurate da Haemophilus influenzae e da Neisseria meningitidis. Invece, associata ad altri farmaci ad azione antibiottica, può curare:
I soggetti adulti devono effettuare controlli relativi all’emocromo prima di intraprendere una cura con rifampicina, ed anche ad altri test per la determinazione dei livelli di bilirubina ematica, creatinina ed enzimi del fegato.
La rifampicina possiede anche delle funzioni di induzione enzimatica, pertanto potrebbe causare aumenti metabolici relativi a svariati substrati di origine endogena, tra i quali la vitamina D oltre agli ormoni tiroidei e surrenali.
La rifampicina potrebbe essere anche la causa di peggioramenti della porfiria in quei soggetti che ne siano colpiti.
La rifampicina potrebbe colorare le urine di una tonalità rossastra, così come anche agli espettorati ed al sudore. Inoltre si sono segnalati casi di lenti a contatto di tipo morbido che in pazienti trattati con rifampicina si sono colorate di rosso in modo permanente.
La rifampicina va utilizzata con estrema cautela nella prima infanzia oltre che nei soggetti anziani, soprattutto se in stato nutrizionale non adeguato e se il prodotto viene associato ad un trattamento con isoniazide contro la tubercolosi.
L’assunzione di rifampicina da parte di soggetti con funzionalità renali compromesse va fatta solo se la si reputa estremamente necessaria e, in ogni caso, sotto stretto controllo medico. Le funzionalità epatiche di questi soggetti devono essere controllate con costanza. Non appena si dovessero riscontrare sintomi di una ridotta funzionalità del fegato occorre sospendere immediatamente la somministrazione di rifampicina.
La rifampicina potrebbe provocare una riduzione degli effetti contraccettivi di alcuni medicinali appartenenti a questa categoria da assumere per via orale, motivo per il quale si consiglia di utilizzare metodi contraccettivi non a base di ormoni per l’intera durata della terapia antibiotica.
La rifampicina a un’azione di induzione sugli enzimi del citocromo P 450 del fegato, e quindi potrebbe facilitare l’eliminazione e, di conseguenza, la perdita di efficacia dei medicinali che vengano metabolizzati da quel citocromo. Tra questi medicinali, vogliamo ricordare:
La somministrazione contemporanea di saquinavir e ritonavir (medicinali ad azione antivirale utilizzati per la cura dell’AIDS) con la rifampicina potrebbe incrementare i rischi di tossicità epatica. Di conseguenza occorre evitare tale associazione.
I rischi di tossicità epatica aumentano anche nei casi di somministrazioni concomitanti di rifampicina con l’alotano (è uno degli anestetici generali) o con l’isoniazide (medicinale antimalarico). Di conseguenza l’utilizzo della rifampicina contemporaneamente all’alotano va totalmente evitato, mentre l’utilizzo contemporaneamente all’isoniazide richiede un monitoraggio costante del paziente.
Se si somministrano contemporaneamente atovaquone (un antimalarico) e rifampicina, vi saranno riduzioni delle concentrazioni plasmatiche di quest’ultimo e, per contro, aumenti delle concentrazioni plasmatiche di rifampicina.
L’utilizzo contemporaneo di rifampicina e ketoconazolo (un antimicotico) causa una diminuzione delle concentrazioni ematiche di entrambi i medicinali.
La rifampicina causa aumenti delle concentrazioni plasmatiche del metabolita attivo dell’enapril (appartiene agli ACE – inibitori), nel caso che vi sia la somministrazione contemporanea, e, di conseguenza, potrebbero rendersi necessari degli aggiustamenti della posologia dell’enapril.
I farmaci con funzioni di antiacido potrebbero diminuire l’assorbimento della rifampicina.
In ogni caso è sempre molto utile tenere informato il proprio medico circa l’utilizzo della rifampicina in associazione con (o dopo assunzione di) altri farmaci di qualsiasi natura, comprendendo anche i farmaci per i quali non è obbligatoria la prescrizione del medico, ed anche altri prodotti di erboristeria o omeopatici.
La rifampicina potrebbe causare diversi effetti indesiderati, ma non è detto che ciò accada con ogni paziente. Ogni individuo possiede le proprie sensibilità ai vari farmaci. Di conseguenza non è detto che gli effetti collaterali non desiderati si manifestino tutti insieme e con il medesimo grado di gravità in ogni paziente.
Qui sotto elenchiamo qualcuno tra i più comuni effetti indesiderati che potrebbero essere causati da una cura a base di rifampicina.
La rifampicina esercita le sue funzioni di antibatterico bloccando la trascrizione del DNA. Nel dettaglio il medicinale ha un effetto inibitorio sulla RNA polimerasi che dipende dal DNA batterico. Tale enzima ha la caratteristica di poter trascrivere l’informazione genetica che si trova nel DNA nelle molecole complementari di RNA.
Quindi, bloccando la cellula batterica nell’accesso al proprio corredo genetico, si arrestano tutte le diverse attività delle cellule batteriche, ponendo, alla fine, termine alla stessa vita della cellula batterica.
La rifampicina può essere assunta tanto per la via endovenosa, nella formula commerciale della polvere con il proprio solvente, tanto per os, nelle formulazioni commerciali di sciroppo, compresse e capsule.
Mentre si segue una terapia con rifampicina, è indispensabile seguire le istruzioni del proprio medico di fiducia, sia in relazione alla posologia, sia in relazione alla durata della terapia stessa.
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