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Ricordiamo che la ragade anale deve guarire nel giro di poco tempo, altrimenti viene definita cronica da parte degli esperti. Infatti superate le sei oppure otto settimane non è considerabile un disturbo passeggero.
I sintomi collegati alle ragadi anali possono essere numerosi. Inoltre alcuni di questi si rivelano caratteristici, proprio come il bruciore locale. Spesso è possibile avvertire anche del prurito, quest’ultimo di entità variabile.
Le ragadi possono essere sanguinanti. Quindi si possono definire un vero e proprio disturbo anche debilitante, il quale affligge il soggetto con dolori, bruciori e perdite di sangue.
I tagli naturalmente si possono considerare un altro sintomo evidente e visibile anche a occhio nudo. Questa brutta situazione interferisce negativamente anche sulla mente. Infatti non è così raro che un paziente cerchi di ridurre le volte in cui deve andare in bagno. Questo perché evacuare può significare provare dolore per molto tempo.
Vogliamo ricordare comunque che nella maggioranza dei casi in cui ci sono le ragadi anali, il problema colpisce la parte posteriore dell’ano. Il sangue nelle feci è inoltre un sintomo comune nel caso delle ragadi.
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Le cause attinenti alle ragadi, secondo gli esperti, non sono ancora certe. Come ipotesi, tra quelle più comuni, troviamo la stipsi. Viene puntato il dito contro le malattie che vengono trasmesse tramite il sesso, come l’HIV, la sifilide e altre ancora. Non è da escludere il parto, il dopo parto e la diarrea continua.
Anche la colite ulcerosa viene ricollegata alle ragadi.
Spesso comunque accade che la causa non venga collegata al problema qui presente. Uomini e donne indistintamente possono essere colpiti dalle ragadi anali. Tuttavia sembra che i soggetti dai dieci anni in su fino ai trenta possono essere più a rischio.
Non è da sottovalutare lo stress, che sembra essere riconducibile alla loro comparsa.
Per curare le ragadi prima si deve conoscere a fondo l’entità del problema e dopo agire di conseguenza. Non si deve fare altro che rivolgerci al medico curante per fissare un appuntamento. L’esperto può suggerire se è necessario l’impiego di farmaci come gli antidolorifici, oppure se basta anche l’uso di rimedi naturali che possono prevedere anche l’iniziare un’alimentazione corretta. Ricordiamo che anche i rimedi naturali spesso possono bastare. Proseguiamo per il momento con le cure contro le ragadi.
In casi estremi è possibile fare uso della chirurgia, tuttavia deve essere il medico specializzato ad acconsentire o no a questo metodo invasivo.
Come controindicazioni dovuti all’intervento può essere presente l’incontinenza anale. Ricordiamo che è difficile che accada ma non impossibile. Inoltre tale problema anche, qualora momentaneo, può rivelarsi grave o comunque persistente.
Gli approcci sono due per quanto riguarda l’intervento. Ovvero la sfinterotomia laterale oppure la dilatazione del tratto anale. Nel primo caso è più facile che il chirurgo opti per questa operazione.
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Il 50% circa guarisce spontaneamente e i restanti casi cronicizzano. I pazienti con ragadi accusano, all’inizio della defecazione, un dolore intenso, che può protrarsi da alcuni minuti a diverse ore, associato a tracce di sangue rosso vivo nelle feci.
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Dopo aver visto le cause e i sintomi delle ragadi anali e le successive cure, possiamo proseguire con i tanto attesi rimedi naturali. E’ importante riguardare l’alimentazione, così si possono ottenere importanti effetti positivi. Si devono prediligere la frutta e le verdure dall’azione lassativa.
Occorrono molte fibre quindi e copiose quantità d’acqua. In tal caso le feci vengono espulse più facilmente e senza intaccare il corpo durante l’evacuazione. Alcune piante come l’aloe vera sembrano utili al caso. Tra i rimedi naturali vi sono anche i bagni caldi.
Vogliamo ricordare che gli impacchi tiepidi sono tonificanti e rilassanti. Nei metodi caserecci viene utilizzato anche il bicarbonato di sodio. Vi sono inoltre pomate naturali che possono aiutare moltissimo in tali circostanze. Vediamo più nel dettaglio:
Se si presentano spesso le ragadi è importante parlare con uno specialista. Può succedere infatti che alcuni soggetti siano predisposti a questo genere di problema. Inoltre la loro durata è soggettiva.
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I rimedi naturali spesso non bastano. Possono essere necessari, contro le ragadi anali, i farmaci. Il medico potrebbe prescrivere lassativi quando c’è un problema di stitichezza, antidolorifici per sopportare meglio il dolore al momento dell’evacuazione e altre volte unguenti che aiutano a rilassare lo sfintere.
Una cura recente è quella a base di tossina botulinica, l’iniezione locale provoca una paralisi leggera, ciò riduce dolore e spasmi inducendo a una guarigione più veloce e meno fastidiosa.
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