Il virus respiratorio sinciziale umano, è un virus appartenente alla famiglia delle Paramyxoviridae, che provoca nell’uomo la bronchiolite e la polmonite infantile. Esso ha un genoma costituito da RNA a singolo filamento negativo, mentre la particella infettiva, si presenta con una forma eterogenea che possiamo ricondurre a due morfologie principali: la prima è una forma rotonda o reniforme con diametri variabile di 125-250 nm, la seconda è una forma filamentosa che ha una lunghezza pari a 10 μm.
Infezione nei neonati
Il virus respiratorio sinciziale, conosciuto anche con la sigla RSV, è un virus che può colpire le persone di qualsiasi età, ma l’incidenza purtroppo, rimane ancora oggi più elevata tra i neonati e bambini, rispetto alle persone adulte. Negli adulti e nei bambini che non mostrano patologie, il virus respiratorio sinciziale determina la comparsa di sintomi molto simili ad un raffreddore, mentre nei neonati, può determinare la comparsa di reazioni più gravi. Nella maggior parte dei casi, tale patologia non causa danni irreversibili, ma può comportare una serie di problematiche polmonari.
Il virus respiratorio sinciziale, è il maggiore responsabile di infezioni polmonari e delle vie respiratorie nei neonati. Attualmente questa malattia sembra colpire ogni anno negli Stati Uniti circa 125.000 bambini entro il primo anno di vita. L’associazione March of Dimes ha evidenziato la comparsa di tale virus tra il mese di ottobre e quello di marzo.
Bronchiolite provocata da infezione da virus respiratorio sinciziale
La bronchiolite è una patologia infettiva acuta che colpisce le vie aeree inferiori ed è altamente contagiosa. Essa è caratterizzata principalmente dalla comparsa di edema e muco nelle vie aeree, e sembra avere una correlazione con il virus respiratorio sinciziale, specialmente nella prima infanzia e successivamente in età adulta provocando episodi di asma. In basi ai dati riportati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stato possibile evidenziare come ogni anno in tutto il mondo si manifestano 150 milioni di casi nuovi di bronchiolite, ed il 75% di essi, è provocato dal virus respiratorio sinciziale. Il 70% dei bambini nel mondo, contrae tale malattia nel primo anno di vita, e nei paesi in via di sviluppo, è attualmente la seconda causa di mortalità seconda alla malaria. Negli ultimi 10 anni, il tasso di ospedalizzazione per bronchiolite da virus respiratorio sinciziale è aumentano di circa il 3%, e vengono colpiti come abbiamo già accennato, soprattutto i bambini nati prematuri e quelli colpite da malattie associate alla respirazione.
Vaccino
Tra le misure preventive più efficaci attualmente per contrastare il virus respiratorio sinciziale, troviamo la vaccinazione. Oggi la nuova frontiera della vaccinazione anti-RSV è caratterizzata dallo sviluppo di vacini vibi attenuati e vaccini inattivati a subunità. Nel primo caso abbiamo una misura preventiva molto efficacie, perché permette di ovviare alla problematica dell’instabilità spesso connessa ai vaccini anti virus respiratorio sinciziale. Per ottenere un profilo stabile di immunogenicità e sicurezza specie nella prima infanzia, sono necessari ulteriori studi. Attualmente un nuovo filone di ricerca si sta dedicando alla realizzazione di vaccini a subunità virale da somministrare alle donne nel periodo della gestazione. La sola strategia preventiva che abbiamo a disposizione oggi, è l’immunoprofilassi passiva con Palivizumab, particolarmente indicata nei bambini ad alto rischio.
Diagnosi
Gli esami di laboratorio ai fini della diagnosi d’infezione del virus respiratorio sinciziale sono diversi, ma quello che viene più utilizzato è il test diagnostico rapido, che serve principalmente a determinare la comparsa o mene della presenza dell’antigene RSV tramite le secrezioni nasali di un paziente. Il tampone nasale si esegue nell’ambulatorio medico ed una volta completato, viene inviato al laboratorio analisi e generalmente dopo solo circa un’ora, si hanno i risultati a disposizione. In presenza di esame diagnostico negativo, il medico può richiedere al paziente una coltura virale delle secrezioni, oppure far eseguire al soggetto un test sensibile, che si basa su tecnologie genetiche, e che evidenzia la presenza del virus respiratorio sinciziale tramite esami del sangue.
Trattamento
Il virus respiratorio sinciziale, come ci suggerisce la parola stessa, essendo appunto un virus non può essere trattato mediante la somministrazione di antibiotici. Nella maggior parte dei casi, specialmente nei bambini più grandi, la sintomatologia è molto simile ad una semplice influenza stagionale, caratterizzata da raffreddore, per questo molti casi, tendono a risolversi in maniera spontanea, senza l’impiego di nessun trattamento farmacologico specifico. Il riposo ed il consumo di abbondanti liquidi, possono aiutare i bambini a guarire a questa malattia, ed inoltre è possibile aspirare con una siringa a bulbo il muco presente nel naso, in maniera tale da poter alleviare la congestione nasale nei neonati. Quando l’infezione colpisce bambini molto piccoli, questa può provocare polmonite o bronchiolite e di conseguenza sarà necessari somministrare un trattamento a base di liquidi per endovena e se necessario umidificare l’ambiente e somministrare ossigeno con apparecchiatura per la respirazione assista nei casi più gravi.
Il virus respiratorio sinciziale del bovino, è un virus che appartiene alla famiglia delle Psramixoviridae, della sottofamiglia Pneumovirinae e al genere Pneumovirus, e risulta essere in base all’antigene, correlato con il virus respiratorio sinciziale che colpisce l’umo, ovvero la principale malattia respiratoria che colpisce i bambini. Le proteine colpevoli del virus sono il Nucleocapsid protein, ovvero il responsabile della trascrizione e della replicazione virale, e la Attachment Glycoprotein, ovvero responsabile dell’adesione da parte della cellula ospite, ed infine la Fusion Glycoprotein che causa la fusione delle membrane cellulari. Quando tale virus colpisce l’animale, esso è responsabile di una grave forma di malattia respiratoria subclinica, oppure acuta in forma lieve o acuta in forma grave. È presente inoltre un quadro respiratorio a due fasi, caratterizzato principalmente da un esordio di lieve entità seguito successivamente da una remissione della sintomatologia alla quale succede in tempi brevi una forma più grave. Proprio come accade nelle virosi respiratorie, è molto frequente l’insorgenza secondaria di complicazioni da parte di batteri a tropismo respiratorio, che determinano la classica forma di broncopolmonite.