Disturbi oculari

Orzaiolo: come riconoscerlo e curarlo

Lo Stafilocco è tra i più comuni Gram-positivi, responsabile di molte infezioni. Questa diffusione è dovuta alle poche necessità del batterio, che riesce a crescere in molte diverse condizioni ambientali. Attacca quasi sempre la pelle, le sue ghiandole e le sue mucose. Vive bene in alcuni generi alimentari, ma anche in ambienti inerti, come i terreni e le sabbie.

Lo stafilococco più attivo in questi attacchi alla cute è lo Staphylococcus aureus, capace di introdursi nei follicoli e nei foruncoli. Gli stafilococchi si nutrono di alcuni elementi della pelle, come l’acido lattico o l’acido acetico. Altri tipi di stafilococchi sono saprofiti, ovvero si alimentano grazie a cellule e tessuti morti.

Cos’è un orzaiolo

Un orzaiolo è un rigonfiamento che si forma sulla palpebra inferiore o superiore, a causa dell’ostruzione di una ghiandola.

Quali sono le cause di un orzaiolo

Gli orzaioli si verificano quando una ghiandola nella o sulla palpebra, si ostruisce. Questa condizione può verificarsi se l’apertura della ghiandola è ostruita da tessuto cicatriziale o da una sostanza estranea (si pensi al trucco o alla polvere). O ancora se vi è un ispessimento della sostanza prodotta dalla ghiandola, causando così un flusso più lento del materiale o un totale blocco.

Contagio

L’orzaiolo è piuttosto contagioso. Basta il solo contatto delle mani sporche per consentire al batterio di evolversi ed infettarsi. Proprio per questo alcuni studi medici hanno accertato che gli individui affetti da blefarite (infezione della palpebra) sono i più esposti al rischio di contrarre l’orzaiolo. Di conseguenza è assolutamente opportuno evitare di toccarsi/strofinarsi gli occhi quando infetti o infiammati.

La manifestazione è molto rapida, così come abbastanza rapida è la sua sparizione. L’orzaiolo, infatti, regredisce in una manciata di giorni.

Ai fini di una corretta cura è importante distinguere i due tipi di orzaiolo.

  1. Orzaiolo esterno. Cresce lungo il bordo dell’occhio a causa della propagazione del batterio alle ghiandole di Moll e Zeiss
  2. Orzaiolo interno. Obiettivo del batterio sono le ghiandole di Meibomio. Localizzate sul lato interno trasversale della palpebra superiore, a ridosso del bulbo oculare.

In alcuni casi può trasformarsi in calazio, una cisti dolorosa che cresce nella palpebra.

Tra i principali sintomi ricordiamo.

  1. Percezione di dolore alla pressione o allo sfregamento dell’occhio.
  2. Lacrimazione anormale.
  3. Ipersensibilità alla luce.
  4. Formazione di piccoli brufoli a livello della palpebra.

Tuttavia una visita dal vostro medico potrà confermare o meno i propri sospetti.

Consigli

Secondo alcuni studi clinici, l’orzaiolo tende a scomparire nel corso di una o di due settimane. Il rigonfiamento visibile all’esterno viene riassorbito anche dopo soli due o quattro giorni. L’orzaiolo generalmente scompare senza lasciare danni sul lungo termine. Spesso, infatti, la cosa migliore da fare è non fare assolutamente nulla e lasciare riposare la zona in questione.

L’orzaiolo tende infatti a maturare e a “scoppiare” in misura autonoma. Di conseguenza non bisogna provare ad accelerare il suo decorso andando a strizzarlo. L’orzaiolo non deve infatti essere toccato con le mani o premuto.

Chi “soffre” normalmente di orzaiolo, può assumere degli antibiotici, capaci di combattere i batteri, come lo stafilococco. Vi sono alcune pomate concepite proprio per l’uso oftalmico, cioè degli occhi. Tra queste, la più indicata per trattare l’orzaiolo è l’eritromicina.

L’eritrocimina è tra i primi antibiotici degli anni 50, ma vede ancora un largo uso in farmacologia. Viene utilizzato nell’orzaiolo perché agisce sui batteri Gram-positivi come gli stafilococchi. Ha inoltre azione anche su altri batteri, responsabili di infezioni serie come la Brucella e la Bordetella pertussis.

Il ricorso agli antibiotici è comunque raro, sia per la semplicità dell’autorisoluzione dell’orzaiolo, che per non caricare l’organismo con medicinali il cui uso prolungato risulterebbe controproducente. Un rimedio non antibiotico, ma efficace, è l’applicazione di OcuSoft Plus, che è comunque un antibatterico.

Qualche rimedio naturale.

