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Il Macladin è un classico antibiotico che viene impiegato in caso di infezioni dell’apparato respiratorio, oppure della cute e della bocca, con delle controindicazioni precise che devono essere valutate al momento di valutare la terapia con questo farmaco. Tale antibiotico viene utilizzato clinicamente per trattare le infezioni da Mycobacterium e da Helicobacter Pylori. Il Macladin 500 è un chemioterapico a base di Claritromicina, ovvero un principio attivo che appartiene alla categoria dei Macrolidi a 14 atomi di carboni, che si ricava dall’eritromicina che a sua volta si differenzia per la presenza di alcune caratteristiche chimico-fisiche che modificano le proprietà farmacocinetiche.
Questa sostanza si assume per os (somministrazione orale), e viene assorbita molto rapidamente dall’apparato gastro-enterico, per poi essere distribuita tra i vari organi, in maniera particolare verso i polmoni, dove agisce permeando la membrana batterica e concentrandosi nel citoplasma, dove inibisce la sintesi proteica legando la subunità ribosimiale 50S, in grado di fornire un luogo di legame per la peptiditransferasi, ovvero un enzima in grado di garantire un prolungamento della catena peptidica nascente.
Una volta conclusa la sua attività terapeutica, sia verso i microrganismi Gram positivi, che verso quelli Gram negativi, e successivamente ad un metabolismo di tipologia epatica, viene espulso tramite le vie biliari ed una parte minima mediante la minzione. Nonostante la sua efficacia, una parte dei microrganismi hanno messo in atto una serie di meccanismi di resistenza, in grado di ridurre l’efficacia del trattamento antibiotico, impedendo in questa maniera, che raggiunga concentrazioni terapeutiche anche internamente alla cellule.
Lo schema terapeutico che si prevede per il trattamento delle infezioni a carico di microrganismi sensibili alla Claritromicina, varia in base alle necessità terapeutiche che vengono stabilite dal medico. Generalmente sono sufficienti due assunzioni giornaliere di Macladin 500, che aiutano a contrastare la proliferazione batterica riducendo a loro volta la sintomatologia. Nella monosomministrazione di Macladin500 compresse, a rilascio modificato, la dose viene dimezzata, ma tale schema può variare sensibilmente nel corso della terapia eradicante l’Helicobacter Pylori, dove la Claritromicina viene associata con altri principi attivi.
Prima di incominciare una cura medica a base di Macladin 500, la cosa opportuna da fare è consultare il proprio medico di base, affinché venga valutato nei minimi dettagli lo stato di salute, ed eventualmente attivare un’analisi delle potenziali controindicazioni che possono causare problematiche a coloro che ad esempio soffrono di patologie epatiche, renali e cardiovascolari, oltre a testare la sensibilità dei microrganismi verso la Claritromicina, per evitare in questo modo la diffusione incontrollata di microrganismi resistenti alla cura medica. Gli eccipienti che si possono trovare all’interno di questo medicinale sono il glucosio, ed il lattosio, pertanto la somministrazione di Macladin 500, è sconsigliata a coloro che soffrono di diabete, oppure della sindrome di male assorbimento del glucosio, e verso coloro che hanno intolleranze ed allergie alimentari al lattosio e deficit enzimatico di lattasi.
Prima di iniziare una terapia a base di Macladin, è molto importante informare il medico di ogni altra cura farmacologica in corso. Ci sono alcuni farmaci, infatti, che non possono proprio essere assunti insieme a Macladin. Si tratta dell’astemizolo, del cisapride, del pimozide e della terfenadina. Infatti, quando viene assunto in concomitanza con tali farmaci può causare delle aritmie cardiache e il prolungamento dell’intervallo QT. Particolare attenzione deve essere posta nella prescrizione di claritromicina con statine. Quando tale co-assunzione non si può proprio evitare, ecco che le statine devono essere assunte nel dosaggio più basso possibile. Tra l’altro, il medico può prendere in considerazione l’impiego di una statina che non dipenda dal metabolismo dell’enzima CYP3A.
