Il Rotavirus come ci suggerisce la parola stessa, è un virus presente nell’ambiente, e si suddivide in 6 differenti specie ed è la causa principale della gastroenterite virale che si manifesta nei neonati ed i bambini con età al di sotto dei 5 anni. Nei bambini molto piccoli, ovvero che hanno dai 6 ai 24 mesi, la patologia si manifesta con scariche di diarrea molto severa che determina anche la disidratazione.
Tale virus esiste sotto forme differenti, ma la sua pericolosità si esprime solo quando è provocato da Rotavirus A, ed anche da quelli B e C in misure minori. Una volta contratto tale virus, questo non determina nel paziente immunità, anche se le eventuali infezioni che si possono contrarre nel corso della vita ed in età più adulta, si manifestano in forma più leggera. Il Rotavirus nei paesi occidentali non è una malattia che conduce i pazienti alla morte, ma può manifestarsi con complicanze severe specialmente nelle persone anziane ed in quelle che hanno un sistema immunitario compromesso. Al contrario nei paesi del sud del mondo, le infezioni da Rotavirus causano ogni anno il decesso di 600 mila bambini.
Come si trasmette il Rotavirus
La via di trasmissione principale del Rotavirus è quella oro-fecale, anche se in alcuni casi, la diffusione del virus può avvenire sia per contatto che per via respiratoria. Essendo un virus stabile nell’ambiente, la trasmissione può avvenire mediante l’ingestione di cibo o acqua contaminata, oppure tramite contatto con superfici contaminate. La malattia si diffonde in particolar modo negli ambienti come asili e scuole, tramite la contaminazione delle mani, e possiamo affermare che è la forma più diffusa. In presenza di ristorazione collettiva come le mense ad esempio, il Rotavirus può contaminare cibi che non sono destinati alla cottura, se maneggiati da un operatore o addetto che ha contratto il virus, come ad esempio verdure, insalata, frutta, senza essersi lavato accuratamente le mani.
Epidemiologia del Rotavirus
L’infezione da Rotavirus può manifestarsi in diversi luoghi contemporaneamente, ed è una forma endemica, anche se tale patologia viene associata nella maggior parte dei casi a delle vere e proprie epidemie. In tutti i paesi con clima temperato, essa si manifesta con una stagionalità caratteristica, dove ha un picco nel periodo invernale, a differenza dei paesi Tropicali, anche se possono manifestarsi dei picchi di incidenza, l’infezione è presente in tutto l’anno. Il paziente può trasmettere la malattia mediante le feci infette anche dopo l’arresto della diarrea per altri 2 o 5 giorni. Il Rotavirus possiede due proteine presenti nella struttura esterna del capside, che vengono utilizzati per classificare i sierotipi ed i genotipi. Tali proteine prendono i nome di glicoproteina VP7 (G) ed emoagluttinina proteasi sensibile VP4 (P). Nella maggior parte dei casi di gastroenterite da Rotavirus, questa viene associata ai sierotipi G1, G2, G3 e G4.
Sintomi e diagnosi nell’infezione da Rotavirus
L’infezione da Rotavirus ha un incubazione di circa due giorni, ed una volta trascorsi, iniziano a manifestarsi i primi sintomi, ovvero febbre alta, disturbi gastrici e vomito e diarrea liquida per 3 o 8 giorni. Quando la patologia si manifesta in forma leggera, ed è anche la diarrea è nella forma blanda, l’infezione tende a guarire in maniera spontanea, senza la necessità di un trattamento farmacologico. Una diarrea in forma acuta, può provocare disidratazione molto grave all’organismo del malato, una condizione fisica che rischia di essere letale se non viene tratta tempestivamente e con la somministrazione di farmaci adeguati. La diagnosi per comprendere se una persona è realmente affetta da infezione da Rotavirus, viene eseguita andando a ricercare gli agenti specifici di tale virus, mediante la ricerca su campioni fecali prelevati al paziente ed analizzati successivamente. Analisi immuno-enzimatici oppure molecolari possono essere eseguiti per visualizzare il ceppo coinvolto, anche se tale ricerca non è una pratica che viene effettuata comunemente.
Prevenzione e trattamento per l’infezione da Rotavirus
Attualmente non esistono delle misure preventive vere e proprie per eliminare totalmente l’infezione da Rotavirus oppure per scongiurare la diffusione. Un metodo potrebbe essere lavarsi accuratamente le mani con saponi detergenti, che non uccidono il virus, ma possono limitare la sua diffusione. Per quanto riguarda la prevenzione della sintomatologia diarroica, tendenzialmente è fondamentale che in casa ci sia una buona condizione igienica, come anche nelle scuole e negli asili ed in tutti gli ambienti collettivi dove vivono un numero considerevole di persone tra cui quelli soggetti a rischio, come le persone anziane oppure coloro che hanno le difese immunitarie compromesse. Una volta contratto l’infezione da Rotavirus, i pericolo maggiore che corre il malato, è quello di sviluppare una diarrea in forma grave con la conseguente disidratazione, specialmente quando la patologia colpisce gli anziani ed i bambini molto piccoli. L’organismo del malato in questo caso, perde numerose quantità di liquidi e di sali minerali che non riesce più a reintrodurre nell’organismo. La disidratazione si manifesta con una sintomatologia chiara, ovvero con riduzione sostanziale della minzione, eccessiva sete, secchezza della bocca e sonnolenza insolita ed improvvisa. Quando l’infezione da Rotavirus colpisce un bambino, generalmente questo necessita del ricovero ospedaliero, in maniera tale da poter reintrodurre nel suo organismo tutti i liquidi persi con la diarrea, tramite endovenosa, oppure mediante la reidratazione per via orale per compensare la perdita di liquidi e di sali minerali.
Vaccino per le infezioni da Rotavirus
Nel 1998, negli Stati Uniti è stato messo a disposizione un vaccino da somministrare per via orale solo ai neonati, in grado di prevenire la comparsa dell’infezione da Rotavirus. Attualmente tale farmaco è stato ritirato dal commercio perché responsabile della comparsa di alcune complicanze a livello intestinale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2000 ha lanciato un programma per lo sviluppo e la ricerca di ulteriori vaccini in maniera tale da poter ridurre lo sviluppo della malattia nei paesi poveri e sottosviluppati. In moltissimi paesi si stanno sviluppando nuovi vaccini, e nel 2006 un nuovo vaccino è stato approvato sia in Europa che negli Stati Uniti, e permette di immunizzare tutti i bambini a partire dalla sesta settimana di vita.