La si considera, difatti, la patologie dell’uomo più frequente tra quelle veicolate dalle zecche. Essa venne descritta nella metà degli anni ’70 per la prima volta, anche se la sua sintomatologia tipica venne descritta assai prima, nel 1910 nella penisola scandinava.
Un po’ di storia
Si ricorda il 1975 proprio come l’anno reso infausto da una delle epidemie di malattia di Lyme più estesa. Si registrarono casi altrimenti non spiegabili di artrite (solo dopo si scoprì che erano stati causati proprio dalla malattia di Lyme). L’epidemia ebbe inizio in un centro di piccole dimensioni, nel Connecticut, che si chiama Old Lyme (di qui il nome di questa patologia).
10 anni dopo, indagini mediche di natura statistica riportano la bellezza di oltre quattordicimila casi di questa patologia. Individuata, come sottolineato, per la prima volta negli Stati Uniti, ad oggi la malattia di Lyme è presente con diversi focolai di natura endemica in tutto il Globo, a partire dal Giappone, passando per il Canada, e toccando l’Europa e l’Australia.Solo in America se ne contano dai quindici ai diciottomila ogni anno.
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Cause
La malattia di Lyme la si considera una malattia di tipo multi sistemico, generata principalmente da un batterio del tipo degli spiraliformi, il cui nome è Borrelia burgdorferi.
Questo spirochete venne identificato come agente patogeno specifico responsabile della malattia di Lyme solo nel 1982, per merito delle ricerche di un biologo del Montana, il Prof. Burgdorfer, il quale, com’è facile supporre, ha dato anche il nome al microorganismo.
Grazie al nome del batterio che la trasporta, la malattia di Lyme viene chiamata anche “borelliosi”.
Contagio della malattia
Il batterio non infetta direttamente l’essere umano, ma passa prima attraverso la zecca, che a sua volta, tramite il morso, contagia l’uomo oppure altri animali.
La zecca di genere Ixodes è il mezzo utilizzato dalla patologia per la propagazione, che viene incamerata quando l’insetto succhia il sangue di animali infetti.
Attraverso studi medici e scientifici, è stato possibile osservare come questa malattia abbia colpito nel corso del tempo, altre specie di animali che non vengono morsi da zecche, quindi è possibile che la malattia di Lyme si possa essere diffusa anche tra altri insetti ematofagi.
Quando una zecca si deposita per oltre 24 ore sull’uomo, avviene il contagio, causato dal susseguirsi di diversi morsi che non provocano nessun dolore.
La malattia ha un periodo di incubazione che va da un minimo di 4 giorni fino ad un massimo di 25, oppure da 7 giorni fino a 14 giorni, ed i sintomi possono presentarsi velocemente oppure in maniera tardiva.
Gli stadi di questa malattia tendenzialmente sono tre, ma può capitare che nel processo di avanzamento della patologia, queste si sovrappongano e si manifestino in contemporanea.
Il percorso del batterio
Le zecche, e nello specifico quelle della famiglia Ixodes, costituiscono il vettore di questa infezione. Il batterio viene “prelevato” da queste zecche con la suzione del sangue di un animale infetto, e trasmesso all’essere umano (o ad altri animali) mediante un morso.
Dal momento che la malattia di Lyme la si riscontra anche in animali che non sono stati attaccati dalle zecche, non si esclude che, in via del tutto eccezionale, essa possa essere trasportata anche da qualche altro tipo di insetto ematofago.
Affinché questa malattia venga trasmessa all’uomo, la zecca infettata ha da rimanere attaccata alla cute per più di un giorno. Solo così, con la ripetizione dei morsi (inavvertibili perché non procurano dolore), la Borrelia viene trasmessa grazie a rigurgiti, le deiezioni o anche la saliva laddove il morso viene dato.
Questa malattia si caratterizza per la sua evoluzione in più fasi:
- L’infezione si manifesta inizialmente con degli eritemi cronici migranti. Vale a dire delle piccole macchie rosse (non rilevate) che, a partire da pochi giorni, fino ad arrivare a qualche settimana, si estendono. Possono diventare delle grosse macchie dalla forma ovale o circolare (raramente triangolare). Le foto ci dimostrano che spesso superano i cinque centimetri di diametro e presentano delle aree centrali più chiare.