E’ possibile applicare, più volte al giorno, impacchi caldi direttamente sull’occhio infetto. In altre parole, il caldo diretto può alleviare il dolore e favorire l’eliminazione spontanea del pus. Gli impacchi potranno essere ripetuti anche tre o quattro volte al giorno. Basterà poggiare (senza forti pressioni) il panno umido, pulito, per almeno 5-10 minuti per applicazione.

Un rimedio naturale molto efficacie è fare un impacco di camomilla, che aiuta a curare l’infiammazione dell’orzaiolo. Anche in questo caso, fate un impacco con un panno bagnato di camomilla tiepido per circa 20 minuti. Tra le cure di medicina olistica, gli impacchi sono sicuramente la miglior soluzione per risolvere velocemente l’infiammazione. Tutti gli impacchi vanno applicati direttamente sull’infiammazione.

A questo proposito potete provare anche il decotto di eufrasia, sempre nelle stesse modalità. Anche le foglie di acacia possono essere infuse per gli impacchi. Poi il tarassaco, che è un antibatterico naturale molto efficacie. Poi il tè e il giava, sono altri due infusi per gli impacchi. Infine potrete provare i semi di coriandolo per i lavaggi. Questa pianta è un antisettico naturale.

Inoltre è chiaramente opportuno, per le donne, evitare il trucco. Questo infatti non farebbe altro che irritare il follicolo, peggiorando l’infiammazione.

Tra le considerazioni da fare, se si soffre spesso di orzaiolo, è quello di verificare la vostra vitamina A. Questa vitamina infatti, è molto utile per tenere gli occhi in buona salute. Pur non potendo guarire le infezioni, aiuta comunque il corpo a combatterle.

C’è da dire che è possibile accelerare la guarigione andando ad estrapolare la ciglia dalla quale l’orzaiolo si è sviluppato. Ciò nonostante. si tratta comunque di un intervento minoritario, particolarmente fastidioso. Il vostro medico, potrà certamente valutare il da farsi nel caso in cui il pus non fuoriesca. In questo caso, il dottore potrà infilare la punta di un ago direttamente nel follicolo. Di conseguenza, tale pratica dovrà essere effettuata solamente da medici specialisti, dato che l’auto rimozione potrebbe comportare dei danni molto seri all’occhio o alla palpebra.

Allo stesso modo, bisogna ricordare che esistono numerosi farmaci per aiutare il contrasto allo stafilococco anche se non consigliati. Come detto in precedenza conviene aspettare la guarigione naturale.

Quanto tempo ci vuole per guarire da un orzaiolo

Un orzaiolo può risolversi in pochi giorni, mentre un calazio può richiedere diversi mesi. Entrambi i tipi di condizioni dovrebbero comunque risolversi completamente una volta che la ghiandola ostruita riesce a drenare. Se si verifica un’infezione, sarà invece necessario un trattamento più specifico.

Si tenga conto che la ricorrenza del problema è probabile se non si affrontano le condizioni croniche di base. Nel caso della mebiomite, ad esempio, il vostro oculista probabilmente raccomanderà la pulizia quotidiana delle palpebre e delle ciglia con un sapone delicato. Anche l’aumento dell’assunzione di acidi grassi omega-3 nella dieta o di integratori può anche aiutare a migliorare il flusso del sebo. Piccole dosi di doxiciclina orale sono prescritte per l’acne rosacea e meibomite in alcuni pazienti.

Come si previene un orzaiolo

La migliore prevenzione di un orzaiolo è mantenere le palpebre e le ciglia pulite. Sarà sufficiente procedere con uno scrub quotidiano, diluito con sostanze delicate come lo shampoo per bambini, mentre si fa la doccia. Molte persone traggono beneficio da impacchi giornalieri caldi.

Si ritiene inoltre che una dieta ad alto contenuto di acidi grassi omega-3 (per esempio, pesce o semi di lino) e verdura abbia un effetto anti-infiammatorio.

Vi consigliamo pertanto di domandare al vostro oftalmologo un consiglio sull’uso di antibiotici preventivi. Ad esempio, negli adulti con calazio ricorrente cronico, la doxiciclina orale a basso dosaggio può aiutare la disfunzione della ghiandola di Meibomio (ma la doxiciclina deve essere evitata nei bambini e nelle donne in età fertile).

Piccoli cenni sulla prevenzione.

Quindi se si vuole concludere, il metodo migliore per prevenire la formazione di questo problema è garantire la migliore igiene a questa parte del corpo.  Una volta contagiati dallo stafilococco è inoltre opportuno prevenire la diffusione dell’infezione. Si consiglia di non utilizzare asciugamani già usati in precedenza.

Approfondimenti e credit

  • Clinica dell’apparato visivo. Caudio Azzolini; Edra Masson
  • Oftalmologia. Aldo Caporossi; Piccin-Nuova Libraria; 2017
  • Manuale di oftalmologia. Luciano Liuzzi, Franco Bartoli; Minerva Medica

Voci correlate

medicionline.it

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