La  poliomielite è una patologia virale acuta e contagiosa, che colpisce il sistema nervoso: proprio la delicatezza e la complessità del target di questa malattia, la rende potenzialmente molto pericolosa per la salute dell’uomo. La degenerazione della poliomielite può infatti indurre a una paralisi totale o parziale, e danni neurologici, di natura irreversibile, al paziente che ne è affetto. Debellata nel mondo occidentale (salvo pochi casi ancora riscontrabili), in ampie aree del mondo purtroppo la poliomielite è ancora oggi una minaccia reale per la salute dei pazienti che ne vengono affetti.

Cause della poliomielite

La poliomielite è determinata da un virus chiamato poliovirus, un microrganismo patogeno, che appartiene al genere degli enterovirus e alla famiglia dei picornavirus. L’agente si trasmette da uomo a uomo, principalmente per via oro-fecale, per ingestione di alimenti o di bevande che sono stati precedentemente contaminati. È inoltre possibile che la poliomielite, pur più raramente, possa contagiarsi anche per contatto con muco, con saliva o con catarro infetto.

Una volta che il virus entra nell’organismo, il microrganismo si replica per due o tre settimane (cioè, il tempo di incubazione), e viene escreto con le feci per 2-3 settimane, e con la saliva per 2-3 giorni.

Sintomi della poliomielite

La poliomielite, come noto, è una malattia potenzialmente molto grave. Nonostante ciò, però, la stragrande maggioranza dei pazienti che ne sono affetti non osserva dei sintomi apprezzabili, lamentando invece dei sintomi che sono molto simili a quelli di una comune influenza, o risultano essere facilmente confusi con quelle delle comuni infezioni cui tutti noi, prima o poi, siamo soggetti nel corso della propria esistenza.

Purtroppo, però, in alcuni casi i sintomi e i segni che la poliomielite lascia sono estremamente gravi. Dalle più recenti statistiche mediche internazionali sembra infatti che circa 1 paziente ogni 200 malati di poliomielite possa riportare delle lesioni ai nervi estremamente gravi, fino ad arrivare alla paralisi permanente e irreversibile, o alla morte.

Lieve e grave

La poliomielite può essere declinata in due diverse forme, a seconda del suo livello di incisività. Nella poliomielite lieve, o minore o abortiva, la malattia può decorrere in maniera asintomatica, o quasi. Nelle maggioranze delle ipotesi, infatti, la poliomielite lieve produrrà dei sintomi lievi come una sensazione di affaticamento, la diarrea, la nausea e il vomito, il dolore al collo, la febbre/febbricola, una sensazione di irritabilità, il mal di gola, il mal di testa, la meningite, alcuni problemi di natura gastrointestinale, gli spasmi muscolari, la rigidità al collo e agli arti.

Come intuibile, la poliomielite più pericolosa è l’altra forma, denominata grave, paralitica o maggiore. La “buona” notizia, se così si può dire, è che questa forma di poliomielite riguarda un numero estremamente limitato di pazienti poliomelitici. Questa variante della patologia si manifesta generalmente con una sintomatologia iniziale che può essere facilmente confusa con quella delle normali influenze. Dopo un periodo di tempo di una o due settimane, invece, i sintomi peggiorano con gradualità, e il paziente inizierà a amanifestare dei sintomi piuttosto più concreti e seri come la perdita dei riflessi, i dolori muscolari non lievi, l’incapacità di deambulazione, la perdita temporanea della sensibilità alla pelle, gli spasmi muscolari, una paralisi flaccida (gli arti iniziano a perdere tono muscolare).

Sempre in materia di poliomielite maggiore o grave, ricordiamo come la stessa possa coinvolgere in maniera più comune e diffusa gli arti inferiori, sebbene possano risultare compromessi anche l’addome e il torace o, più su, collo e gola. Nel momento in cui il poliovirus riesce a raggiungere i nervi del midollo spinale, che controllano i muscoli toracici, aumenta in modo significativo il rischio di insufficienza respiratoria, con conseguenze spesso mortali.

Sindrome post-polio

L’occasione è utile anche per potersi soffermare, pur brevemente, della sindrome post-polio, una sindrome che è costituita da un insieme di segni e di sintomi che affliggono per molti anni dopo la guarigione della poliomielite. I sintomi sono spesso invalidanti, e possono accompagnare il paziente per decenni dopo la guarigione dalla poliomielite (guarigione “presunta”, considerato che in realtà i sintomi si trascineranno per più di 20 anni, rendendo impossibile parlare di una guarigione vera e propria).

Tra i sintomi più tipici della sindrome post-polio, ricordiamo brevemente una sensazione di affaticamento generale, le apnee notturne, l’atrofia muscolare, la debolezza articolare, la difficoltà dell’addormentamento, la difficoltà respiratorie e deglutitorie, la scarsa tolleranza al freddo.

Come diagnosticare la poliomielite

La poliomielite può essere riconosciuta dal medico dai sintomi, tastando la rigidità del collo, un dolore anomalo alla schiena, difficoltà di respirazione, anomalia dei riflessi, e così via. Per poter arrivare a una conferma della malattia, bisognerà comunque procedere a effettuare una serie di analisi come il prelievo di un campione biologico, analizzando il liquido cerebro-spinale e l’espettorato. Anche un campione di feci potrebbe essere utile per poter diagnosticare il possibile rilevamento del poliovirus.

Cura della poliomielite

Per il momento non è ancora stato individuato un farmaco che sia in grado di uccidere completamente il poliovirus, il virus che è colpevole della poliomielite. Il trattamento sarà dunque finalizzato a cercare di alleggerire i sintomi che possono essere manifestati attraverso la poliomielite, al fine di migliorare le condizioni di vita del paziente affetto. I pazienti che sono colpiti dalla forma lieve di poliomielite dovrebbero rimanere a letto in completo riposo, e assumere dei farmaci per poter controllare la febbre e i sintomi che possono essere confusi con quella di una comune influenza.

Nella forma più grave e maggiore della poliomielite, invece, il discorso è ben più complesso. La terapia fisica dovrà essere portata avanti per cercare di minimizzare il danno muscolare, e rallentare la progressione della paralisi. Nell’istante in cui la poliomielite intacca i muscoli della respirazione, il paziente necessiterà di un aiuto di natura meccanica, consistente nell’inserimento di un tubo direttamente nella trachea, collegato a un polmone artificiale.

Nel caso, comune, in cui i pazienti poliomelitici gravi possano lamentare dei problemi urinari, potrebbe essere consigliabile l’utilizzo di cateteri.

Per poterne sapere di più, vi consigliamo di ricorrere al consulto del proprio medico di fiducia, condividendo con lui eventuali sintomi e segnali da approfondire.

Vincenzo Tiano

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