La pertosse detta anche tosse canina, tosse assassina e tosse convulsa è una malattia molto contagiosa e aggressiva causata dal battere Gram-negativo denominato Bordetella Pertussis. Questa malattia colpisce soprattutto i bambini colpendone le mucose di rivestimento delle vie respiratorie. Dopo due settimane di incubazione dal contagio la malattia si manifesta prima apparentemente come un raffreddore per trasformarsi poi in pertosse, con sintomi molto più aggressivi. La pertosse si trasmette per via aerea nelle goccioline di saliva che vengono emesse con la tosse e gli starnuti.
Questa malattia è un problema sanitario nei paesi in via di sviluppo dove si manifestano la maggioranza degli episodi infettivi e ben 500.000 morti all’anno. Fino agli anni Novanta in Italia ci sono stati 13.000 casi di pertosse all’anno circa, il vaccino li ha ridotti ad un migliaio all’anno.
Rischi
La pertosse può determinare anche gravi danni invalidanti e permanenti se incorre in complicanze. Di media nel 20% dei casi è necessario il ricovero. Nel caso dei neonati il ricovero viene fatto sempre per prevenzione. Fra le complicazioni più frequenti vi sono emorragie dal naso a seguito della tosse, otite media, polmoniti e broncopolmoniti, encefalopatie. La mortalità è 1 su 1.000 e di solito si tratta di bambini che non hanno nemmeno un anno, a causa di complicazioni che portano a polmonite o encefalite.
Sintomi
L’incubazione della malattia dura un paio di settimane e i primi sintomi sono confondibili tranquillamente con quelli di un raffreddore comune (catarro, tosse, febbricola e inappetenza interessano la prima fase) ma tendono ad aggravarsi in una settimana. La notte in particolare la tosse diventa insopportabile, caratterizzata da brevi colpi seguiti da un’inspirazione volontaria che somiglia ad un urlo. Altri sintomi sono epitassi (ovvero sangue dal naso), nausea, vomito.
I segni più comuni di pertosse sono:
- anoressia
- astenia
- sangue dal naso
- occhi arrossati
- catarro
- raffreddore
- tosse
Gli ultimi tre sintomi qui elencati non interessano solamente la pertosse. Nei bambini piccoli questi sintomi sono ben evidenti e si manifestano pressoché tutti, mentre negli adulti la sintomatologia risulta essere più sfumata e quindi è più difficoltoso distinguerli da una bronchite virale. Nei neonati la pertosse è pericolosa soprattutto perché possono manifestare apnea e ipossia, quindi soffocare.
Decorso della malattia
La pertosse inizia dopo un periodo di incubazione di 5-15 giorni in cui non vi sono sintomi e complessivamente dura 6-10 settimane, nella sua versione non complicata.
Inizia poi una prima fase, il periodo catarrale, durante cui i sintomi sembrano quelli di un’infezione classica delle vie respiratorie, quindi un raffreddore. Si manifesta tosse stizzosa, catarro e febbricola, cioè un leggero rialzo della temperatura del corpo. Questa fase è quella di maggiore infettività e qui iniziano a manifestarsi differenze rispetto alla classica influenza. Infatti si vede che i sedativi per la tosse non danno alcun risultato. Il malessere generale aumenta, il soggetto è debole e spossato.
A seguire inizia una fase accessionale, detta anche parossistica, nella quale si assiste, in particolare di notte, a crisi di tosse che vanno spegnendosi nel giro di 2-4 settimane poco a poco. La tosse notturna è forte, breve e contigua e tra un colpo e l’atro c’è un solo respiro lungo e una generosa inspirazione a glottide chiusa che produce un rantolio stridulo. In molti casi a questo punto dopo 5-6 crisi si può incorrere nel vomito oppure con espettorazione di materiale mucoso filamentoso e denso. Si va dalle 5 alle 4 crisi al giorno. Inizia poi il periodo di convalescenza, che dura 1-4 settimane.
Contagio
La pertosse si trasmette in modo esclusivo tra esseri umani mediante gocce di saliva espulse con la tosse. Il battere della Bordetella Pertussis è piuttosto fragile alle condizioni ambientali, quindi la trasmissione se c’è è sostanzialmente diretta. Le goccioline infette sono molto contagiose. Venuti in contatto diretto con esse c’è il 90-100% di possibilità di contrarre la malattia. La contagiosità è massima nella fase di incubazione e nella fase catarrale ed è maggiore quando la malattia non viene curata.
Vaccinazione
In Italia è diffuso il vaccino per la pertosse e il numero di episodi è quindi decisamente diminuito in un primo momento. Di fatto c’è stato un aumento dei casi dovuto probabilmente al cambiamento del battere e del calo dell’immunità indotta dalla vaccinazione (non ha durata a vita). Ad ogni modo la vaccinazione ha contribuito nell’abbattimento delle complicanze della pertosse, che riguardavano l’apparato respiratorio (polmoniti, broncopolmoniti etc.), quello nervoso (encefaliti, asfissia, convulsioni,) e quello circolatorio (quindi emorragie polmonari), diminuendo di molto la letalità della malattia.
In Italia la vaccinazione per la pertosse non è obbligatoria, ma viene consigliata dalla maggior parte dei pediatri entro l’anno di età. Di solito si associa questo vaccino a quello per altre malattie, come l’epatite B, il tetano, la difterite, la poliomielite, la meningite.
Cura
La terapia della pertosse contempla di solito l’utilizzo di farmaci antibiotici, oppure cortisonici e sedativi per la tosse. I primi aiutano a migliorare la sintomatologia e ad abbreviare il decorso se vengono assunti prima dell’inizio della fase accessionale. Dopo questa contribuiscono a ridurre solamente la contagiosità della malattia.
La profilassi dovrebbe essere estesa a tutte le persone esposte alla malattia, indipendentemente dal vaccino fatto o meno. Considerando che c’è il rischio di una prognosi infausta, nel caso dei neonati si usa il ricovero in ospedale. Dopo 5 giorni, se le condizioni lo permettono i bambini colpiti da pertosse possono uscire dall’isolamento a casa e tornare a scuola.
Bibliografia e credit
- Malattie infettive. Mauro Moroni, Roberto Esposito, Spinello Antinori; Ed. Edra Masson; 2014
- Manuale di malattie infettive. Mauro Moroni, Spinello Antinori, Vincenzo Vullo; Ed. Elsevier; 2009
- Microbiologia medica. Patrick R. Murray,Ken S. Rosenthal,Michael A. Pfaller; Ed. EDRA; 2017