L’intestino è il secondo cervello presente nel nostro organismo, in grado di comunicare bilateralmente con il sistema nervoso centrale.
“Studi realizzati con la risonanza magnetica hanno mostrato che l’infusione direttamente nello stomaco di acidi grassi modifica positivamente lo stato emotivo, Inoltre diminuisce la sensazione di fame e genera un incremento di attività nelle regioni del cervello che processano le emozioni”; sostiene Keith Sharkey del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia dell’Università di Calgary, in un lavoro reso pubblico sulla rivista Nature Reviews Gastroenterology and Hepatology.
Il che vuol dire che gli alimenti che consumiamo, possono alterare in modo positivo il nostro tono dell’umore. Non solo, i batteri presenti nel nostro intestino sarebbero anche capaci di reagire in modo autonomo allo stress. Di fatti, in condizioni di stress, rilasciamo degli ormoni quali l’adrenalina e la noradrenalina, che a loro volta, inducono la moltiplicazione dei batteri presenti in noi.
“Ci sono prove del fatto che sono proprio i batteri intestinali ad aiutare a mantenere il contatto bidirezionale tra le componenti dell’asse cervello-intestino. In altre parole, lo stress modifica la flora batterica, ma è vero anche il contrario, ossia che i batteri dell’intestino possono avere un profondo effetto sull’asse cervello-intestino e possono modulare la motilità, la permeabilità e la sensibilità dei visceri”, dice il dottor Peter Konturek del Dipartimento di Medicina del Teaching Hospital dell’Università di Jena in Germania, nel suo lavoro divulgato dal Journal of physiology and pharmacology.
“Si tratta di una divisione del sistema nervoso vegetativo che funziona proprio come un ‘cervello intestinale’, necessario per integrare le funzioni delle ghiandole secretorie, del flusso sanguigno e della muscolatura liscia che rendono possibile la digestione”, ci chiarisce il professor Pietro Cortelli dell’Irccs, Istitituo di scienze neurologiche, Dipartimento di scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna-Ospedale Bellaria.
“Invece che raccogliere i neuroni intestinali in un’unica struttura come nel caso del cervello, la natura ha preferito distribuirli lungo il tubo intestinale e in stretta vicinanza con le strutture che gli stessi neuroni controllano. Importanti formazioni di questa struttura sono il plesso di Auerbach, localizzato tra gli stati muscolari dell’esofago, stomaco piccolo e grosso intestino, e il plesso di Meissner, situato fra stato muscolare e mucosa intestinale. In modo molto simile a quello del sistema nervoso centrale, i plessi del sistema nervoso enterico sono interconnessi e parlano tra di essi mediante sostanze chimiche e specifici recettori. Quindi, in sintesi, si può dire che si tratta di una struttura in grado di processare un’enorme quantità di informazioni e, proprio come un computer, calcolare in tempo reale quale sia la migliore risposta possibile.”
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