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Col termine “ischemia” si intende generalmente, in medicina, un ridotto afflusso di sangue ad organi o tessuti del corpo. Nello specifico, si parla di ischemia miocardica di fronte ad un apporto insufficiente di sangue e ossigeno al muscolo cardiaco dovuto perlopiù ad un’ostruzione (o occlusione) dell’arteria coronaria (si parla in questi casi di “coronaropatia”).
L’ischemia miocardica compromette la normale attività di pompaggio del cuore e può provocare anche la necrosi di una sua componente muscolare.
Esistono tre tipi di ischemia miocardica:
A queste tre tipologie si può aggiungere anche una quarta forma di ischemia miocardica, detta silente, dal momento che, in assenza di una sintomatologia evidente, è possibile rivelarla solo a seguito di un’indagine specialistica. Proprio per la difficoltà a individuarla, risulta tra le forme di ischemia più pericolose.
Forme di ischemia asintomatiche risultano essere più frequenti tra donne ed anziani, categorie a cui più si raccomanda di sottoporsi a esami del sangue o elettrocardiogrammi in grado di individuare eventuali anomalie.
I sintomi possono variare a seconda delle persone, ma i più comuni comprendono:
In ogni caso per rilevare eventuali anomalie nella normale circolazione del sangue è utile effettuare esami diagnostici tempestivi come l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma, la coronarografia, la Tac al cuore e le analisi del sangue. Una diagnosi tardiva può portare a conseguenze gravi o del tutto fatali.
Esistono alcuni fattori di rischio che possono contribuire a innescare un’ischemia miocardica, tra i quali: l’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, che comporta una maggiore probabilità di incorrere in aterosclerosi, un aumento della pressione arteriosa, comunemente detta “pressione alta”, alcune malattie infiammatorie quali il lupus eritematoso sistemico o una diagnosi di diabete, che qualora si presenti associata a ipertensione e ipercolesterolemia, forma la sindrome metabolica, un quadro diagnostico particolarmente favorevole al rischio di ischemia.
Accanto a questi fattori patologici anche uno stile di vita poco sano (vita sedentaria, obesità), situazioni di stress, fumo e una certa predisposizione genetica possono costituire ulteriori fattori di rischio.
In caso di ischemia miocardica, il trattamento ha come obiettivo il ripristino del normale flusso di sangue al muscolo cardiaco. Quello di tipo farmacologico, opportunamente concordato col proprio cardiologo, prevede l’assunzione di farmaci come beta-bloccanti, aspirina, statine, nitrati o calcio-antagonisti.
Oltre al trattamento farmacologico, è necessario, in qualche caso, procedere per via chirurgica facendo ricordo ad un’ angioplastica, che attraverso l’utilizzo di un particolare catetere consente di diminuire il restringimento di un vaso sanguigno, o ad un’operazione di bypass coronarico che consiste nell’inserimento di un vaso coronarico alternativo a quello occluso, così da facilitare il flusso sanguigno. Dal momento che si tratta di un intervento chirurgico piuttosto delicato, si ricorre, in genere, a quest’ultimo solo in casi gravi di ischemia miocardica
Una diagnosi precoce e un corretto stile di vita possono, comunque, contribuire a prevenire il rischio di ischemia. Si raccomanda, in particolare, di evitare l’abuso di sostanze alcoliche e fumo, di attenersi ad un’alimentazione sana e di praticare una regolare attività fisica.
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