Con il termine Ischemia cerebrovascolare, si indica una conseguenza del mancato afflusso di sangue verso un distretto del corpo umano. Il sangue in circolo, fornisce all’interno del nostro apparato ossigeno e nutrienti, che rappresentano degli elementi vitali, per tanto un ridotto o assente afflusso può provocare la morte oppure una necrosi verso i distretti anatomici interessati dall’evento ischemico.
I sintomi
I sintomi dell’ictus sono variabili, e dipendono principalmente dall’aerea del cervello colpita, perché regioni differenti di essa, controllano parti del corpo diverse. Anche l’entità del danno è importante, perché più l’ictus è esteso, più drammatici o letali saranno le conseguenze che dovrà subire il paziente. Rientrano a far parte dei sintomi tipici tali avvenimenti: mal funzionamento del braccio destro o di quello sinistro, disturbi del linguaggio, ovvero il paziente iniziare ad incespicare, vertigini, confusione generale che gli impedisce di comprendere cosa dicono gli altri e cosa accade intorno ad esso, vista annebbiata o offuscata, forte mal di testa persistente, nausea, vomito, torcicollo e perdita della coscienza.
A causare l’ictus cerebrale è la rottura, o la chiusura, di un vaso cerebrale, ed dal danno conseguente verso le cellule cerebrali, dovuto alla mancanza di ossigeno, e dei nutrimenti che trasporta il sangue, ed inoltre dalla compressione causata dalla fuoriuscita del sangue da un vaso. Una delle caratteristiche principali di tale disturbo, è la sua insorgenza, che appare improvvisa e senza dolore. Nell’emorragia cerebrale si avverte molto spesso dolore alla testa e la sintomatologia tipica è la comparsa improvvisa delle forza fisica, il formicolio e la mancata sensibilità ad un arto, oppure solo uno di questi. In alcuni casi è possibile che il paziente lamenti difficoltà della comunicazione e della visione ottica solo da un lato. Tali sintomi possono comparire il più delle volte per pochi minuti, per poi scomparire completamente.
Esordio
L’ictus ischemico è uno degli eventi che causa maggiore disabilità tra le persone adulte, ed la causa principale di morte. Due terzi dei casi si manifestano sopra i 65 anni di età, ma tale disturbo può colpire anche persone giovani. Le conseguenze dell’ictus ischemico sono la perdita transitoria, o permanente, delle funzioni cerebrali, e molto dipende dal luogo esatto dove è avvenuto il danneggiamento strutturale interno del sistema nervoso centrale, determinato dalla riduzione del flusso di sangue, oppure dalla rottura di un vaso sanguigno. L’ictus ischemico può essere anche transitorio ed i sintomi che si manifestano tendono a scomparire entro 24 ore, ma il termine transitorio attualmente non viene più utilizzato nella medicina per indicare tale disturbo, ma semplicemente viene chiamato ictus. Quando si manifesta l’evento acuto, questo generalmente tende a colpire solo la parte destra o la parte sinistra del cervello, mostrando sintomi come la paralisi di un lato del corpo, la perdita della vista, la visione sdoppiata, difficoltà del linguaggio, vomito, vertigini e perdita della coscienza.
Malattia cerebrovascolare cronica
Una delle cause principali di morte nel mondo occidentale dopo i tumori e le malattie cardiache, sono le malattie cerebrovascolari. È stato possibile evidenziare, che la metà dei pazienti affetti da malattie neurologiche, mostrano altre patologie cerebrovascolari. Il termine malattia cerebrovascolare cronica, indica un’alterazione cerebrale che è scaturita da una processo patologico che ha colpito i vasi sanguigni, come le arterie ad esempio, oppure le arteriole, i capillari, le vene o i seni venosi. Le caratteristiche della lesione vascolare possono dipendere da fattori anatomo-patologiche dipese da una occlusione per mezzo di un trombo o di un embolo, oppure causati dalla rottura, provocando di conseguenza l’ ischemia oppure l’emorragia cerebrale.
Cos’è l’Apoplessia
L’apolessia è un evento clinico che consiste in una emorragia improvvisa che si manifesta in corrispondenza ad un tessuto oppure organo, causando nel paziente alterazioni gravi o la completa distruzione. Tendenzialmente tale termine, viene utilizzato nella maggior parte dei casi per indicare una emorragia cerebrale, conosciuta con il termine ictus, oppure colpo apoplettico. Con questa parola, si vuole indicare anche l’arresto improvviso delle funzioni cerebrali di un soggetto, che provoca a loro volta emorragia seguita da uno stato di coma. L’ictus però non solo di tipo emorragico, ma può essere anche ischemico, ovvero determinato da una riduzione improvvisa e drastica oppure dalla mancanza di flusso sanguigno a livello cerebrale. Per estensione, il termine apoplessia viene molto utilizzato per indicare anche altre patologie che scaturiscono emorragia, con la perdita delle funzionalità del tessuto interessato.
Ictus ischemico cerebrale
Le conseguenze dell’ictus ischemico cerebrale che colpisce il cervello, sono riconducibili al danno stesso provocato a causa dell’assenza di nutrimento dei neuroni, determinato dall’ostruzione di una arteria. Questo evento è molto grave per il nostro apparto, per questo il rischio di mortalità è molto alto nei primi 30 giorni ed anche entro il primo anno.
Una delle conseguenze più evidenti che si manifestano nel paziente colpito, è la paresi di metà del suo corpo, perché tendenzialmente questo disturbo colpisce un solo emisfero del cervello.
In base al lato dove è avvenuta l’ischemia, la conseguenza sarà emiplegia desta oppure sinistra, entrambe con le loro caratteristiche specifiche.
Un’altra conseguenza secondaria è la spasticità, ovvero la tendenza ad irrigidire la muscolatura restando contratto dopo uno sforzo eccessivo.
Ictus ischemico cerebrale e le sue conseguenze
Subito dopo l’evento traumatico, il paziente mostra flaccidità, ovvero la parziale o completa impossibilità del movimento di una sola metà del corpo. Una volta terminato l’ictus, l’organismo del paziente permetterà il risveglio dei circuiti nervosi, partendo da quelli più semplici come ad esempio i riflessi, fino a raggiungere quelli più elaborati e complessi. Possiamo affermare con certezza, che la spasticità si manifesta a seguito di un evento ischemico cerebrale e che tendenzialmente viene trattata con metodi riabilitativi inadeguati, che mirano al rinforzo dei circuiti più semplici ovvero i riflessi, tralasciando il recupero di quelli più elaborati e complessi.
Uno degli esempi più classici di riabilitazione inadeguata, è l’andamento falciante che persiste nel paziente emplegico. Queste sono le conseguenze dell’ischemia più evidenti, ovvero l’ipertono muscolare e l’emiparesi, aspetti su cui tendenzialmente viene concentrata l’attenzione terapeutica perché sono tangibili e misurabili.