Levotuss è uno sciroppo ad uso orale utilizzato per sedare e trattare la tosse. Levotuss è un prodotto commercializzato dall’azienda Dompé, un importante azienda biofarmaceutica di marchio italiano, produttrice di farmaci innovativi ed efficaci.
Esso è a base di levodropizina una sostanza per la terapia sintomatica legata alla tosse. Lo sciroppo è identificato dalla dicitura 30mg/5 ml per indicare che ogni 5 millilitri di sostanza ci sono 30 milligrammi di levodropizina, quindi 6 mg ogni millilitro di sostanza. Ogni flacone contiene 200 ml di sostanza, per un totale di 1200 mg di principio attivo. Levotuss sciroppo contiene anche degli eccipienti. Nello specifico: saccarosio, propil e metil para idrossibenzoato, sodio idrossido, acido citrico monoidrato, aroma al gusto di ciliegia, acqua depurata. Non ci sono particolari raccomandazioni su come conservare il farmaco.
Posologia e modo d’uso
Gli adulti possono assumere 10 ml di sciroppo fino a 3 volte al giorno, attendendo intervalli di almeno 6 ore fra una dose e l’altra. Lo stesso vale per i bambini, ma in dose diversa, minore: con un peso compreso fra i 10 ed i 20 kg si tratta di 3 ml di sciroppo, mentre se siamo tra i 20 ed i 30 kg, di 5 ml di sciroppo. Il farmaco va preso con il misurino in dotazione, per dosare bene i quantitativi indicati.
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Esso andrebbe assunto lontano dai pasti e a stomaco vuoto. I bambini al di sotto dei due anni di età non dovrebbero assumere Levotuss sciroppo. La terapia con questo farmaco non dovrebbe superare le due settimane al massimo e durare il tempo necessario per la scomparsa della tosse. Se dopo 14 giorni essa non è ancora passata, chiedere consiglio al proprio medico, interrompendo il trattamento. Non assumere più del quantitativo consigliato.
Levotuss sciroppo si assume per via orale. Nella confezione si trova un bicchiere dosatore con delle tacche corrispondenti a 3,5 e 10 ml in base all’età del soggetto. Il flacone ha un tappo antibambino, quindi per aprirlo è necessario premere il tappo e ruotarlo allo stesso tempo in senso antiorario.
Controindicazioni
Tra le principali controindicazioni relativa a questo sedativo della tosse troviamo sicuramente il fatto di essere ipersensibili nei confronti del principio attivo o anche rispetto a solo uno degli altri eccipienti presenti. Il farmaco non deve essere assunto da tutti quei soggetti che soffrono di ipersecrezione dei bronchi e hanno una più bassa funzione mucociliare, soprattutto per via della sindrome di Kartagener o della discinesia ciliare. Inoltre, Levotuss non deve essere mai impiegato in tutti i bambini che hanno un età minore di due anni.
Precauzioni per l’uso
La somministrazione di questo sedativo per la tosse deve avvenire con notevole prudenza e attenzione in tutti quei soggetti che soffrono di una forma grave di insufficienza renale. Anche i soggetti anziani devono prestare molta attenzione, visto che presentano una sensibilità modificati nei confronti di svariati farmaci, in modo particolare rispetto a tanti che contengono la levodropropizina. Si suggerisce anche di avere prudenza nel caso in cui Levotuss debba essere assunto in associazione con dei farmaci sedativi in soggetti che hanno una notevole sensibilità.
Interazioni
Sono diverse le ricerche farmacologiche sugli animali che hanno messo in risalto come la levodropropizina non vada ad aumentare l’effetto di sostanze attive direttamente sul sistema nervoso centrale. Negli animali questo principio attivo non vanno nemmeno a provocare delle alterazioni nei confronti dell’azione di farmaci anticoagulanti orali, come ad esempio la warfarina e non va nemmeno ad agire ostruendo l’azione ipoglicemizzante che viene svolta dall’insulina. In tutte le ricerche farmacologiche che sono state svolte in associazione con benzodiazepina non va ad alterare la situazione EEG. In ogni caso, è sempre meglio prestare la massima attenzione quando si tratta di assumere Levotuss insieme ad altri farmaci sedativi.
Avvertenze
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I farmaci che combattono la tosse si caratterizzano per essere sintomatici e il loro impiego è strettamente correlato al momento di attesa della diagnosi di cosa abbia provocato la tosse. Non devono mai essere utilizzati per delle terapie eccessivamente prolungate nel tempo. Se non vi sono dei risultati efficaci dopo qualche giorno è bene consultare il proprio medico per capire come comportarsi e se sospenderne l’utilizzo. All’interno di Levotuss troviamo il metil para-idrossibenzoato, un principio attivo che potrebbe potenzialmente anche provocare orticaria.
