“Il tavolo deve essere sufficientemente grande da poter consentire un distanziamento di almeno un metro o un metro e mezzo fra le persone. Sarebbe bene non far sedere i bambini vicino ai nonni e restare seduti il meno possibile, ovvero mangiare più rapidamente, evitando di stare per ore intorno alla tavola, come spesso avviene a Natale”. A fornire un decalogo su come diminuire i rischi di contagio a tavola a Natale è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive (Simit).
Le raccomandazione per pranzi e cenoni di Natale
Durante il pasto, ovviamente, massima attenzione a non condividere piatti, bicchieri e posate. Inoltre, consiglia l’infettivologo dell’Università di Roma Tor Vergata, “è bene, inoltre, aprire spesso le finestre per far arieggiare la stanza: questo non significa dover mangiare con le finestre aperte, ma aprirle e richiuderle ogni tanto”.
L’importanza del vaccino
All’indomani dell’autorizzazione in Italia del primo vaccino anti Covid, Andreoni spiega: “il vaccino lo consiglierei a tutti, anche chi ha già avuto il Covid” e “personalmente mi vaccinerò il 28: è un momento importante perché abbiamo quello che aspettavamo da mesi”. Quanto all’organizzazione della imponente campagna vaccinale afferma: “mi sembra ci si stia muovendo bene, dobbiamo assicurarci che arrivino le dosi, ma sono fiducioso”.
Una sanità colta impreparata
Tornando infine sull’alto numero dei decessi registrati ancora ieri in Italia, sottolinea: “Conta l’età media della popolazione, che da noi è molto alta, ma l’alta mortalità credo sia anche un segnale di quanto l’Italia sia stata poco pronta sulle gestione, nelle terapie intensive, di questi malati. Abbiamo rincorso l’epidemia creando nuovi posti ma la professionalità di un intensivista non si riesce a creare in poche settimane. Questa però – conclude Andreoni – è una storia antica di mancati investimenti, da anni, in sanità”.