Malattie

Parliamo della polmonite interstiziale e dei gravi problemi che comporta

La malattia polmonare interstiziale descrive un ampio gruppo di disturbi, si contano infatti oltre duecento diversi tipi di lacerazioni o infiammazioni di tipologia differente che possono colpire i polmoni. In ogni caso, la maggior parte di questi fastidi causa delle vere e proprie cicatrici sul tessuto polmonare, che, a lungo andare, finisce col collassare in maniera definitiva. Le cicatrici associate alla malattia polmonare interstiziale, infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, influenzano la tua capacità di respirare e di ottenere abbastanza ossigeno dal sangue. La malattia polmonare interstiziale può essere causata da vari fattori, in alcuni casi, ad esempio, appare in seguito ad una prolungata esposizione a materiali cancerogeni come l’amianto, ma anche malattie come l’artrite reumatoide possono causare l’insorgere di questo grave disturbo. Nonostante ciò, gli studiosi hanno osservato dei particolari casi in cui la malattia sembra essere sorta in maniera del tutto improvvisa, senza problemi di salute pregressi.

Una volta che si verifica la cicatrizzazione polmonare, è generalmente irreversibile, ed i pazienti dovranno condividere con questa condizione praticamente per tutta la vita. I farmaci esistono, ma sono in grado solo di rallentare i danni che la malattia provoca, ed una fetta molto ampia delle persone affette dal disturbo non recupereranno mai in maniera totale il pieno utilizzo dei polmoni. Spesso, infatti, nei casi più gravi, l’unica speranza di salvezza resta il trapianto degli organi.

Esempio di radiografia polmonare-Anna Shvets-pexels.com

La malattia polmonare interstiziale ed i suoi sintomi

La malattia polmonare interstiziale danneggia i tessuti tra le piccole sacche d’aria presenti nei polmoni, i cosiddetti alveoli polmonari, ed i vasi sanguigni che li circondano. A causa di questi danni diventa complesso spostare l’ossigeno presente nei polmoni e trasportarlo in tutte le altre parti del corpo. I principali campanelli d’allarme che ci indicano la possibile presenza della malattia sono la mancanza di respiro anche a riposo o durante un minimo sforzo fisico, e la presenza di una tosse secca che si protrae per giorni e giorni. Purtroppo però, quando i sintomi sopracitati appaiono, il danno ai nostri polmoni esiste già, e, come detto, molto probabilmente sarà già irreversibile.

Tuttavia, è importante consultare il medico al primo segno di problemi respiratori, in quanto continuare senza nessun ausilio medico o farmaco peggiorerà ancora di più la situazione. In alcuni casi, infatti, alcune malattie polmonari possono essere curate anche quando i primi sintomi fanno la loro comparsa, e contattare il proprio medico di fiducia risulta quindi fondamentale per affrontare nella maniera più corretta la malattia. Infatti, lasciar peggiorare i sintomi può condurci anche alla morte, in quanto molto probabilmente andremo incontro a infezioni polmonari e vere e proprie insufficienze respiratorie, condizioni in cui sostanzialmente nel nostro corpo i livelli di ossigeno sono molto bassi, ed anzi, crescono i valori di anidride carbonica.

Le cause della malattia

La malattia polmonare interstiziale sembra verificarsi quando una lesione ai polmoni innesca una risposta di guarigione del tutto anomala. Normalmente, quando si presentano delle lesioni, il nostro organismo rigenera il tessuto in maniera corretta, ma, in alcuni casi, il quantitativo di tessuto risulta essere eccessivo, o si ha una rigenerazione solo parziale. In questi casi si parla infatti di malattia polmonare interstiziale, ed il tessuto che si trova intorno agli alveoli polmonari appare o ancora lacerato, o troppo spesso, complicando, di molto, il passaggio di ossigeno all’interno del nostro plasma.

La malattia polmonare interstiziale può essere scatenata da molti diversi fattori, comprese le tossine presenti nell’aria o in particolari materiali, come segnalato in precedenza. Anche l’abuso di alcuni tipi di farmaci o trattamenti medici possono provocare questo disturbo, in particolare antibiotici ed antinfiammatori. In moltissimi casi, però, i medici non sono riusciti a trovare la causa scatenante della malattia in alcuni pazienti, ed ancora poco si sa dunque su questa questione. Se è vero che alcuni fattori aumentano il rischio di insorgenza, li vedremo a breve, infatti, in alcuni casi la malattia sembra manifestarsi in maniera del tutto casuale.

Medico che osserva la salute dei polmoni di un paziente-Anna Shvets-pexels.com

I principali fattori di rischio

Mostriamo ai nostri lettori alcuni fattori di rischio che aumentano la possibilità di incappare nella malattia polmonare interstiziale, tra questi citiamo sicuramente l’età, infatti la maggior parte degli individui affetti dalla malattia hanno una età avanzata, e quella dei bambini, o dei neonati, si deve a motivazioni differenti. Altro fattore di rischio è l’esposizione alle tossine, agricole, edili, minerarie, o anche del tutto ambientali, in quanto le sostanze inquinanti che respiriamo danneggiano fortemente i nostri polmoni. Anche il reflusso gastroesofageo può portare allo sviluppo della malattia a causa dei succhi acidi che risalgono verso l’esofago. Altro grave fattore è il fumo, le sigarette danneggiano i nostri polmoni in maniera generale, e ciò sicuramente indebolisce i due organi adibiti alla respirazione.

I principali trattamenti per fronteggiare la malattia

Come detto in precedenza, non esistono farmaci che curano la malattia ma solo medicinali che aiutano a rallentare il processo di danneggiamento del tessuto polmonare. Tra questi farmaci citiamo sicuramente i corticosteroidi, che hanno il compito di  ridurre l’infiammazione, farmaci antifibrotici e citotossici, che si occupano invece di rallentare la cicatrizzazione polmonare, e l’ossigenoterapia. In alcuni casi, infatti, quando i livelli di ossigeno sono troppo bassi, il medico potrà prescrivere al paziente delle sedute in cui, attraverso una maschera ed una bombola di ossigeno, viene inalata proprio la sostanza al fine di equilibrarne i valori nel sangue. Infine, solo nei casi più gravi, la speranza ultima è il trapianto polmonare.

 

Pasquale Arrichiello

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