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Non si può parlare di profarmaco, dal momento che svolge un’azione farmacologica, anche se subisce un’ossidazione all’interno di un metabolita attivo maggiore, che corrisponde al fenobarbital e all’interno di un metabolita minore, che corrisponde invece alla feniletimalonamide (denominata PEMA). Al giorno d’oggi non si conosce ancora alla perfezione il meccanismo d’azione di tale farmaco.
Il primidone, esattamente come avviene con il suo metabolita fenobarbital, viene utilizzato soprattutto per la cura delle epilessie. Può tornare utile sia per il trattamento dell’epilessia generalizzata secondaria, sia per la forma parziale, ma anche per l’epilessia psicomotoria e l’epilessia tonico-cronica generalizzata primaria. Questo farmaco può essere impiegato anche per la cura delle crisi focali, così come per il trattamento delle crisi acinetiche e le crisi miocloniche. Ad ogni modo, per quanto riguarda la sedazione che riesce a comportare, viene spesso impiegato solamente nei casi in cui i pazienti abbiano una notevole resistenza rispetto ad altre tipologie di antiepilettici.
L’uso del primidone viene piuttosto di frequente sconsigliato in tutti quei pazienti che hanno un’ipersensibilità oppure soffrono di reazioni di natura allergica rispetto a tale farmaco, così come nei confronti dei barbiturici. Inoltre, è meglio che chi soffre di porfiria eviti di assumere tale medicinale.
In alcuni casi, i pazienti che sono in cura con il primidone possono avere a che fare con degli effetti collaterali ben specifici. Stiamo facendo riferimento a sonnolenza, scarsa capacità di concentrazione e facile irritabilità. In altre occasioni possono insorgere delle problematiche neurotossiche, che nella maggior parte dei casi sono semplicemente temporanee, anche nel momento in cui insorgano in modo intenso. Si tratta, ad esempio, di cefalea, nausea, vomito, vertigini, problematiche visive. Solamente in casi molto rari possiamo trovare dei sintomi come artralgia e problematiche della personalità, così come edema che colpisce gli arti inferiori, poliuria e mancanza di potenza sessuale. Nei casi decisamente più gravi e anche estremamente rari, possono insorgere anemia aplastica, anemia megaroblastica e agranulocitosi. Il primidone può anche comportare qualche condizionamento nel metabolismo della vitamina D. Tale disturbo può permettere più facilmente lo sviluppo di problematiche alle ossa.
In Italia questo farmaco viene venduto sotto forma di compresse da 250 mg. La dose perfetta deve essere calibrata in modo progressivo in relazione alle caratteristiche del paziente, in maniera tale da poter controllare totalmente le crisi. La dose più alta che si può somministrare è pari a otto compresse al giorno nelle persone adulte (pari a circa 2 grammi al giorno). Esattamente come tutti gli altri barbiturici, l’interruzione di una terapia deve essere sempre eseguita in maniera graduale. Quando, invece, si interrompe il trattamento in modo improvviso, allora tale situazione può comportare l’insorgere di crisi epilettiche.
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