E’ importante, prima di proseguire con la descrizione della labirintite, ricordare, anche in breve, che il labirinto è parte, piccola, dell’orecchio interno ed è costituito da alcuni organi deputati alle funzioni d’equilibrio ed all’ascolto della parola e del suono.
Esso contiene il nervo dell’orecchio ed è di norma pieno di un liquido, dal nome “endolinfa” che riesce a rilevare il seppur minimo movimento del capo: quando il cervello riceve il comando di ruotare o, comunque, spostare il capo, l’endolinfa si sposta e procura uno stimolo al nervo dell’orecchio interno.
Il labirinto e la labirintite
Fatta questa necessaria premessa, risulta chiaro come se si perde tutta o parte delle funzionalità di quest’organo, il labirinto. I disturbi che possono insorgere possano essere anche gravi, anche, ad esempio, la perdita dell’udito e/o il generarsi di tinniti (acufeni intermittenti) permanenti nell’orecchio.
Un’ulteriore e doverosa precisazione: labirintite e vertigini non sono sinonimi: questi due termini, spesso confusi l’uno con l’altro, indicano il primo una sintomatologia che può essere determinata da più patologie, il secondo una patologia a tutti gli effetti.
Le cause della labirintite
Ad onor del vero ancora non è stata trovata una origine specifica ed univoca per la labirintite: si pensa che tale disturbo possa essere causato da infezioni batteriche o anche virali, quali potrebbero essere le parotiti e le otiti acute. Anche alcune infezioni del tratto superiore dell’apparato respiratorio potrebbero arrivare a far danni all’orecchio interno.
Comunemente la labirintite si palesa nelle sue varianti sierose, come risultato del transito di tossine e/o batteri all’interno di un canale auricolare: in questi casi il paziente che soffra di labirintite accusa vertigini di variabile intensità, ma, comunemente saltuarie e transitorie.
Si osserva che alcune situazioni potrebbero rendere il paziente più soggetto ad eventi di labirintite: colpi di tosse particolarmente violenti, movimenti bruschi, o anche sforzi molto intensi e protratti per troppo tempo potrebbero rivelarsi fattori di rischio labirintite, in special modo in un soggetto particolarmente predisposto.
Una variante purulenta della labirintite può manifestarsi come conseguenza di meningoencefalite o meningite. In questi casi si assiste anche ai progressivi e inevitabili danneggiamenti a carico della struttura interna dell’organo: in un caso del genere la sintomatologia è sempre improvvisa e si concretizza in perdite dell’equilibrio ed in disturbi dell’apparato vestibolare più in genere, oltre che nella perdita dell’udito. Questa perdita è, ahimè, irreversibile ed anche, nella stragrande maggioranza dei casi, totale.
Gli esordi sintomatologici sono in genere violenti ed acuti e le vertigini rappresentano un denominatore comune di tutti coloro che ne soffrono. Un affetto da labirintite accusa anche ansia, difficoltà nel mantenersi in equilibrio, stato confusionale, acufeni, nausee, pallori, giramenti di testa, nistagmi, mal di stomaco, e perdita della capacità uditiva.
Possibili implicazioni psicologiche della labirintite
Comunemente coloro che soffrano di labirintite accusano ansia e spavento nei confronti del disturbo poiché non si sentono in grado di controllarsi: le sindromi ansiose sono una sintomatologia assi frequente nel contesto delle labirintiti e possono sfociare anche in un attacco di panico, eventi depressivi, palpitazione e tremore, tutti episodi che vanno ad aggravare il quadro clinico. L’attacco di panico è, in genere, il primo sintomo che si manifesta a causa del disturbo.
Diagnosi della labirintite
Naturalmente è raccomandato rivolgersi al proprio specialista al manifestarsi del primissimo sintomo: un tempestivo trattamento con farmaci appositi può evitare complicazioni anche gravi. Lo specialista, effettuata l’anamnesi, effettua una visita medica per accertarsi che siano effettivamente problemi vestibolari e del labirinto a provocare la perdita di equilibrio e le vertigini. Talvolta occorre indurre le vertigini volontariamente: sacrificio indispensabile da parte del paziente.
Poi si sottopone il paziente ad alcuni test di varia complessità e questi vengono scelti in base alla gravità del quadro sintomatico ed alle difficoltà nell’accertare le cause del disturbo.
Cure e terapie farmacologicche
I trattamenti per curare la labirintite dipendono dall’origine della stessa nonché dalla gravità del quadro clinico: lo scopo della terapia sarà preventivo in carico ai sintomi, almeno per alleggerirli se non per risolverli del tutto.
Nei casi in cui la labirintite è causata da un’infezione batterica si procederà con una terapia antibiotica, invece saranno utilizzato un farmaco antivirale nel caso, ovviamente, di un’infezione virale. Se l’agente patogeno viene sconfitto, allora anche la labirintite guarisce (forme lievi). Un ulteriore ausilio farmacologico può derivare dall’uso degli antiemetici per combattere le nausee, il vomito e le perdite dell’equilibrio.Le vertigini, poi, possono essere combattute da dei farmaci appositi: i principi attivi di questi prodotti servono anche per eliminare la sensazione di smarrimento e per indurre calma e relax nel paziente. I farmaci di tipo anticolinergico (come la proclorperazina) sono indicatissimi per tale fine. Farmaci di tipo steroideo possono, talvolta, essere utilizzati la riduzione dell’infiammazione, soprattutto se si accerta un’origine virale della labirintite.
Poiché, come abbiano scritto sopra, la labirintite è sovente legata a stati d’ansia e depressivi, si possono assumere dei prodotti farmacologici specifici per questo tipo di disturbi (ad esempio: diazepam) o, anche, sostanze inibitrici selettivamente della ricaptazione della serotonina. E’ indispensabile seguire le dosi come da prescrizione medica e non sospendere all’improvviso la terapia.
La pratica ospedaliera ha dimostrato nel tempo che gli SSRI sono efficacissimi nell’alleviare la sintomatologia che accompagna la labirintite e nell’accorciarne i tempi di guarigione.
Possono rendersi necessari, a volte, interventi chirurgici laddove la terapia farmacologica non sortisca effetti. Questi sono volti alla correzione di eventuali danni a carico della testa e/o dell’orecchio che si trovano coinvolti nell’insorgere di una labirintite.
Talvolta si può completare la cura della labirintite orientando il paziente verso la “riabilitazione vestibolare”, una serie di esercizi, cioè, per ritrovare l’equilibrio ed allontanare le vertigini.
Dopo aver accertato l’esistenza della labirintite è necessario iniziare IMMEDIATAMENTE la terapia per allontanare il rischio di complicazioni che potrebbero arrecare danni anche permanenti all’orecchio.