- Gli eritemi sovente si accompagnano con altra sintomatologia specifica: rigidità del collo, mal di capo, senso di stanchezza, dolori muscolari e febbre. Se il caso è severo la malattia di Lyme porta anche dolori al cuore, alle articolazioni ed anche al sistema nervoso. Qualche volta, in questo stadio, l’individuo colpito dall’infezione lamenta anche infiammazioni oculari, fiato corto e giramenti di testa.
- L’ultimo stadio avviene solo se la malattia di Lyme non viene curata adeguatamente o, addirittura, viene proprio trascurata. A questo punto essa potrebbe causare danni, con lesioni alla pelle ed al sistema nervoso, anche a lungo termine.
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I sintomi
Esistono alcuni sintomi di questa patologia che non sono così frequenti come i principali. Per esempio l’irritabilità, le alterazione degli stati umorali, le perdite di memoria e la difficoltà a concentrarsi.
La sintomatologia tipica è, comunque, caratterizzata da molteplicità ed eterogeneità. Alcuni pazienti possono presentare solo alcuni sintomi mentre altri possono accusare sintomi più gravi. Proprio a causa di ciò la diagnosi non è semplice ed immediata nella maggior parte dei casi.
Come trattare il morso della zecca?
Come abbiamo già potuto sottolineare, perché il batterio possa infettare il “destinatario”, occorre che la zecca si attacchi per 2/3 giorni continuativamente alla sua cute. Ecco perché rimuovere la zecca è l’operazione fondamentale per evitare il contagio. Deve essere effettuata quanto più precocemente possibile. Così da impedirle di succhiare il sangue e, quindi, iniettare la salive che potrebbe essere infetta.
Evitiamo di utilizzare fonti di calore o sostanze quali l’olio d’oliva, la vasellina o il petrolio. Utilizziamo, invece, una comune pinzetta per la depilazione. Facciamola aderire molto fortemente alla cute, afferriamo l’animale in modo saldo. Tiriamo poi in modo delicato verso l’alto. Fare attenzione a non schiacciare l’insetto. Ricordiamoci poi che sia la cute che la pinzetta vanno disinfettate.
Cosa fare nei trenta giorni successivi al morso?
Innanzitutto esponiamo l’accaduto al medico. Controlliamo la zona cutanea colpita e cerchiamo eventuali chiazze rossastre intorno all’area del morso. Facciamo attenzione all’eventuale comparsa di affaticamenti, malesseri, mal di capo, ingrossamenti ghiandolari e qualche dolore articolare. NON assumere antibiotici (si potrebbe ingenerare un effetto-maschera per la sintomatologia, con conseguente difficile diagnosi esatta.
Diagnosi
Considerando la molteplicità dei sintomi e segni della malattia di Lyme, potrebbe non essere estremamente facile diagnosticare questa patologia. Mancano, oltretutto, esami sierologici del tutto attendibili e sottoposti a standard e la diagnosi cosiddetta “differenziale” risulterebbe troppo ampia. Difatti i test di tipo immunologico del sangue (ELISA o anche IFA) non vengono ritenuti completamente affidabili per le diagnosi differenziali.
Si osserva che le risposte alle IgM specifiche non possono essere accertate prima dei tre o sei mesi dall’inizio dell’infezione. Ed è un lasso di tempo palesemente troppo abbondante per dare inizio ad un progetto terapico efficace.
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Quali sono gli esami raccomandati?
In ogni caso, tra gli ultimi esami di tipo diagnostico per la malattia di Lyme (ancora molto discusso), ricordiamo la reazione polimerasica a catena. Essa è efficace per l’evidenziazione anche di piccolissime quantità di acido nucleico appartenente alla Borrelia (lo spirochete responsabile dell’infezione).
Aggiungiamo che svariati prodromi di questa patologia non sono specifici della stessa, ma sono in comune con altre malattie.
Terapie
A malattia diagnosticata con certezza e precocemente, una buona prognosi è assicurata da una immediata terapia antibiotica specifica per l’agente patogeno individuato.
Normalmente, durante gli stadi meno gravi della patologia, il soggetto viene curato con Amoxicillina per una durata che può variare da 1 a 3 settimane. Se il paziente è allergico a questo medicinale, lo si può sostituire con eritromicina e penicillina.
