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Non tutti sanno che la circolazione non avviene solo a livello del sangue, attraverso le arterie e le vene, bensì anche mediante la linfa. Nonostante sia comunemente “sottovalutato” dai non addetti ai lavori, il sistema linfatico costituisce un elemento fondamentale per la sopravvivenza dell’organismo, considerato che funge da “filtro” per il sistema immunitario, intercettando sostanze estranee che possono aggredire l’organismo.
Concretamente, il sistema linfatico è costituito da una fitta rete di capillari, interrotte da dei piccoli centri di raccolta e di smistamento, chiamati linfonodi, come i linfonodi sottomandibolari. Il loro compito è quello di intercettare gli antigeni che giungono a loro attraverso il sistema linfatico e porre in essere le misure più utili per poterli neutralizzare.
Ora, quando i linfonodi sono ingrossati, significa che nella maggiore delle ipotesi vi è una accentuata produzione di linfociti, allo scopo di difendere il corpo da un’infezione o da altra condizione nociva. Contrariamente dall’ingrossamento dei linfonodi per motivazioni tumorali, in questo caso la struttura tipica delle ghiandole rimane intatta (nei tumori, invece, il linfonodo ingrossato ha una struttura stravolta rispetto alla normalità).
Ora, chiarito che l’ingrossamento di un linfonodo (linfoadenopatia) può essere determinato da diverse cause (infiammazione, infezione o tumore), appare evidente come in tutti quelli superficiali, come quelli sottomandibolari, sia abbastanza facile evidenziare la presenza di una simile condizione.
Per esempio, nei pazienti più giovani i linfonodi sottomandibolari sono facilmente evidenziabili anche con un diametro inferiore ad 1 centimetro.
Ora abbiamo capito la struttura dei linfonodi. Ma vediamo anche quel è la loro funzione nel corpo umano. Il tessuto linfoide è un punto di difesa per il corpo umano, e per questo che tendono spesso a gonfiarsi a causa di un’infezione. Non solo i linfonodi sono un punto di difesa, ma in realtà sono il primo punto di difesa in quanto produttore dei linfociti, meglio conosciuti come globuli bianchi.
Questa loro fondamentale funzione li pone come la prima barriera che il sangue e la linfa incontrano per il loro filtraggio. Sono infatti i linfonodi, con i linfociti, a intercettare per primi tutti i batteri e i virus circolanti nel sangue. Essi sono il filtro a difesa del sangue. È per questo motivo che prima li abbiamo definiti organi. Per la medicina infatti, sono degli organi di difesa.
I linfonodi dunque, filtrano la linfa, ma ne regolano anche la quantità. Questo avviene perché sono i muscoli a spingere la linfa, e non il cuore. Essi dunque formano la prima barriera, e per questo non ci si deve preoccupare di un loro ingrossamento. Questo è assolutamente fisiologico di fronte a batteri e virus.
Come detto, un ingrossamento dei linfonodi non determina necessariamente una grave malattia, ma consente comunque una diagnosi. I linfonodi delle ascelle, da questo punto di vista, sono importanti in quanto indicatori di un possibile tumore alla mammella.
Senza allarmarvi più di tanto, ripetiamo che spesso i linfonodi si gonfiano per una semplice infezione. O di natura virale o batterica. È ad esempio il caso dei linfonodi del collo, che segnalano spesso una semplice influenza o laringite in atto. Come detto precedentemente, i linfonodi si gonfiano più spesso di quello che si crede, e ci indicano che qualche batterio, o qualche virus, ci sta attaccando.
I globuli bianchi entrano così in azione, e là dove questi non sono sufficienti, sarà il medico a stabilire la terapia giusta. Il gonfiore indica dunque al medico la presenza di un virus o un batterio, che poi dovrà essere indagato diversamente.
Nell’ipotesi in cui i linfonodi siano ingrossati, ci si comporta sulla base di quattro elementi:
Come abbiamo già anticipato, le situazioni patologiche che determinano un ingrossamento dei linfonodi sono davvero numerose.
Tra le principali possiamo tuttavia riassumere:
Anche se la comparsa di linfonodi ingrossati può costituire elemento di grave preoccupazione, non sempre, per fortuna, la loro presenza coincide con situazione patologiche molto gravi.
Nella maggior parte dei casi, per poter accertare la natura dell’aumento di volume del linfonodo sarà sufficiente compiere degli esami di laboratorio e un’ecografia, oltre – se il medico lo riterrà opportuno – una biopsia linfonodale o la sua asportazione e successivo esame istologico.
La valutazione delle stazioni linfoghiandolari richiede prevalentemente l’utilizzo di tecniche di imaging quali TAC, RMN e PET. Viene oramai considerato desueto il ricorso alla linfografia, anche per la pericolosità dell’esame stesso.
