La glicemia è la quantità di glucosio presente nel sangue. Cerchiamo allora di comprendere quali siano i valori “normali” della glicemia a digiuno, e in che modo poter tenere sotto controllo eventuali forme di diabete.
Glicemia a digiuno
I valori della glicemia a digiuno Glicemia e dimagrimento si attestano normalmente intorno a 60-75 mg/dl mentre nella fase postprandiale salgono a 130-150 mg/dl. Valori notevolmente più elevati di quelli di cui sopra potrebbero essere la spia di uno stato di diabete.
In ogni caso, è bene ricordare in questa fase che il nostro organismo possiede un sistema di autoregolazione che permette di mantenere relativamente costante la glicemia durante l’intero arco della giornata.
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Mantenere costante la glicemia è d’altronde estremamente importante per poter assicurare il normale apporto energetico al proprio cervello: contrariamente ad altri organi, infatti, il nostro cervello non può immagazzinare riserve di glucosio, e pertanto dipende dalla disponibilità diretta. Valori troppo bassi o troppo alti di glicemia, possono quindi essere dannosi e comportare conseguente piuttosto gravi come il coma, o il diabete.
Ma in che modo viene regolato il livello di glicemia?
Il livello di glicemia nel nostro sangue è mediato dall’azione dell’insulina e del glucagone. L’insulina è un ormone ipoglicemizzante che contribuire a abbassare la glicemia; il glucagone ha invece esattamente l’effetto contrario. Per cercare di comprendere in che modo agiscano i due elementi, compiamo un piccolo esempio.
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Dopo un pasto abbondante la glicemia tende a salire a causa delle grandi quantità di glucosio che l’intestino riversa in circolo. L’innalzamento di tali livelli glicemici stimola la secrezione di insulina, che con la sua azione riporta la glicemia a livelli normali. Dopo qualche ora di digiuno la glicemia tende ad abbassarsi a causa del passaggio del glucosio dal circolo ai tessuti, riconducendo – come abbiamo visto qualche paragrafo fa – il valore della glicemia a digiuno nei canoni della normalità.
A sua volta, un abbassamento dei livelli glicemici stimola la secrezione di glucagone, un ormone che riporta la glicemia a valori normali. Il meccanismo di autoregolazione funziona – appunto – automaticamente e continuamente, garantendo al nostro corpo un livello di salute ottimale.
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Quando la glicemia a digiuno può definirsi alterata?
L’alterata glicemia a digiuno è una condizione in cui i livelli di glucosio di sangue, dopo otto ore di digiuno, superano il limite di normalità rimanendo comunque al di sotto del livello di diabete. Un simile riscontro è comunque un campanello d’allarme, tant’è vero che spesso si parla di “prediabete”.
Ad ogni modo, ricordava il sito my-personaltrainer.it, è bene sottolineare come “l’alterata glicemia a digiuno (IFG) non va confusa con l’alterata tolleranza al glucosio (IGT), anche se le due condizioni possono coesistere. La diagnosi di IGT viene posta attraverso il cosiddetto carico orale di glucosio, in cui si registra nel tempo la risposta glicemica del paziente all’ingestione di 75 grammi di glucosio sciolti in acqua; se dopo due ore i livelli di glucosio nel sangue sono superiori a determinati valori soglia (>140 mg/dL ma inferiori a 200 mg/dL), si parla di IGT. Tale condizione presenta un maggior rischio di evoluzione in diabete conclamato rispetto all’IFG ed è per questo che dopo il riscontro di un’alterata glicemia a digiuno molto spesso il medico indirizza il paziente verso un test da carico orale di glucosio”.
Gli stati che invece vengono definiti come prediabetici sono contraddistinti sia dalla ridotta tolleranza glucidica (IGT) che dall’alterata glicemia a digiuno (IFG). Per le linee guida del WHO, si può pertanto parlare di alterata glicemia a digiuno quando i livelli glicemici misurati su un piccolo campione ematico venoso, prelevato dopo un digiuno da almeno 8 ore (solo l’acqua è concessa), risultano superiori o uguali ai 110 mg/dL (6.1 mmol/L), ma comunque inferiori ai 126 mg/dL (6.9 mmol/L, che sono patognomici del diabete).
Cosa fare in caso di alta glicemia a digiuno
In caso di alta glicemia a digiuno il vostro medico saprà certamente consigliarvi la “ricetta” migliore, fermo restando che una semplice correzione degli stili di vita potrebbe tutto alla normalità. Per quanto ad esempio concerne l’attività fisica, le linee guide ministeriali sottolineavano come l’esercizio fisico possa svolgere un ruolo importante nel miglioramento del controllo metabolico attraverso la modulazione della sensibilità dell’organismo all’insulina e l’aumento dell’utilizzazione periferica del glucosio. Inoltre, l’esercizio fisico consente di conservare o migliorare le prestazioni cardiovascolari per prevenire o ridurre le complicanze vascolari, sottolineando che è quindi importante che si tratti di un’attività costante, prevalentemente aerobica, che permetta di regolare il fabbisogno calorico.
È inoltre probabile che il vostro medico possa suggerirvi un cambiamento di dieta, con opportuna contribuzione degli elementi nutrienti quali i carboidrati, che rappresentano la principale fonte di energia, costituendo il 55-60% della quota calorica giornaliera, da adattarsi sulle abitudini nutrizionali, sulla condizione clinica e sul quadro lipidico.
Per quanto invece attiene i grassi, nell’uomo adulto il contenuto nella dieta dovrebbe essere inferiore al 30%, e meno del 10% delle calorie per i grassi saturi. Fondamentale sarà l’apporto delle proteine, che rappresentano un apporto importante per il bilancio energetico, ma, soprattutto, per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento del pool proteico dell’organismo. Ancora, le linee guida sottolineano come un alto contenuto in fibre della dieta potrebbe migliorare il controllo metabolico, contribuendo a una riduzione dei livelli glicemici e lipidici, e per cui si raccomanda un apporto intorno a 0,5 gr/kg/die che si può ottenere utilizzando alimenti che ne sono ricchi specie in fibre solubili particolarmente attive nel modulare l’assorbimento intestinale del glucosio, ma anche dei grassi.