Ove mai ci si dovesse trovare in una fase avanzata della malattia, quindi in uno stadio abbastanza grave, alla terapia con antibiotici occorrerebbe associare anche una cura con i corticosteroidi.
Permanenza dei sintomi con le cure
In ogni caso è necessario sottolineare che se fossero presenti anche dolori articolari e rush cutaneo, la terapia antibiotica curerà la causa (cioè la malattia di Lyme). Di certo non la sintomatologia, che potrebbe perdurare anche per delle settimane (o, addirittura, mesi). In questi casi si sconsiglia l’assunzione di antibiotici per periodi troppo lunghi. Questo perché la sindrome dolorosa tende a regredire spontaneamente nella stragrande maggioranza dei soggetti affetti.
Prevenzione
Un vaccino sicuramente efficiente nella prevenzione di questo morbo ancora non è stato realizzato. In ogni caso la ricerca va avanti con approfonditi studi su vaccini sperimentali. Questi potrebbero essere in grado di ottenere una stimolazione del sistema immunitario dell’organismo ospitante (sovente il nostro). Potrebbe, quindi, ingenerarsi una produzione di anticorpi specifici contro lo spirochete.
Ad oggi si pensa che la prevenzione ottimale per questa infezione consista nel cercare di non farsi mordere da queste zecche. Facendo attenzione soprattutto se si effettuano escursioni in montagna, aree particolarmente infestate da questi insetti.
Qualora ci si accorga di esser stati punti da questa zecca, sarà opportuna l’asportazione delicata dell’insetto aiutandosi con una pinzetta. Per poi disinfettare con cura l’area del morso. Si raccomanda, poi, di consultare sempre un medico. Ricordiamo che interventi tempestivi riducono i rischi di contrarre la malattia. Se l’infezione già è in atto, si aumenteranno le possibilità di una guarigione tempestiva e totale dalla malattia.
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Malattia di Lyme, siamo vicini a un vaccino?
Considerato che le popolazioni di zecche e i potenziali contagi sono suscettibili di continuare ad aumentare nel prossimo futuro, un vaccino contro la malattia di Lyme potrebbe essere un grande affare per le case farmaceutiche.
Anche perché – afferma Wendy Adams, direttore di ricerca presso la Bay Area Lyme Foundation – il numero reale di casi di malattia di Lyme è probabilmente molto superiore a quanto riportano i dati ufficiali. “A causa di obblighi di segnalazione, solo circa 30.000 casi sono segnalati alle autorità sanitarie, che il CDC ha riconosciuto ma che probabilmente costituiscono meno del 10 per cento dei casi reali“, ha detto Adams. Il che, in fin dei conti, pone la malattia di Lyme in una condizione prioritaria, in termini di contagio, a a quasi tutte le altre malattie infettive da segnalare.
“Diversi gruppi suggeriscono che il mercato globale per un vaccino contro la malattia di Lyme è stimato a circa $ 1 miliardo all’anno, sulla base delle stime attuali del costo del trattamento dei pazienti con la malattia di Lyme acuta e cronica“, ha detto Mark Wooten, professore di microbiologia medica e immunologia presso il College of Medicine and Life Sciences presso l’Università di Toledo.
Tornando alle speranze per poter contrastare e prevenire questa malattia, un vaccino della società francese Valneva, utile per la malattia di Lyme, chiamato VLA15, ha superato le prove iniziali all’inizio del 2018 ed è attualmente in fase II dei test clinici.
Thomas Lingelbach, CEO della società, ha dichiarato che “con il risultato di entrambi gli studi clinici di fase II a metà 2020, ci aspettiamo di aver determinato il livello di dosaggio ottimale, passando poi ai test di efficacia di fase III“, ha detto Lingelbach, che ha aggiunto che il vaccino è ancora a quattro – cinque anni di distanza dalla potenziale licenza.
“È importante ricordare che lo sviluppo dei vaccini si misura in anni, quindi ci vorrà del tempo prima che questo vaccino, se avrà successo, arrivi al grande pubblico“, ha detto il Dr. Amesh A. Adalja, uno studioso senior del Johns Hopkins Center for Health Security. “Sembra promettente ed è il vaccino candidato principale” – ha comunque aggiunto.