Insomma, appare evidente dalle righe di cui sopra che il tema dei linfonodi, e in esso quello dei linfonodi sottomandibolari sia piuttosto vasto e complesso e, come tale, non può essere riassunto in poche righe. Il nostro suggerimento è evidentemente quello di non esser portati a pensare sempre al peggio, perché nonostante le apparenze il più delle volte si tratta di condizioni benigne. Parlatene dunque senza alcun timore con il vostro medico per poter arrivare a una corretta diagnosi.
Il linfonodo reattivo può dipendere da molti problemi di fondo, più o meno gravi. Tutto dipende anche da quale linfonodo s’ingrossa. C’è da considerare che con il termine linfonodi reattivi si parla di una causa benigna e non maligna come appunto il cancro. Sarà il medico quindi a capire se è un linfonodo reattivo o meno. Vediamo le cause più comuni in base alla disposizione.
Il termine linfonodo reattivo è utilizzato per indicare l’ingrossamento dovuto alla reazione verso un’infiammazione. La sua forma è ovalare e si riconosce grazie all’esame ecografico. In questo caso non indica una natura maligna ma bensì benigna del problema a differenza del linfonodo neoplastico.
Si parla quindi di una reazione normale a un processo infiammatorio o d’infezione e non di una patologia. L’organismo reagisce quindi a stimoli esterni come i virus.
Nei bambini il tessuto linfoide si presenta in costante sviluppo fino ad un’età pari a 8-11 anni. Di conseguenza, è più facile che si verifichi rispetto che negli adulti. Nella maggior parte dei casi la tendenza ad ingrossarsi è solo quella dei linfonodi che si trovano nei pressi dell’infezione. Quando il bambino, ad esempio, soffre di una faringite, ecco che aumenteranno di dimensioni i linfonodi del collo. Quando viene colpito da un’influenza intestinale, invece, l’ingrossamento sarà dei linfonodi inguinali.
Nel caso in cui il disturbo sia relativo a torace o braccia, ecco che aumenteranno di dimensioni i linfonodi ascellari.
Tra i bambini, gli organi che soffrono maggiormente l’insorgere di infezioni in ambito otorinolaringoiatrico sono quelli linfatici. Si tratta, ad esempio, di tonsille e adenoidi. Capita molto di rado, invece, che tale ingrossamento corrisponda ad un segnale di una patologia cronica. Si potrebbe trattare, in questi casi, di immunodeficienze, neoplasie o patologie autoimmuni.
In altre occasioni questa sensazione di ingrossamento potrebbe derivare da del tessuto sottocutaneo poco spesso al punto tale da evidenziare le ghiandole. In questo senso, si avrebbe semplicemente una falsa percezione dell’aumento di dimensioni ghiandolari. Esistono anche dei bambini che hanno una più alta predisposizione a soffrire di questi problemi.
È bene mettere in evidenza come, però, in nessun caso il linfatismo si possa considerare una malattia. E spesso tale predisposizione si eredita dai genitori che presentano il medesimo problema.
Tra gli altri esami non invasivi in cui possono essere individuati i linfonodi reattivi troviamo l’ecografia. Anche in questo caso già durante l’esame si può capire di che tipo siano. La tac è un altro esame in grado di rilevare i linfonodi reattivi e permette di ottenere qualche informazioni su un sospetto di malignità. La Pet è un’indagine oncologica che spesso consente di rilevare i linfonodi reattivi infiammatori e neoplastici sfruttando l’indice SUV.
Spesso il medico arriva alla risposta semplicemente perché la persona con i linfonodi reattivi presenta già tutti i sintomi di un determinato problema di salute.
Tutto varia dalla causa. Quando durano meno di quattro settimane e sono stati indicati dal dottore come reattivi, la causa di solito si può rintracciare tra quelle indicate qua sopra. Quando invece il problema persiste per oltre quattro settimane, la malattia può essere più grave, anche se ciò non vuol dire che si tratti necessariamente del tumore. I linfonodi reattivi possono dipendere anche da malattie come HIV/AIDS.
Ora che abbiamo un quadro più preciso dell’ingrossamento dei linfonodi, possiamo descrivere anche il loro funzionamento, molto importante, nel corpo umano. Da qui capiremo anche perché si infiammano spesso, in alcuni casi. Si tratta di ghiandole. Meglio definiti come organi, hanno forma circolare. Definiti ghiandole linfatiche, questi tessuti sono a stretto contatto con i vasi linfatici. Il tessuto viene definito linfoide e le sue dimensioni dipendono dalla localizzazione. Come diametro possono essere compresi tra un millimetro e 25 millimetri.
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