La pubalgia è una patologia che vede l’infiammazione dei muscoli della zona pubica, degli adduttori, addominali, piramidali e pettineo. Provoca fastidio e/o dolore d’entità variabile localizzato nell’interno coscia, inguine e addominali.
Chi soffre di pubalgia?
Questa sindrome dolorosa colpisce principalmente gli sportivi provocando dolore spesso cronico. Ne sono afflitti in particolare i calciatori, i giocatori di squash e tutti i soggetti che praticano uno sport in cui gli arti inferiori sono coinvolti in cambi repentini di direzione o che praticano affondi o sollecitazioni importanti sulle gambe.
Nel soggetto sportivo si viene così a creare la degenerazione delle inserzioni tendinee che provocano dolore lieve quando ci si alza al mattino, o un dolore molto intenso che diventa invalidante e impedisce di compiere azioni quotidiane come camminare e salire le scale.
I sintomi della pubalgia
La pubalgia solitamente si manifesta con sintomi localizzati in un punto ben preciso e possono essere sordi o lancinanti. Colpiscono principalmente la zona pubica, quella addominale e la parte interna delle cosce. A volte può arrivare a colpire la zona scrotale negli uomini o quella retropubica, che si manifesta con una sensazione d’incompleto svuotamento della vescica.
Quando l’infiammazione si manifesta per la prima volta, i sintomi solitamente appaiono al mattino appena svegli e sono molto leggeri. Vanno via quando si effettua il riscaldamento o si comincia la corsa, infatti man mano che ci si allena il dolore tende a svanire. Non c’è cosa più sbagliata di continuare ad allenarsi ignorando la sensazione di fastidio sperando che svanisca da solo.
Quando invece la pubalgia peggiora e diventa di entità più grave, il dolore è di tipo continuo e profondo, con fitte lancinanti quando si effettuano movimenti bruschi. Nei casi gravi, il soggetto non riesce più ad eseguire una camminata corretta.
Tipologie di pubalgia
A secondo dei sintomi della pubalgia, questa condizione dolorosa può essere classificata in tre tipologie:
- Tendinopatia inserzionale: in tal caso la pubalgia è provocata dai ripetuti microtraumi a carico dei muscoli adduttori della coscia e i muscoli addominali. Il punto in cui si avverte il dolore è quello della sinfisi pubica, area in cui le forze ascendenti e discendenti dei muscoli si caricano;
- Sindrome sifisiaria: i microtraumi sono causati dai muscoli adduttori che allungandosi in modo non bilanciato creano una sorta di cedimento a livello della sinfisi. La pubalgia in tal caso creerà problemi alla stabilità e all’equilibrio del bacino. Si manifesta solitamente in età da sviluppo, quando la sinfisi è più debole;
- Sindrome della guaina del retto addominale o del nervo perforante del retto addominale del calciatore: come indica il nome di questa tipologia di pubalgia, l’infiammazione è dovuta al gesto di calciare la palla, durante la quale si crea una forte tensione nei muscoli addominali. La tensione può provocare una fissurazione della fascia superficiale che genera lo stiramento del muscolo e la compressione del nervo perforante, che da vita alla sindrome algica.
Inoltre, è possibile classificare questa patologia dolorosa in una graduatoria con tre maco-categorie quali:
- Primo gruppo: pubalgie che interessano adduttori e addominali associate a osteo-artropatia a carico della sinfisi pubica;
- Secondo gruppo: pubalgie che provocano lesioni del canale inguinale e della parete addominale;
- Terzo gruppo: pubalgie non inerenti alla parete addominale ma che causano la compressione nervosa, la lesione del muscolo ileopsoas, fratture o lesioni da stress della sinfisi pubica, neoplasie, fratture alla testa del femore e così via.
Le cause della pubalgia
Secondo quando detto da Jarvinen, esistono ben 72 cause che possono provocare la pubalgia. Queste rientrano in grandi categorie quali: problematiche muscolari, ossee, sistematiche, nervose, croniche e croniche degenerative. Più in generale però, possiamo classificare le cause in estrinseche ed intrinseche:
- Cause intrinseche: sono riconducibili a problemi fisiologici del corpo come lombalgia, displasia dell’anca, iperlordosi, asimmetria degli atri e così via;
- Cause estrinseche: sono dovute a problematiche esterne non fisiologiche come un allenamento sbagliato, attrezzi inadatti, scarpe inadeguate e terreni poco curati dove ci si allena.
Oltre a queste cause, ne esiste una categoria meno conosciuta come quella che vede la pubalgia legata all’articolazione temporo-mandibolare, alla masticazione e di conseguenza alla postura. Una malocclusione crea tensioni a livello cervicale e quindi a tutto il sistema posturale.
Nelle donne in gravidanza la possibilità di soffrire di pubalgia è maggiore. Il motivo è da ricondurre all’ormone relaxina che causa la lassezza della sinfisi pubica.
Rimedi naturali per la pubalgia
Quando si soffre di pubalgia, il primo passo verso la guarigione è smettere di allenarsi. Il riposo dallo sport può durare fino a quattro mesi. In concomitanza con il riposo bisogna eseguire sedute di crioterapia per sfiammare la zona dolorante. La crioterapia non è nient’altro che l’utilizzo del ghiaccio posto sulla zona infiammata per favorire il riposo muscolare e una guarigione più veloce. Se la patologia è all’inizio, si può applicare il ghiaccio da soli a casa, utilizzando borse refrigeranti apposite. Solitamente si ripongono in freezer e si utilizzano all’occorrenza. In alternativa c’è lo spray effetto freddo che svolge lo stesso ruolo del ghiaccio ma è comodo da portare in borsa e utilizzare in qualsiasi luogo e momento.
Da affiancare al riposo e alla crioterapia ci sono le terapie farmacologie a base di antinfiammatori e/o antidolorifici, che possono essere sostituiti con prodotti naturali a base di curcuma, zenzero, arnica e artiglio del diavolo. La crema a base di arnica è ottima per alleviare il dolore localmente sia prima che dopo l’attività sportiva. È perfetta per ridurre gli ematomi, il gonfiore e il dolore muscolare.
La pomata a base di artiglio del diavolo è ottima per chi gioca a calcio. È un ottimo prodotto sostituito delle creme farmacologiche. Basta applicarla due volte al giorno per avvertire miglioramenti già il giorno dopo la prima applicazione.
Prevenire la pubalgia
Poiché la pubalgia spesso diventa cronica e tende ad affliggere il soggetto per molto tempo, è necessario capire come prevenirla. È fondamentale seguire allenamenti di qualità. Bisogna sempre rivolgersi ad uno specialista in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate anche solo per una consulenza sulla correttezza della vostra attività fisica. Infatti, se l’allentamento sbagliato è la prima causa della pubalgia, un buon allenamento è la prima soluzione preventiva.
Gli esercizi mirati a rinforzare la zona inguinale, interno coscia e addominale sono il miglior modo per giocare in anticipo. Inoltre questa tipologia di esercizi permette una ripresa graduale ma costante delle funzionalità dei muscoli. Rientrano nella lista di esercizi consigliati:
- Esercizi posturali;
- Stretching e allungamento P.N.F. dei muscoli adduttori;
- Esercizi tesi al miglioramento della coordinazione intermuscolare e alla riprogrammazione degli schemi motori sbagliati;
- Rinforzo dei muscoli addominali e quelli delle gambe con l’utilizzo di elastici.
Inoltre è fondamentale utilizzare un materasso in memory foam per assumere una corretta postura mentre si dorme prevenendo così scompensi cervicali e lungo tutto il tratto lombare che si ripercuote sull’equilibrio del bacino.