La terapia con Macladin, per quanto sia generalmente ben tollerata da parte dei pazienti, può essere in grado di esporre gli stessi a qualche effetto collaterale con diversa rilevanza di natura clinica. In particolar modo, l’utilizzo di questo antibiotico, soprattutto quando è prolungato nel tempo, può determinare la comparsa di sintomi come nausea, vomito, diarrea, dispepsia, dolori addominali, cefalea, vertigini, incremento della transaminasi, riduzione delle funzionalità renali. Gli effetti sopra descritti non sono comunque comuni, e sono accompagnati da altri effetti indesiderati, fortunatamente molto più rari, come leucopenia, infezioni da patogeni resistenti, pseudo colite membranosa da clostridium difficile, allungamento dell’intervallo QT, reazioni da ipersensibilità al farmaco.
Per poterne sapere di più, vi consigliamo di consultare il vostro medico di fiducia, esponendo lui il vostro quadro di salute, e manifestando lui tutti i sintomi e tutte le caratteristiche del vostro stato di malessere. Il vostro medico vi consiglierà certamente le migliori modalità di risoluzione dello stato patologico, mediante Macladin o farmaci di altra natura.
La Claritromicina viene metabolizzata e poi escreta principalmente a livello epatico, quindi bisogna somministrare il Macladin 500 con particolare cautela nei pazienti che hanno le funzioni epatiche compromesse ed anche nei soggetti con danni moderati o severi a carico dei reni. L’impiego di tale sostanza, ha riportato danni fatali di insufficienza epatica, ed alcuni pazienti potevano aver manifestato già la malattia in fase avanzata, oppure aver assunto farmaci epatotossici. Se il paziente dopo la somministrazione manifesta segni e sintomi di malattia epatica come ad esempio ittero, anoressia, minzione di colore scuro, prurito in diverse parti del corpo e dolore addominale, deve immediatamente sospendere la cura e rivolgersi in maniera tempestiva dal medico.
Quando si utilizzano medicinali antibatterici inclusi anche i macrolidi, sono stati segnali casi frequenti di colite pseudomembranosa, con intervalli di gravità che andava dal moderato al rischioso per la vita del paziente. Anche la diarrea è molto frequente quando si effettuano delle cure mediche a base di Claritromicina, variando da diarrea moderata fino alla manifestazione di colite fatale. Tali trattamenti alterano la flora batterica intestinale, determinando anche la formazione del C.difficile. Tutti i pazienti che in seguito alla somministrazione di Macladin 500 lamentano diarrea, è necessario che venga valutato in tempi brevi l’eventuale presenza di CDAD, ed inoltre devono sottoporsi ad un’accurata anamnesi, perché il CDAD può manifestarsi anche due mesi dopo l’interruzione del trattamento. La sospensione del trattamento a base di Claritromicina deve avvenire senza tenere conto dell’indicazione terapeutica prescritta precedentemente.
Considerate le riflessioni per la generalità dei farmaci, e data l’assenza di studi che possano caratterizzare il profilo di sicurezza della claritromicina sul feto, è intuibile che Macladin può essere fortemente controindicato in gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.
Si consiglia di evitare l’uso di questo farmaco in tutti quei soggetti che presentano un’ipersensibilità nei confronti degli antibiotici che fanno parte della classe dei macrolidi oppure a uno degli altri eccipienti presenti all’interno di Macladin. Inoltre, è sempre meglio evitare la somministrazione concomitante con alcuni farmaci. Si tratta, nello specifico, di cisapride, pimozide, terfenadina e astemizolo. In caso di assunzione concomitante, infatti, potrebbe verificarsi un aumento dell’intervallo QT e disturbi come aritmia cardiaca, ma anche tachicardia ventricolare, torsione di punta e fibrillazione ventricolare. Da evitare assolutamente anche l’assunzione in concomitanza con ticagrelor oppure ranolazina. Si sconsiglia anche l’assunzione con gli alcaloidi dell’ergot, che potrebbero facilmente portare ad una tossicità da segale cornuta.
Nel caso in cui il paziente ingerisca un quantitativo eccessivo di Macladin, la prima cosa da fare è quella di avvertire il medico oppure di andare in pronto soccorso. Uno dei primi sintomi che insorgono dopo un sovradosaggio di claritromicina sono i disturbi intestinali. La prima cura, in questi casi, è quella di rimuovere subito il farmaco che non è stato assorbito. Come? Usando degli specifici trattamenti di sostegno. Esattamente come avviene per altri macrolidi, i livelli sierici di claritromicina non possono essere eliminati con la dialisi peritoneale o con l’emodialisi. Di conseguenza, il più delle volte è necessario affidarsi ad una corretta cura sintomatica.
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