Gastroenterologia

Nutrizione e stati carenziali, le caratteristiche principali dell’alimentazione e le problematiche

La nutrizione è differente dall’alimentazione, che è considerata appunto il momento della nutrizione e corrisponde all’atto di procurarsi i nutrienti necessari per la sopravvivenza.

Nutrizione del primo anno di vita del bambino

Nel primo anno di vita, i bambini hanno necessità fisiologiche nutrizionali specifiche, che possono variare in base al soggetto, anche in base alla situazione familiare, oppure alla presenza di intolleranze alimentari o allergie. Comunque, tendenzialmente sono presenti in tutti i bambini delle peculiarità che li accomunano. In questo primo anno di vita, è molto importante assicurare al piccolo l’apporto nutrizionale attraverso il latte materno e dal quinto o sesto mese, l’introduzione di nuovi alimenti. Il latte materno o in povere, è l’unico alimento di cui si nutre il piccolo ed oltre a questo, fino al quinto mese, il suo apparato non necessita dell’integrazione di ulteriori alimenti. Negli ultimi anno gran parte dei medici pediatri, stanno provando ad incitare le mamme ad integrare alcuni cibi di qualsiasi natura con il latte. Durante la crescita del piccolo, il fabbisogno energetico aumenta, e di conseguenza anche il consumo di cibo cambia.

Nutrizione del bambino in età scolare

La nutrizione del bambino, in età scolare, consiste nella somministrazione di determinati alimenti di cui necessita in questo periodo della sua vita. Nell’età scolare si impostano le abitudini alimentari, per questo la famiglia, ed anche la scuola, devono contribuire allo sviluppo di uno stile nutrizionale salutare, tanto da permanere anche nell’età adulta. Con il passare del tempo il cambiamento progressivo dello stile di vita e dei ritmi, hanno condotto moltissime persone verso una nutrizione scorretta, con l’introduzione di cibi ricchi di calorie e proteine animali, sodio e carenza di vitamine e sali minerali molto importanti all’organismo. La dieta del bambino non deve essere monotona, ma bensì ricca di una serie di alimenti da consumare durante i pasti principali, come fibre e verdure ed intervallata dalla merenda. Il bambino in età scolare a differenza di un adulto, necessita di quantitativi e qualità differente di cibo differenti.

Carenza di alimenti e anoressia

La carenza di cibo, con il passare del tempo può trasformarsi in rifiuto alimentare, che a lungo a dare può determinare anoressia. L’anoressia è un disagio che consiste nel rifiuto parziale o totale del cibo, scaturita da diversi fattori. Le cause che scatenano tale patologia in realtà sono differenti ed alcune possono sembrare anche innocue, mentre altre invece sono indice di una condizione clinica molto grave, che a lungo andare potrebbe determinare a sua volta un rischio importante, quello che accade molto spesso alle ragazze in età adolescenziale. Le cause cliniche più frequenti sono: epatite virale acuta, demenza senile, morbo di Crohn, stati depressivi gravi, talassemia, tubercolosi, appendicite, anoressia nervosa, AIDS, cancro, insufficienza renale cronica, polmonite atipica, colite ulcerosa, malattie infettive ed infine la sindrome dell’arteria mesenterica superiore.

Bulimia e cure naturali

La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare che consiste nel consumare grandi quantità di cibo, e ricorrere a diversi metodi per non assimilarlo ed ingrassare. Chi soffre di tale disturbo tendenzialmente ha un peso corporeo che rientra nella norma. Per eliminare il cibo introdotto, tali persone si inducono al vomito, che può provocare a sua volta ispessimento della pelle sulle nocche e danni ai denti. La bulimia è stata associata ad altri disturbi come la depressione, gli stati d’ansia e problemi legati al consumo di droghe ed alcol, ed inoltre è stata considerata una pratica autolesionista. Questo disturbo tende a manifestarsi in soggetti che hanno avuto in famiglia un parente stretto anch’esso affetto da tale condizione. Ci sono dei rimedi naturali che vanno associati alla terapia medica e sono: infuso di radici di angelica, somministrazione di iperico, infuso di foglie di melissa, infuso con scorzette di arancia oppure di rosmarino da consumare in un litro di acqua nell’arco della giornata. Tali rimedi sono efficacia solo in concomitanza di una cura medica adeguata.

Carenza vitaminiche

Attualmente nei paesi industrializzati, le carenze vitaminiche gravi sono solo un lontano ricordo. Nonostante questo, secondo diversi studi, c’è ancora oggi una buona fetta della popolazione che ne soffre, anche se in forma superficiale, provocando nel soggetto stanchezza, debolezza, difficoltà di concentrazione e disturbi legati alla digestione. L’alimentazione è il principale imputato della carenza vitaminica, perché si tende a causa dello stile di vita, a non consumare vegetali freschi ad esempio e preferire a questi snack calorici, zuccheri, e pasti consumati nei fast food. Anche il tabagismo influisce ed aumenta con il passare il tempo il fabbisogno vitaminico, in maniera particolare quello dell’acido ascorbico. Anche le metodiche di coltivazione intensiva hanno impoverito i prodotti della terra, ed i processi industriali e di lunga conservazione di frutta e verdura, contribuiscono ad impoverire tali prodotti alimentari, causando in questa maniera la carenza di vitamine.

Sintomi carenziali da vitamine

La mancanza o la scarsità di vitamina nel nostro apparato, determina la comparsa di sintomi ben precisi, che molto spesso però tendono a confondersi con altre patologie. Tra i questi disturbi rientrano a far parte: depressione adolescenziale, dolori addominali, perdita di appetito e di peso, affaticamento, mal di testa persistente, facile irritabilità, stati ansiosi, insonnia o difficoltà a prendere sonno, palpitazioni e formicolio alle estremità. Tra questi sono presenti i dolori muscolari, dolori alla schiena, stati confusionali, nervosismo e la scarsa capacità di concentrazione, tutti sintomi che influiscono sulla normalità della vita. In presenza di uno o più dei sintomi sopra citati, il soggetto deve rivolgersi tempestivamente dal proprio medico, che dopo una valutazione della sintomatologia, prescriverà le analisi del sangue specifiche, e se necessario la cura farmacologica adeguata.

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