Nella maggior parte dei casi i para-idrossibenzoati possono provocare tutta una serie di reazioni che si verificano dopo qualche tempo, come ad esempio la dermatite da contatto oppure, in pochissimi casi però, delle reazioni che hanno luogo immediatamente come l’orticaria o il broncospasmo. Levotuss non va a condizionare in alcun modo le diete ipocaloriche o verificate e si può usare anche nei soggetti che soffrono di diabete.
La soluzione da 60 mg/ml da assumere in gocce orali non presenta al suo interno tracce di glutine ed ecco spiegato il motivo per cui si può usare senza problemi anche in tutti quei soggetti che soffrono di celiachia. Fino a questo momento, inoltre, non sono stati rinvenuti effetti collaterali nell’uso di Levotuss gocce tali da evitare di mettersi alla guida di un’auto o di macchinari di precisione, dal momento che non va ad incidere in alcun modo sull’attenzione e sulla capacità di concentrazione. In alcuni casi molto rari, c’è la possibilità che possa provocare un minimo di sonnolenza e, di conseguenza, è bene mettersi alla guida con prudenza. Infine, questo prodotto medicinale deve essere conservato il più distante possibile dalla portata dei bambini.
Levotuss in gravidanza
Negli studi farmacologici che hanno coinvolto gli animali, il principio attivo contenuto in Levotuss riesce a spingersi oltre la barriera della placenta e va a finire nel latte materno: ecco spiegata la ragione per cui questo sedativo della tosse non viene assolutamente consigliato nelle donne che sono in gravidanza, ma anche in quelle che stanno attraversando la fase dell’allattamento al seno.
Effetti collaterali
Come ogni medicinale, in alcuni soggetti si possono manifestare effetti indesiderati. Nella maggior parte dei casi i sintomi si sono risolti con la sospensione dell’assunzione del farmaco. In alcuni casi, le reazioni sono state:
- midriasi, cecità bilaterale
- reazioni allergiche, edema alla palpebra;
- orticaria, reazioni alla cute;
- sonnolenza;
- alterazione della personalità;
- capogiri, vertigini, tremori, convulsioni;
- palpitazioni, tachicardia, dispnea, tosse;
- nausea, vomito, diarrea, dolori addominali.
Tosse, ecco quando è il caso di approfondire se non va via
Una tosse cronica, ovvero quella che viene temporalmente definita di durata di almeno sei-otto settimane, è un indicatore di una questione che andrebbe esaminata più fondo. Tuttavia, mentre la durata della tosse è certamente un fattore, in realtà si dovrebbe anche prendere nota dei sintomi che accompagnano la tosse, e che potrebbero dirvi quando è il caso di approfondire senza temporeggiare ulteriormente.
Per esempio, la malattia da reflusso gastroesofageo può anche causare una tosse persistente senza bruciore di stomaco. I sospetti aumentano se si ha la sensazione di alito cattivo e si ha un sapore aspro in bocca.
In aggiunta a ciò, in diverse parti del mondo si stanno riscontrando importanti tassi di crescita nei casi di infezione respiratoria. Tipicamente, un gocciolamento nasale persistente (che dura anche dopo l’infezione) è probabilmente un sintomo abbastanza emblematico.
Vi sono poi numerosi fattori di rischio. I pazienti che sono fumatori, ad esempio, o coloro che vivono con una costante esposizione al fumo passivo, dovrebbero essere consapevoli che il fumo di tabacco potrebbe prolungare la tosse.
Se poi la tosse è accompagnata da altri sintomi come dolore toracico, perdita di peso inspiegabile o espettorato sanguinolento, è possibile che ci siano malattie più importanti all’apparato respiratorio e, in particolar modo, ai polmoni, tanto da rendere opportuno il consulto tempestivo di un medico per potersi garantire una diagnosi precoce.
In altri casi di tosse cronica, il medico potrebbe altresì sospettare la presenza di asma e decidere di eseguire un test di funzionalità polmonare.
In somma, in conclusione, il punto fondamentale è che non c’è bisogno di preoccuparsi solo perché la tosse sta durando da più di dieci giorni. Bene invece consultare un medico se si nota la tosse sta peggiorando o non risponde ai farmaci da banco e ai rimedi casalinghi.