Perché il vaccino originale è scomparso?
Il vaccino LYMErix degli anni ’90 era stato sviluppato da SmithKline Beecham (ora GlaxoSmithKline) ed è stato poi ritirato nonostante buoni tassi di efficacia. Progettato come un farmaco a tre dosi, il vaccino era efficace fino al 68% nel prevenire la malattia di Lyme con due iniezioni, ma il taso di efficacia saliva fino al 92% dopo la terza iniezione.
Nonostante questo successo, LYMErix non è durato a lungo, tanto che è stato ritirato dal mercato solo pochi anni dopo la sua introduzione, per paura degli effetti collaterali. Di fatti, subito dopo il lancio di LYMErix, emerse che alcuni pazienti che avevano ricevuto il vaccino contro la malattia di Lyme avevano sviluppato condizioni di artrite piuttosto seria. Diverse relazioni sostennero che poteva esserci una relazione con il vaccino.
Nel 1999, una class action è stata intentata contro la società farmaceutica da 121 persone che avevano ricevuto il vaccino e avevano sviluppato l’artrite. Hanno affermato che il vaccino aveva causato effetti collaterali dannosi e che l’azienda farmaceutica nascondeva le prove.
Intanto, uno studio sulla rivista The Lancet ha connesso un altro tipo di vaccino con l’autismo. Naturalmente, come noto, lo studio si è dimostrato falso, ma intanto aveva contribuito ad alimentare un movimento anti-vaccino diffuso in tutto il mondo.
Nell’aprile 2002, la società aveva annunciato che le vendite per LYMErix erano intanto scese da 1,5 milioni di dosi nel 1999 a circa 10.000 previste per quell’anno. “Purtroppo, il vaccino aveva ricevuto una grande quantità di attenzione negativa del pubblico e dei media“, ha detto il dottor Alexea M. Gaffney-Adams, un medico specializzato in malattie infettive, medicina interna e pediatria al Stony Brook Medicine.
Dopo che l’azienda ha ritirato il vaccino dal mercato, la FDA condusse diversi test aggiuntivi per verificare o confutare le rivendicazioni della causa legale. Tuttavia, non è stata in grado di replicare gli eventi avversi e gli effetti collaterali che gli oppositori del vaccino avevano riportato nella controversia.
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Perché la malattia di Lyme è difficile da trattare
La malattia di Lyme, che è causata dal batterio Borrelia burgdorferi, è una malattia determinata dalle zecche, ma non circola nel sangue – come molte infezioni batteriche. Il batterio si nasconde invece nei tessuti del corpo, rendendolo così più difficile da rilevare e da trattare.
Nel caso in cui si subisca la puntura di una zecca infetta, si possono iniziare a mostrare segni di malattia di Lyme entro una – quattro settimane di distanza. I sintomi includono febbre, stanchezza, dolori al corpo e alle articolazioni, e in alcuni casi, il caratteristico rash ‘occhio di bue’, dove anelli rossi appaiono intorno al sito del morso della zecca.
Ad ogni modo, se si interviene tempestivamente, la malattia di Lyme può essere trattata con antibiotici. Se non viene trattata subito, la malattia di Lyme può invece progredire e diventare un po’ più grave.
“Secondariamente il quadro di sintomi della malattia di Lyme può includere articolazioni gonfie o dolorose, estrema fatica, intorpidimento, mal di testa, debolezza muscolare, congiuntivite, scarsa memoria, confusione, e palpitazioni cardiache” afferma lo studioso.
Se non si diagnostica in questa fase, e si ritarda dunque la cura, i batteri possono invadere il sistema nervoso centrale e causare problemi molto più seri, come cambiamenti di stato mentale e effetti sull’umore, il sonno e la memoria. Perdita di controllo muscolare, tic muscolari, mancanza di coordinazione e complicazioni cardiache potenzialmente mortali sono possibili.
Si ricorda, in tal proposito, che le zecche prosperano nelle giornate calde e nelle giornate primaverili ed estive. Nei climi più caldi, la stagione delle zecche può estendersi in autunno e anche in inverno. Questo è evidentemente un problema, perché le popolazioni di zecche sono in aumento, e i modelli climatici più caldi potrebbero estendere il periodo di tempo in cui le zecche potrebbero essere attive.