Le compresse che si trovano in commercio si caratterizzano per contenere 5 gm di Nevivololo, 2.5 mg di RSSS-Nebivololo e 25 mg di Idroclorotiazide. Tra gli altri eccipienti che si trovano all’interno di questo medicinale va sottolineata la presenza del lattosio.
A cosa serve
Questo farmaco viene usato per trattare l’ipertensione essenziale. Il dosaggio fisso da 5 mg/12,5 mg viene suggerito in tutti quei pazienti che hanno una pressione arteriosa che viene tenuta sotto controllo con un’assunzione correlata di nebivololo da 5 mg e idroclorotiazide 12,5 mg.
Controindicazioni
Si consiglia di evitare l’assunzione di questo farmaco a tutti quei pazienti che presentano un’allergia o ipersensibilità nei confronti dei principi attivi così come rispetto a uno degli altri vari eccipienti. Inoltre, se ne sconsiglia l’impiego anche a tutti coloro che hanno ipersensibilità rispetto ai vari derivati della sulfonammide (soprattutto in virtù del fatto che l’idroclorotiazide si caratterizza proprio per essere un farmaco che si ottiene dalla sulfonammide). Chi soffre di insufficienza epatica, così come tutti coloro che hanno una funzionalità epatica ridotta dovrebbero evitare di utilizzare questo farmaco. Infine, è meglio non assumerlo anche nel caso in cui il paziente soffra di anuria o di insufficienza renale molto grave. Questo farmaco non deve mai essere assunto anche nel caso in cui il paziente venga colpito da uno
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Questo farmaco non deve mai essere assunto anche nel caso in cui il paziente venga colpito da uno scompenso cardiaco acuto, così come da uno shock cardiogeno o, ancora, da episodi acuti correlati allo scompenso. In questi casi, infatti, il paziente deve seguire una terapia mediante endovena inotropa e l’uso di Lobidiur è da evitare. Ci sono altre patologie in cui l’impiego di tale medicinale è sconsigliato. Ad esempio, i pazienti che soffrono di brachicardia, in cui la frequenza cardiaca è al di sotto dei 60 bpm prima dell’inizio del trattamento. Bisogna evitare questo farmaco anche nelle pazienti che soffrono della sindrome del nodo al seno per colpa del blocco del nodo seno-atriale, così come chi ha un blocco atrioventricolare di 2° e 3° grado, ma non ha pacemaker. L’uso di tale farmaco è da evitare anche quando il paziente soffre di ipocalcemia, iponatremia, iperuricemia sintomatica, asma, acidosi metabolica, ipotensione, broncospasmo e ipocalemia refrattaria.
Oltre a queste patologie che vietano l’assunzione di tale farmaco, non dobbiamo escludere:
- Sindrome del nodo al seno con il blocco del nodo seno-atriale
- Blocco atrioventricolare di secondo e terzo grado senza pacemaker
- Bradicardia, ovvero frequenza cardiaca inferiore a 60 bpm prima dell’inizi della terapia
- Ipotensione, ovvero pressione arteriosa sistolica inferiore a 90 mmHg
- Disturbi circolatori periferici di grave entità
- In presenza di asma e broncospasmo
- In presenza di acidosi metabolica
- Ipocalemia refrattaria
- Ipocalcemia
- Iponatremia
- Iperuricemia sintomatica
Posologia
Nelle persone adulte che soffrono di pressione arteriosa, il dosaggio consigliato è pari ad una compressa al giorno. La compressa dovrebbe essere assunta sempre alla medesima ora. Le compresse si possono assumere anche nel corso dei pasti. Per i pazienti che presentano un’insufficienza renale, quando la forma è grave, è meglio non assumere Lobidiur. Altrettanta prudenza deve essere posta nello stabilire il dosaggio per le persone anziane che hanno più di 75 anni. Inoltre si sconsiglia l’uso di tale farmaco sia nei bambini che negli adolescenti.
Lobidiur in gravidanza
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Per il momento non ci sono sufficienti studi clinici che affermino una totale sicurezza dell’impiego di questo farmaco nei nove mese di gravidanza, così come nel corso dell’allattamento. Ecco spiegato il motivo per cui, nella maggior parte dei casi, se ne sconsiglia l’impiego nelle donne in gravidanza e durante la fase di allattamento. Ad ogni modo tutte le valutazioni spetteranno poi al medico curante. I vari studi che sono stati condotti sugli animali non hanno permesso di ottenere abbastanza dati per capire quale sia effettivamente l’azione dei due componenti principali, ovvero nebivololo e idroclorotiazide, sulla riproduzione. Ad ogni modo, la presenza di un diuretico tiazidico all’interno del farmaco ne rende sconsigliato l’utilizzo in modo particolare nel corso del secondo e del terzo mese di gravidanza. Il nebivololo, però, ha degli effetti dal punto di vista farmacologico che possono portare a danneggiare il feto e il neonato. Infatti, i bloccanti beta-adrenocettori sono in grado di abbassare la perfusione della placenta. Quest’ultimo dettaglio porta spesso a ritardi nello sviluppo, aborto, parto che si verifica prematuramente e morte intrauterina.
Interazioni
Quando questo farmaco viene usato in associazione con Glicosidi della digitale, c’è il rischio che comporti un incremento del tempo di conduzione atrioventricolare. Sono diversi i medicinali che devono essere impiegati con grande prudenza insieme a Lobidiur. Ad esempio, gli anestetici volatili alogenati potrebbe diminuire la tachicardia riflessa. Di conseguenza, potrebbero andare ad incrementare il pericolo di ipotensione.
L’impiego insieme a farmaci calcioantagonisti potrebbe comportare dei danni alla contrattilità e pure alla conduzione atrioventricolare. L’uso contemporaneo con antipertensivi ad azione centrale, come ad esempio Guanfacina e Monoxidina potrebbe comportare un aggravio dello scompenso cardiaco.
L’uso di questo farmaco in associazione con medicinali diabetici orali e insulina potrebbe comportare che dei sintomi di ipoglicemia non emergano con chiarezza. In questo modo verrebbero mascherati sintomi come tachicardia e palpitazioni.
Altre associazioni da tenere in considerazione
L’impiego contemporaneo di Lobidiur con Glicosidi della digitale, potrebbe far aumentare il tempo di conduzione atrioventricolare. Recenti studi clinici con Nebivololo, non hanno fornito alcuna evidenza clinica importante in fatto di interazioni e tale sostanza inoltre, non ha nessun effetto sulla cinetica della Digossina. Per quanto riguarda i Calcioantagonisti di tipo Diidropirinidico ovvero Amlodipina, Felodipina, Lacidipina, Nefidipina, Nicardipina, Nimodipina e Nitrendiopina, l’impiego in concomitanza, potrebbe far aumentare il rischio di ipotensione in soggetti con scompenso cardiaco, ed inoltre non può essere escluso il rischio di ulteriore deterioramento della funzione di pompa ventricolare.
Gli antipsicotici ed antidepressivi come Ticiclici, Barbiturici e Fenotiazine somminisrati in concomitanza potrebbero generare ipotensione dei beta-bloccanti come effetto additivo, mentre i farmaci antinfiammatori non steroidei ovvero i FANS non hanno dimostrato alcuna interferenza sull’effetto ipotensivo del Nebivololo. Naturalmente tutto il percorso terapico con questo farmaco deve essere seguito da uno stretto controllo medico.