Il consumo di alcuni alimenti in gravidanza viene sconsigliato o addirittura vietato da medici e ginecologi. Infatti, sebbene la gestazione non dovrebbe mai essere vissuta con eccessiva ansia, è anche vero che bisogna conoscere i principali benefici che ci donano alcuni alimenti, e quali cibi potrebbero invece contenere sostanze dannose per la madre e per il feto. In gravidanza bisogna però prestare attenzione anche a determinati condimenti, e la salsa di soia è uno di questi. Da sempre tra le salse più utilizzate nella cucina orientale, è da decenni ormai un must anche in Europa ed in Italia. A causa della presenza ormai estesa nelle nostre cucine, è bene capire come comportarsi con tale alimento durante la gravidanza.
La salsa di soia, cos’è e come si prepara?
La soia è un legume che fin dai tempi più remoti viene utilizzato per l’alimentazione dell’uomo, soprattutto nella realtà “orientale” del globo terrestre. È uno dei prodotti alimentari più coltivati in tutto il mondo, superando i 220 milioni di tonnellate l’anno. La salsa di soia viene prodotta dai semi di soia lasciati a fermentare, stando al metodo tradizione, per almeno 72 ore in contenitori di legno. Con la spremitura della soia fermentata attraverso questa lavorazione si ricava la salsa di soia grezza. Il composto, a questo punto, prima di essere venduto, dovrà affrontare un processo di pastorizzazione. La salsa di soia che ricaveremo sarà di colore scuro e sarà caratterizzata da un sapore particolarmente salato, ma dalle importanti proprietà digestive ed antiossidanti. Questo è ciò che prevede la ricetta originale cinese, una delle tante esistenti in oriente.
I due tipi di salsa di soia più noti sono il “tamari”, di origine cinese, e la “shoyu”, tipica invece della cucina giapponese. La shoyu è una salsa molto più leggera, caratterizzata da una consistenza molto meno densa rispetto alla salsa cinese. Questa salsa è adatta a tutti gli usi, e viene utilizzata per condire legumi, verdure, ma anche riso, carni ed ovviamente pesce crudo.
I valori nutrizionali della salsa di soia, perché evitarla durante la gestazione?
Prendendo in considerazione 100 millilitri di salsa di soia tamari, dal sapore più ricco ed intenso di quella giapponese, noteremo come quest’ultima contenga circa 60 Calorie, ed inoltre si osservano:
- 66 g di acqua
- 10 g di proteine
- 5,6 g di carboidrati
- 5586 mg di sodio
Come si nota la salsa tamari è composta da proteine, carboidrati e perfino vitamine, ma la controindicazione principale è relativa all’altissimo contenuto di sale. Quest’ultimo valore è davvero esorbitante, basti pensare che 100ml di salsa di soia contengono una quantità di sodio che va oltre la soglia giornaliera massima, fissata a 2300mg in un regime di alimentazione equilibrata e sana.
Esistono però anche altri motivi per cui sarebbe bene non consumare la salsa di soia nei mesi di gestazione. Uno di questi è legato alla presenza di fitoestrogeni, sostanze simili agli estrogeni umani che si trovano in alcuni alimenti di tipo vegetale. Tali fitoestrogeni potrebbero influire in modo negativo sulla crescita del futuro bambino, tanto da poter indurre alterazioni nello sviluppo dell’apparato riproduttivo maschile.
Una seconda motivazione è invece legata al processo di lavorazione della soia. In alcuni casi, infatti, le salse di soia contengono marinate di pesce, la marinatura, come ben sappiamo, non raggiunge alte temperature nella sua preparazione. Il non raggiungimento di alte temperature significa non riuscire ad eliminare tutti i batteri presenti negli alimenti, risultando davvero pericoloso per il prosieguo della gestazione.