La sindrome di Asperger (in inglese, SA, o AS, vale a dire Asperger Syndrom), come si vedrà meglio dopo, è una malattia collocata, come l’autismo, ad esempio, nella categoria di disturbi denominata “Disturbi Pervasivi dello Sviluppo”.
Infatti la sindrome di Asperger non si discosta molto dall’autismo, potrebbe essere definita quasi “una variante meno grave” dell’autismo stesso. Ma questa è una discussione che, ormai si porta avanti da molto tempo, per cui andiamo a vedere, di seguito se
La sindrome di Asperger è una patologia non del tutto dissimile da una forma meno “grave” di autismo, ma è ancora irrisolta la questione se essa vada, appunto, considerata una forma meno importante di autismo o, al contrario, vada considerata una patologia a se stante.
Si è ancora indecisi se vada identificata con l’”autismo con alto coefficiente di funzionamento” (HFA, acronimo di High Functionning Autism), quindi quella “porzione” di intervallo di autismo che contiene gli individui che comunicano con gli altri ed dimostrino di avere un quoziente intellettivo discreto, oppure vada considerata una forma in tutto e per tutto diversa dall’”autismo con alto coefficiente di funzionamento”, soprattutto poiché il linguaggio si sviluppa, nei soggetti colpiti dalla sindrome di Asperger, sensibilmente prima rispetto a quegli individui che abbiano contratto altre forme di HFA.
Questa denominazione “autismo con alto coefficiente di funzionamento” viene, a tutt’oggi, sostituita con questa, “autismo con necessità di supporto non intensivo”. A causa di ciò, più in giù si troveranno sia riferimenti alla sindrome di Asperger come tale denominata, che all’“HFA”.
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La sindrome di Asperger
Così come è stato stabilito anche per l’ autismo, e oramai in modo assolutamente definitivo, anche relativamente alla sindrome di Asperger la scienza ne ha in modo altrettanto definitivo accertato la derivazione genetica e la natura neurologica, sgombrando il campo da qualsiasi dubbio, ci si augura in modo deciso e che non si presti ad ulteriori possibili e non auspicabili ripensamenti, su una possibile tesi orientata a individuarne eziologie di tipo psicogeno, come anche il Professor Francesco Nardocci, illustre specialista in Clinica delle Malattie nervose al la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Modena, ha, in ben più di un intervento pubblico, sottolineato e ripetuto.
Una patologia genetica di natura neurologica
Assodato tutto quanto sopra occorre, quindi ritenere obsoleta e, prima d’ogni altra cosa, priva di qualsiasi utilità, la terapia di tipo psicodinamico che nel passato è stata anche troppo spesso estesa finanche ai genitori del paziente colpito da sindrome di Asperger. E’ doveroso, però, sottolineare che in alcuni casi potrebbe non rivelarsi inutile un supporto di natura psicologica, sia per i genitori che per la prole, ma inteso esclusivamente come aiuto che sia d’ ausilio agli individui coinvolti a rendersi conto di quale sia la reale situazione e quindi affrontarla, sapendo che si tratta di una situazione molto, ma molto difficile.
La sindrome di Asperger: quali le terapie efficaci?
Le terapie che sono state riconosciute come efficienti ed utili, pur se, ahimè, ancora non del tutto ritenute una soluzione del problema a titolo definitivo, sono quelle di tipo “cognitivo-comportamentale” e, dove necessarie, anche quelle di natura farmacologica.
Proprio come l’autismo, anche la sindrome di Asperger non si manifesta in una unica veste, ma bensì con una ampia varietà di comportamenti e abilità che, a parte le fondamentali minime caratteristiche, rendono differente un individuo dall’ altro, facendo diventare il più delle volte molto difficile stilare una diagnosi sufficientemente accurata della malattia.
Una valida riprova delle tante sfaccettature della problematiche che si manifesta nell’ambito dell’autismo sono i contenuti di un saggio di Donna Williams “il mio e il loro autismo”, che pubblica una descrizione di bambini autistici all’interno di una immaginaria classe scolastica.
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La cura farmacologica
Le terapie a base di farmaci servono più che altro per tenere a bada disturbi come ansia e depressione. Spesso insorgono anche deficit di attenzione, ma anche iperattività. Ci sono vari trattamenti farmacologici tra cui optare. Ad esempio, per contrastare gli stati maniaco-depressivo, che si riscontrano soprattutto nei soggetti adulti, si usa l’aripiprazolo.
L’assunzione di tale farmaco, però, può portare ad un incremento di peso e a glicemia. Per combattere iperattività e deficit di attenzione si usa spesso la guanfacina. Anche in questo caso, ci sono dei possibili effetti collaterali, come costipazione, enuresi, mal di testa e sonnolenza. I farmaci SSRI vengono usati soprattutto per la cura della depressione, ma possono favorire l’agitazione.
Il risperidone viene usato per tenere sotto controllo l’iperattività. Tra i suoi effetti collaterali troviamo problematiche del sonno, rinorrea, maggiore appetito. Il naltrexone viene usato per contrastare tutti quei comportamenti ossessivi e ripetitivi.
Quali sono i principali sintomi
I segnali che un soggetto soffre di questo disturbo possono condizionare vari ambiti. Ci sono sintomi legati al linguaggio, sintomi correlati con la comunicazione e con i rapporti sociali.
Esistono anche sintomi correlati con i movimenti e le attività di tutti i giorni. I primi sintomi insorgono, di solito, all’età di 2-3 anni. Nella maggior parte dei casi, però, si individua la sindrome di Asperger solo quando il bambino comincia ad andare a scuola.
