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In gran parte dei casi, le porfirie si possono considerare come delle malattie di carattere ereditario, che vengono provocate da delle alterazioni genetiche codificanti che colpiscono gli enzimi dedicati alla biosintesi dell’EME. Tale trasmissione può accadere sia tramite una modalità autosomica dominante (basta anche solamente la trasmissione di una copia modificata del gene da uno dei due genitore per poter sviluppare tale patologia), ma anche con una modalità autosomica recessiva. In quest’ultimo caso il soggetto eredita due copie modificate del gene da tutti e due i genitori. I sintomi classici legati a tale patologie cominciano a insorgere solamente nell’età adulta. Sono piuttosto rari i casi, infatti, in cui si manifestano già durate l’età infantile o adolescenziale.
In questa sede introduttiva, iniziamo con il rammentare che esistono due categorie principali di porfiria: la porfiria acuta, che colpisce principalmente il sistema nervoso, e la porfiria cutanea, che invece interessa principalmente la pelle. Alcuni tipi di porfiria presentano sia sintomi del sistema nervoso che sintomi cutanei.
Naturalmente, la porfiria non può essere curata, e alcuni cambiamenti nello stile di vita quotidiano possono aiutare a contenere il rischio di innescare i sintomi o gestire gli stessi. Il trattamento dei sintomi dipende dal tipo di porfiria che il paziente manifesta di avere.
I sintomi della porfiria possono variare in maniera notevole, e spesso dipendono dalla gravità, dal tipo e dalle caratteristiche degli individui colpiti da tale condizione.
Cerchiamo di differenziarli a seconda che si tratti di porfiria acuta o di porfiria cutanea.
Le porfirie acute, come abbiamo già avuto modo di rammentare, includono condizioni che determinano dei sintomi tipici al sistema nervoso. Tali sintomi possono apparire rapidamente e possono essere anche piuttosto gravi per la salute dell’individuo.
Per quanto attiene la loro durata, i sintomi possono estendersi da alcuni giorni a diverse settimane, e di solito migliorano lentamente dopo l’attacco. La porfiria acuta intermittente è la forma più diffusa di porfiria acuta.
Detto ciò, per quanto il seguente elenco non sia esaustivo, i principali sintomi della porfiria acuta possono includere:
L’elenco che sopra abbiamo brevemente riassunto non è ovviamente esaustivo. Parlatene con il vostro medico per poterne sapere di più.
Le porfirie cutanee comprendono diverse forme della malattia che, come intuibile e in parte già accennato, causano sintomi cutanei che però, fortunatamente, generalmente non interessano il sistema nervoso.
Come risultato dell’esposizione al sole in condizione di porfiria cutanea, si può sperimentare:
Anche in questo caso, è utile rammentare che non siamo di fronte a un elenco completo di sintomi, e che è pertanto opportuno condividere sempre con il proprio medico il proprio stato di salute.
Si tenga anche conto che molti segni e sintomi della porfiria sono in realtà piuttosto simili a quelli di altre condizioni più comuni, e che proprio questa caratteristica può in realtà rendere piuttosto difficile una corretta diagnosi preliminare.
Come abbiamo avuto modo di anticipare, la porfiria crea un problema nell’emoglobina e, in particolar modo, nelle proteine dei globuli rossi che trasportano l’ossigeno dai polmoni a tutte le parti del corpo, organi e tessuti.
Nella porfiria cutanea, le porfirine si accumulano nella pelle e, se esposte alla luce solare, causano i sintomi che abbiamo avuto modo di esaminare. Nelle porfirine acute, l’accumulo danneggia il sistema nervoso.
Passando alle cause, la maggior parte delle forme di porfiria sono ereditarie e, dunque, la malattia può essere trasmessa se si eredita un gene difettoso di uno dei genitori (modello autosomico dominante) o i geni difettosi di entrambi i genitori (modello autosomico recessivo).
Ovviamente, solo perché si eredita un gene o i geni dei genitori, in grado potenzialmente di scatenare la porfiria, non significa che il figlio dovrà condividerne segni e sintomi. Il paziente figlio potrebbe infatti avere quella che viene comunemente chiamata come porfiria latente e, dunque, non sviluppare mai dei sintomi nella propria intera esistenza.
Di contro, la porfiria cutanea “tarda” è tipicamente acquisita, piuttosto che ereditaria, anche se la carenza enzimatica può essere ereditaria. Alcuni fattori scatenanti che influiscono sulla produzione di enzimi – come l’eccesso di ferro nel corpo, malattie epatiche, farmaci a base di estrogeni, fumo o eccessivo consumo di alcol – possono causare tali sintomi.
Per quanto concerne i fattori di rischio, oltre ai rischi genetici, sono quelli ambientali a contribuire in misura maggiore le possibilità di innescare lo sviluppo di segni e sintomi nella porfiria.
Esempi di fattori di rischio scatenanti possono includere:
Anche in questo caso, non possiamo che evidenziare brevemente come non ci troviamo dinanzi a un elenco completo di fattori di rischio scatenanti, e che sarebbe pertanto bene condividere le proprie condizioni di salute con il medico di riferimento.
