L’infezione può generarsi nella sottomucosa nasofariangea e provocare nel malato otite di media entità, sinusite, bronchite ed anche polmonite.
L’Haemophilus influenzale di tipo B è molto pericolosa quando viene contratta in età pediatrica, proprio per questo, prima che introducessero la vaccinazione, il microrganismo in questione, rappresentava la causa più frequente di meningite batterica che colpiva i bambini dai 2 ai 5 anni di età. L’infiammazione delle meningi provocata da Haemophilus, rappresenta la forma medica più grave di tale infezione, perché può determinare nel malato danni importanti ed handicap, localizzati principalmente nel sistema nervoso centrale, ovvero causando sordità, cecità, difficoltà di apprendimento e di sviluppo e danni cerebrali in genere. L’influenza di tipo B è molto rara nella persona adulta con età superiori ai 27 anni. Nella meningite purulenta provocata da Heamophilus Influenzae, l’esordio della sintomatologia è tendenzialmente brusco, anche se la malattia tende ad esordire con sintomi che interessano l’apparato respiratorio superiore, ovvero la rinofaringite, oppure bronchi provocando polmonite, o ancora otite, tutte manifestazioni che se non trattate tempestivamente, possono condurre il patogeno verso le vie ematiche e provocare la setticemia. I sintomi iniziali della meningite sono rappresentati da: difficoltà della respirazione, dolore alla gola, dolore durante la deglutizione e produzione eccessiva di saliva.
Infezioni da ceppi Haemaphilus negli adulti
Come abbiamo introdotto precedentemente, i ceppi capsulati del sierotipo B, tendono principalmente a colpire in età pediatrica, ma vi sono dei ceppi non tipizzabili molto comuni nelle persone adulte, che interessano in particolar modo i soggetti con difese immunitarie compromesse, ovvero chi soffre di AIDS, chi segue emodialisi, oppure coloro che sono affetti da bronchite cronica ostruttiva o da altre pneumopatia di origine cronica. Co molta frequenza i ceppi non tipizzabili sono presenti nelle vie respiratorie dei malati di fibrosi cistica, durante gli episodi di esacerbazione della patologia. L’infezione può localizzarsi sia nelle vie aeree che nell’orecchio, provocando di conseguenza otite di entità media, tonsillite, sinusite in fase acuta, mal di gola da faringite, tracheite, tracheobronchite, bronchite cronica, polmonite, pleurite, oppure può manifestare la stessa sintomatologia, quando la stessa patologia è provocata da agenti eziologici come batteri e virus di altre specie. Tali infezioni da Haemophilus nell’adulto, tendenzialmente hanno una carattere purulento, quindi alla patologia si associa la produzione di pus.
Come si diagnostica e qual’è la terapia per l’infezione da Haemophilus di tipo B
Di fronte al sospetto clinico di infezione da Haemophilus di tipo B, è necessaria la conferma batteriologica, ovvero tramite esame colturale che si effettua sul campione biologico che rispecchia al meglio la localizzazione del focolaio infetto. Questo può essere aspirato dai seni nasali ad esempio in presenza di sinusite,oppure catarro o espettorato in presenza di affezioni della vie respiratorie, liquido cerebrespinale e sangue per sospetta meningite purulenta, aspirato mediante timpanocentesi in presenza di otite di media entità e per l’artrite il campione di sangue ed aspirato articolare. Oggi il trattamento per le infezioni provocate da Haemophilus influenzae di tipo B è basato principalmente sulla somministrazione di cefalosporine di terza generazione, ovvero Ceftriazone 2g/die per le persone adulte, e Cefotaxine 2g da somministrare tre volte al giorno. Nei casi più gravi dove vi è la comparsa di meningite purulenta, la scelta della cura sarà basata su farmaci elettivi. La durata della terapia va da un minimo di 7 giorni ad un massimo di 14 e portata a termine anche in assenza di un netto miglioramento. Nei casi meno gravi, la cura farmacologica si basa sulla somministrazione di antibiotici come l’Ampicillina ed il Sulbactam, oppure cefalosporine di seconda generazione, ovvero Cefaclor, Cefamandolo e Cefuroxime ed anche quelli di terza generazione come il Fluorochinoloni.
Vaccino per la prevenzione delle infezioni da Haemophilus
Da qualche anno a questa parte, ai fini preventivi, sono disponibili dei vaccini specifici costituiti da polisoaccaride capsulare di Haemophilus influenzae di tipo B, generalmente combinati con ulteriori componenti, utili ad assicurare l’immunità anche verso altre patologie, come la difterite, il tetano, la pertosse, le epatite di tipo B e la poliomielite. La prima vaccinazione avviene tendenzialmente all’età di due mesi, per poi effettuare altre tre vaccinazioni: la prima al quarto mese di vita, la seconda a sei mesi ed infine l’ultima tra i 12 ed i 18 mesi. Una volta completato l’intero ciclo di vaccinazione, il siero riesce a proteggere da tale patologia nel 95% dei bambini con gravi infezioni, mentre contrariamente, risulta essere inefficace per la prevenzione di meningiti provocate da altri batteri. In caso di contatto con persone infette, i bambini e gli adulti che non hanno ancora manifestato la sintomatologia dell’infezione da Haemophilus, possono essere trattati mediante una chemioprofilassi attraverso la somministrazione di Rifampicina.
Tampone faringeo per l’Haemophilus influenza di tipo B
Il tampone faringeo, è un esame diagnostico utile per la ricerca dei microrganismi responsabili della faringite provocata in questo caso dall’Haemophilus, che tutti noi chiamiamo comunemente mal di gola. Tale esame si esegue introducendo un bastoncino cotonato, molto simile al cotton-fioc, nella gola del paziente e poi strofinato delicatamente tramite movimenti circolari. Inizialmente il bastoncino viene a contatto con le tonsille e successivamente con la mucosa posteriore della faringe, ovvero zone in cui si annidano i microrganismi responsabili della faringite, avendo cura nell’evitare il contatto con altre mucose del cavo orale. Una volta eseguito, viene portato in laboratorio ed esaminato con appositi reagenti anticorpali, in maniera tale da poter effettuare una diagnosi istantanea.
Come si esegue la ricerca dei microrganismi nel tampone faringeo
Una volta raccolte le cellule con il tampone, queste vengono fatte riprodurre in un terreno di coltura, che contiene al suo interno tutti gli elementi necessari per la crescita e lo sviluppo del microorganismo ricercato. Dopo aver ottenuto una popolazione di cellule sufficientemente ampia, tutte le colonie vengono utilizzati per effettuare una diagnosi ed eventualmente la terapia ideale da somministrare la malato, valutando in questa maniera la sensibilità verso vari tipi di antibiotici. Una volta ottenute tutte le informazione necessarie, sarà il medico a scegliere per il paziente il trattamento che assicuri la eradicazione totale del patogeno, evitando in questa maniera la selezione dei microorganismi resistenti agli antibiotici.