Ci sono anche tanti sintomi connessi alla gestualità. I soggetti colpiti mettono in atto vari comportamenti ripetitivi, stereotipati e tante volte senza senso. Piuttosto di frequente i pazienti effettuano dei movimenti in modo goffo e poco coordinato. Alcuni sintomi riguardano anche il linguaggio parlato. Il tono della voce rimane piuttosto monotono.
Inoltre, interpretano tutte le parole allo stesso modo, alla lettera. Quindi, i pazienti spesso non riescono a comprendere parole di sarcasmo, l’ironia e i proverbi.
Quali possono essere i disturbi correlati?
Ci sono varie patologie che sono legate a questa sindrome. E chiaramente non si possono assolutamente sottovalutare. Si tratta di disturbi all’udito o alla vista, ma anche dell’epilessia. Infatti, in circa il 30% dei casi, chi soffre di una patologia dello spettro autistico poi viene colpito anche da attacchi di epilessia.
In modo particolare gli attacchi epilettici si manifestano durante la fase della pubertà. Ovviamente, la sindrome di Asperger si collega spesso a disturbi di carattere psichiatrico.
In primo luogo ovviamente depressione e ansia, che derivano dall’isolamento a livello sociale. Si tratta, però, di problematiche che emergono una volta che il soggetto diventa adulto.
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Altri disturbi psichiatrici
Altri disturbi psichiatrici correlati possono essere la sindrome da deficit di attenzione e l’iperattività. Tra gli altri disturbi collegati troviamo dei deficit intellettivi, ma solamente in alcuni pazienti.
Inoltre, possono emergere anche delle anomalie a livello genetico. Si tratta, perlopiù, della sclerosi tuberosa, della sindrome dell’X fragile e della fenilchetonuria.
In molti casi i pazienti colpiti da questa sindrome soffrono anche di problematiche del sonno.
Nel corso delle ore notturne, infatti, tendono a svegliarsi molto di frequente oppure fanno una gran fatica a prendere sonno.
La diagnosi della Sindrome di Asperger
La diagnosi di una malattia così complicata e importante non è ovviamente né semplice né immediata. Quando il bambino comincia a soffrire di qualche sintomo che potrebbe ricollegarsi alla sindrome di Asperger è bene intervenire.Deve essere sottoposto ad una visita medica specialistica. Tale visita analizza in maniera attenta e scrupolosa i comportamenti che vengono messi in atto dal bambino.Quindi, si cercherà di approfondire il rapporto con i genitori. Importanti l’analisi anche e soprattutto a livello scolastico, del rapporto con professori e compagni.
Successivamente il paziente viene sottoposto a tutta una serie di test ed esami con l’obiettivo di conoscerlo meglio dal punto di vista caratteriale e motorio.A questo punto la diagnosi definitiva della sindrome di Asperger prevede di fare un confronto tra i sintomi rilevati in sede di test e i criteri stabiliti all’interno del DSM. Si tratta del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Egli porta al suo interno i criteri e le linee guida per rilevare ogni tipo di patologia mentale conosciuta.
I soggetti colpiti da sindrome di Asperger sono individui come gli altri o persone con disabilità?
Gli individui colpiti dalla sindrome di Asperger sono generalmente indotti a compiere quegli sforzi di adattamento necessari che, sovente, riescono fargli raggiungere, se non proprio tutte almeno in parte di quelle abilità che una cattiva sorte non ha voluto regalar loro, con dei meccanismi di compensazione. E capita che a volte ci riescano grazie anche ad un q. i. che non è infrequente che sia anche di molto superiore alla media.
In casi non tanto rari queste notevoli capacità nell’adattarsi trasformano i soggetti affetti da sindrome di Asperger in individui che non si possono distinguere dalle cosiddette persone “normali”.
Gli Studi
Lo studioso britannico Simon Baron Cohen è portato a supporre che le caratteristiche dei soggetti colpiti dalla sindrome di Asperger non siano poi deficitarie in quanto tali, ma che vengano solo percepite come tali, come fossero delle disabilità, poiché sono diverse dalle capacità ed attitudini della stragrande maggioranza degli altri individui.
Una tesi non dissimile da quella di Simon Baron Cohen è la tesi portata avanti dallo psicologo Tony Attwood, uno studioso Australiano che in una delle sue pubblicazioni, nella pagina dedicata alle “Informazioni” indirizzate ai più giovani, propone pensieri e definizioni non dissimili da quelli proposti dallo studioso britannico.
Ma, nonostante tutto quanto sopra, non bisogna assolutamente dimenticare che, privi degli adeguati e necessari aiuti, i soggetti colpiti dalla sindrome di Asperger avranno comunque sempre difficoltà nel dar vita alle loro relazioni interpersonali, ai loro rapporti sociali ed anche che queste difficoltà saranno poi assai spesso motivo di sofferenza che li accompagnerà durante tutto il corso della loro vita.
E queste sofferenze nasceranno anche se, quando si venga in contatto con questi giovani pazienti colpiti dalla sindrome di Asperger, o, per lo meno con taluni di loro dotati in modo particolare, si venga colpiti immediatamente da qualche loro caratteristica più positivamente eclatante e la propria reazione desti, nel soggetto, la sensazione di non essere percepito come una persona “normale”. Son cose che, poi, ci spingono a valutare meglio cosa poi possa essere definita correttamente normalità e quanto possiamo, invece, concordare i confini della cosiddetta normalità possano, poi, essere molto, ma molto labili.