Grazie alla deambulazione sugli arti posteriori, che in questo caso divengono arti inferiori, permette di liberare il paio superiore che va a modificare con il passare del tempo la struttura anatomica, permettendo in questa maniera lo svolgimento di diverse azioni.
Con la conquista della posizione eretta, ovvero dell’ortostatismo, nonostante sia stato un processo fondamentale per l’evoluzione umana, ha anche degli aspetti negativi, perché ad esempio, negli animali quadrupedi, il peso del corpo è scaricato sulle quattro zampe, mentre nei bipedi come l’uomo, questo, si scarica solo sulle gambe e sulla colonna vertebrale.
Nei primati che hanno raggiunto la posizione eretta, la loro colonna vertebrale, ha una struttura anatomica molto simile a quella della colonna vertebrale dei quadrupedi, e non ha subito, con il passare del tempo, una evoluzione tale da consentire loro di supportare senza alcun danno il carico maggiore dovuto all’ortostatismo.
Tutto questo ci porta a comprendere il perché dell’elevata incidenza di malattie a carico della colonna vertebrale negli umani, fra tutte l’artrosi molto frequente, che si manifesta a causa di un processo degenerativo determinato dal costante carico esercitato appunto dal peso corporeo sulla colonna, in particolar modo sulle cartilagini.
Patologie correlate
L’ortostatismo causa anche delle patologie che si evidenziano solo nella posizione eretta, come ad esempio l’ipotensione ortostatica, che indica una caduta brusca dei valori pressori con livelli scarsi utili a mantenere una circolazione cerebrale efficacie, che si manifesta in determinate persone, al momento del passaggio dalla posizione seduta a quella eretta.
Tale situazione causa una momentanea perdita delle forze fisiche con cedimento della muscolatura, vertigini e confusione mentale di breve durata, che può anche evolvere in alcuni casi, in una vera e propria lipotimia, che comporta la caduta a terra del soggetto.
Con la ripresa della posizione orizzontale, tale manifestazione tende a scomparire, ed è necessario che la persona prima di rialzarsi in piedi, lo faccia con maggiore cautela, passando con minore velocità della posizione orizzontale a quella eretta, per evitare in questa maniera la ricomparsa della sintomatologia.
Le cause che determinano la ipotensione ortostatica devono essere ricercate nella insufficienza di determinati meccanismi che si basano principalmente su una risposta di riflesso mediata dal sistema nervoso simpatico.
Quando una persona passa dalla posizione sdraiata a quella eretta, il movimento comporta una redistribuzione dei volumi del sangue in circolazione, ed una quantità maggiore si accumula negli arti inferiori per causa del peso delle colonna ematica che si trova al di sopra di questa struttura.
Nei vasi venosi avviene il principale accumulo che per loro natura è maggiormente dilatabile, e determina la diminuzione del ritorno venoso al cuore, con la diminuzione della gittata cardiaca da parte delle sistoli, che comporta a sua volta una calo della pressione arteriosa.
A seguito di questa serie di fenomeni, vi è anche il sistema simpatico che avverte la caduta della pressione arteriosa, e di conseguenza determina nel persona tachicardia e vasocostrizione distrettuale, diminuendo l’entità della caduta della pressione, oppure determinandone un innalzamento.
Entro certo limiti, l’ipotensione ortostatica è una conseguenza fisiologica, che diviene patologica quando si manifesta con una certa gravità.
A causare tale disfunzione, non è sempre l’ortostatismo, infatti in alcuni casi, può essere un effetto collaterale di terapie farmacologiche per mantenere bassa la pressione sanguigna in presenza di ipertensione arteriosa.
Ipotensione
Come abbiamo introdotto, l’ortostatismo, può determinare l’ipotensione, ovvero un calo improvviso della pressione arteriosa, che ora andremo a descrivere nel dettaglio.
L’ipotensione è una condizione fisica che si manifesta a causa di un calo di pressione arteriosa massima o sistolica, che è uguale oppure inferiore a 90 milligrammi di mercurio, e quella minima o diastolica, che è uguale o inferiore a 60 mmHg.
Le cause che determinano tale condizione possono essere molteplici e di rilevanza differente, ed i fattori che possono indurre il calo della pressione, sono la riduzione della gittata cardiaca, oppure della massa di sangue nel circolo e dalla resistenze periferiche.
In determinate persone, la pressione arteriosa bassa è una costante, molto probabilmente dovuta ad una predisposizione genetica che non provoca quasi mai tali problemi, mentre nei soggetti che hanno dei valori pressori nella norma, possono risentire moltissimo di un eventuale calo della pressione.
Nella maggior parte dei casi, sono avvenimenti temporanei, ma se la crisi ipotensiva dura a lungo, è necessario che il soggetto si rivolga tempestivamente al medico o al primo soccorso più vicino, perché potrebbe trattarsi di un sintomo che alla base ha disturbi più seri, come ad esempio una emorragia interna, una insufficienza delle ghiandole surrenali oppure una cardiopatia.
Approfondimenti e credit
- Sviluppo motorio e cognitivo . Dalla nascita ai dodici mesi, lo sviluppo del cervello del bambino e l’acquisizione delle capacità motorie e cognitive. Come regolarsi e quando allarmarsi.
- Sviluppo infantile . Evan G. Graber, DO, Clinical Assistant Professor of Pediatrics, Sydney Kimmel Medical College; Pediatric Endocrinologist, Nemours/Alfred I. duPont Hospital for Children.
- I disordini dello sviluppo motorio. Fisiopatologia. Valutazione diagnostica. Quadri clinici. Riabilitazione.