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L’infezione da MRSA è di natura batterica umana, determinata da ceppi appartenenti alla famiglia dello Staphylococcus Aures, particolarmente resistenti alle cefalosporine ed alle penicilline. Tale patologia tende a colpire principalmente i malati ricoverati in strutture ospedaliere, anche se negli ultimi anni, la malattia sembra diffondersi sempre più anche in persone non ospedalizzate, in particolare tra quelle che trascorrono gran parte del loro tempo a diretto contatto con altre persone. I soggetti più colpiti al di fuori degli ospedali sono tendenzialmente coloro che frequentano palestre, scuole, circoli, carcerati e tutte le strutture dove vi fanno parte una gran numero di persone. La sintomatologia che si manifesta in presenza di MRSA è molto variabile, e può dare origine a foruncoli, ascessi, e cellule infettive con febbre, brividi, setticemia ed endocardite. Il trattamento farmacologico, si basa principalmente sulla sintomatologia che manifesta il paziente e sui risultati degli esami colturali.
Per comprendere se un paziente ha una infezione da MRSA, il primo esame da effettuare è quello colturale, tramite un campione di sangue, ovvero l’emocoltura, oppure tramite le urine, ovvero urinocoltura o delle cellule o espettorato. Successivamente a tali esami, viene svolto l’antibiogramma, ovvero lo svolgimento di un test di sensibilità di un microrganismo, che in questo caso specifico è appunto lo Staphylococcus Aureus, verso uno o più antibiotici. Il giusto trattamento in presenza di tale patologia, dipende principalmente da tre fattori:
1. Il primo fattore determinante è il sito d’infezione, ovvero se è limitato alla pelle, oppure se si è esteso al sangue o a qualche tessuto interno dell’organismo.
2. Il secondo fattore, è la sensibilità verso l’antibiotico che ha mostrato il ceppo MRSA responsabile della patologia.
3. Il secondo fattore, è la gravità della sintomatologia che mostra il paziente.
Per prevenire la comparsa infezione da MRSA, bisogna prestare attenzione ad alcuni semplici accorgimenti:
In presenza di lesioni della cute, è buona norma bendare la zona interessata con garze sterili, fino alla completa guarigione. Se accidentalmente è stata toccata con le mani la parte infetta, bisogna lavarle tempestivamente, ed evitare l’impiego di garze già utilizzate, che andrebbero gettate negli appositi contenitori per i rifiuti speciali.
Come abbiamo descritto, gli esami per identificare i ceppi dell’MRSA sono quelli colturali o quelli molecolari, che rilevano l’agente patogeno e quelli in grado di conferire la resistenza a determinati antibiotici. Alcuni test prevedono la raccolta di un tampone nasale mediante l’inserimento di questo nelle narici del paziente, e la crescita colturale, ovvero il campione viene posto in un terreno di crescita incubato, e successivamente analizzato per la rilevazione delle colonie MRSA. Il tampone può essere effettuato anche in altre zone infette del corpo, e permette di rilevare nell’arco di uno o due giorni la presenza o meno del ceppo batteriologico. Grazie ai metodi molecolari, è possibile evidenziare in pochissime ore la presenza di un ceppo MRSA, in maniera tale da poter somministrare al malato un trattamento idoneo e tempestivo se necessario. Per eseguite tale test, viene raccolto un campione con le procedure di cui sopra, e viene analizzata la presenza o meno di un marcatore genetico, oppure ad un relativo gene, in grado di determinare la resistenza verso la Meticillina, Oxaciclina, Nafcilina e Dicloxacillina.
Il test per comprendere se un paziente è affetto o meno da MRSA, viene prescritto nel caso in cui, la sua condizione clinica, voglia essere sorvegliata da parte del personale medico, per valutare una potenziale colonizzazione di MRSA, non solo presente in esso, ma anche in uno o più dei suoi familiari. Se in presenza di un gruppo ristretto di persone, si verifica un numero elevato di infezioni, tutti quanti i componenti possono essere sottoposti a tale screening, come ad esempio i soggetti facente parte di una squadra di calcio, oppure i residenti di una casa di cura, gli operatori sanitari, gli alunni di una determinata classe ecc… Può capitare inoltre, che il test potrebbe essere effettuato su un campione di un soggetto precedentemente trattato con farmaci a causa di una infezione da MRSA, o in presenza di sepsi da MRSA, con lo scopo di valutare l’efficacia del trattamento effettuato.
Il termine MRSA, è l’abbreviazione di Staphylococcus Aures resistente alla Meticillina. Tale ceppo batteriologico, come abbiamo accennato, ha sviluppato una particolare resistenza agli antibiotici, che vengono comunemente somministrati in pazienti affetti da infezioni generali causati dalle stafilococco. Lo stafilococco è un genere di batterio Gram-Positivo, che ricopre circa trenta di due specie e di otto sotto-specie sotto la sua competenza. Tali batteri sono generalmente innocui, e si possono trovare ovunque, ovvero sulla pelle o sulla mucosa di altri organismo, e vanno a formare una componente piccolissima della flora batterica microbica del terreno, e sono presenti in tutto il mondo. Nonostante questo però, alcune volte possono causare nelle persone delle malattie importanti, in grado di provocare a loro volta determinate tossine. In poche parole possiamo affermare che l’infezione da MRSA è una delle cause più comini di intossicazione alimentare, perché essa può crescere e svilupparsi anche in determinati alimenti. La persona affetta da tale disturbo, deve tempestivamente rivolgersi dal proprio medico oppure al primo soccorso più vicino, per evitare in questo modo sia l’espandersi della patologia, che il contagio ad altre persone.
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