Anche se non sempre la porfiria conduce a effetti gravi, è bene ricordare che le possibili complicazioni dipendono dalla forma della porfiria e possono essere potenzialmente anche letali.
È il caso delle porfirie acute, che possono essere mortali nel caso in cui un attacco non viene trattato prontamente. Durante un attacco, si possono verificare condizioni di disidratazione, problemi respiratori, convulsioni e ipertensione. Gli episodi spesso richiedono un ricovero ospedaliero per il trattamento immediato. Le complicazioni a lungo termine con attacchi acuti ricorrenti possono includere dolore cronico, insufficienza renale cronica e danni al fegato.
Le porfirie cutanee possono causare danni permanenti alla pelle. Inoltre, le vesciche cutanee possono infettarsi. Quando la pelle guarisce dopo la porfiria cutanea, può avere un aspetto e una colorazione anomala, essere particolarmente fragile o lasciare cicatrici.
Sebbene attualmente non sia noto un modo per prevenire la porfiria, se il paziente è già colpito da tale patologia non potrà che cercare di contenere i fattori di rischio per prevenire almeno i sintomi.
Inoltre, si ricordi che il fatto che la porfiria sia di solito un disturbo ereditario, non significa che tutti i familiari ne siano colpiti. È comunque consigliabile che figli, fratelli e altri membri della famiglia prendano in considerazione l’idea di effettuare un test genetici per determinare se hanno già contratto la malattia, e ottenere una consulenza genetica.
Molti segni e sintomi della porfiria sono simili a quelli di altre malattie più comuni. Inoltre, considerato che la porfiria è rara, il vostro medico potrebbe essere in difficoltà nel compiere una diagnosi puntuale.
In linea generale, per poter arrivare a una diagnosi precisa sarà opportuno effettuare specifici test di laboratorio, che aiuteranno il personale sanitario a determinare quale forma di malattia si ha. Vengono eseguiti diversi test a seconda del tipo di porfiria che il vostro medico sospetta che possiate avere, ma di solito si ricorre a una combinazione di test del sangue, delle urine o delle feci.
Altri test possono essere necessari per confermare il tipo di porfiria che avete, e prove genetiche e consulenza possono essere raccomandati nella famiglia di una persona affetta da porfiria.
Il trattamento dipende dal tipo di porfiria e dalla gravità dei sintomi. Generalmente, la cura comprenderà l’identificazione e la prevenzione dei sintomi e quindi l’attenuazione degli stessi sintomi quando si manifestano.
Occorrerà inoltre condividere l’importanza di evitare e contenere i fattori di rischio. Ad esempio:
Il trattamento degli attacchi di porfiria acuta si concentra principalmente sul fronteggiare in modo rapido i sintomi e sulla prevenzione delle complicazioni. Il trattamento potrebbe ad esempio includere:
Nel caso in cui il paziente dovesse soffrire di porfiria acuta, è fondamentale svolgere un’adeguata azione di prevenzione. Infatti, si consiglia di evitare l’uso di farmaci che possano portare a tale patologia, cercando di prediligere una dieta ricca di zuccheri. Ci sono anche dei trattamenti specifici proprio per evitare che le crisi acute possano dare eccessivo dolore al paziente. Alcune persone che soffrono di tale disturbo che devono affrontare un’anestesia, dovrebbe evitare l’impiego di farmaci come il tiopentale e i barbiturici complessivamente. Infatti, questi ultimi hanno la particolarità di riuscire a causare una crisi acuta di porfiria per colpa dell’induzione enzimatica che attivano all’interno del fegato. In tutti questi pazienti, nella maggior parte dei casi, viene consigliata l’assunzione di propofol, come farmaco per indurre l’anestesia. Per quanto riguarda i casi di porfirie non acute, anche in tutti coloro che soffrono di morbo di Gunther si prova ad eseguire il trapianto di midollo osseo; in alternativa vengono effettuate anche delle trasfusioni. Per quanto riguarda la porfiria cutanea tarda, il trattamento iniziale deve vertere soprattutto sull’eliminazione dell’elemento di tossicità (che può essere il ferro, il virus, l’alcool oppure il principio attivo di alcuni farmaci), così come sull’azione protettiva nei confronti del sole. Successivamente c’è la possibilità di integrare la terapia per incrementare l’espulsione delle porfirine. Per quanto riguarda, infine, la protoporfiria, il trattamento principale prevede di svolgere un’azione di protezione nei confronti dei raggi solari, mediante l’uso di creme schermanti così come con l’assunzione di beta carotene.
Il trattamento delle porfirie cutanee si concentra invece sulla riduzione dell’esposizione a fattori scatenanti come la luce solare e sulla riduzione della quantità di porfirine nel corpo per aiutare ad eliminare i sintomi. Questo può includere:
Esistono poi alcuni rimedi “casalinghi” e alcune correzioni al proprio stile di vita, che potrebbe essere utile assumere nella debita considerazione.
In particolare, se si soffre di porfiria potrebbe essere utile:
Parlatene dunque con il vostro medico per saperne di più, scoprendo in che modo poter fronteggiare con efficacia le caratteristiche di questa malattia.
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