Il glaucoma è una malattia tipica dell’occhio e la principale causa di cecità in età avanzata. Solo in Italia ne soffrono circa due milioni di persone e sono tanti quelli che per molto tempo non si rendono conto di soffrirne. I sintomi infatti non sempre si manifestano e l’unico segnale d’allarme che porta le persone a rivolgersi al medico è il peggioramento della vista.
Il problema è proprio questo. Il glaucoma presentandosi spesso senza sintomi nella fase iniziale non viene preso in tempo e questo porta alla perdita finale della vista. In ogni caso se viene eseguita una diagnosi precoce, è possibile adottare le giuste terapie così da bloccarne l’evoluzione e ridurre al minimo i danni alla vista.
Sintomi e cause del glaucoma
Il glaucoma si riconosce perché porta al lento ma progressivo restringimento del campo visivo. All’inizio interessa la visione laterale e questo fa si che passi inosservato. Solo quando la lesione delle fibre nervose è tale da provocare la perdita quasi totale della vista la persona se ne accorge. Per il resto non ci sono altri sintomi.
Per quanto riguarda invece la causa è l’aumento della pressione endoculare. In pratica all’interno del bulbo c’è un liquido simile all’acqua, si occupa di nutrire le strutture oculari circolando continuamente e uscendo per delle vie di deflusso.
Quando le vie di deflusso si ostruiscono, ecco che non viene eliminato correttamente però comunque l’occhio continua a produrlo. Il risultato è che aumenta la pressione all’interno del bulbo, superando i 14-16 mmHg. Quando tale aumento dura a lungo arriva a danneggiare il nervo ottico, fondamentale per trasmettere le informazioni della vista al cervello.
Vi sono ovviamente dei fattori di rischio, che rendono alcune persone più predisposte rispetto ad altre. Per esempio è una patologia ereditaria, il rischio di svilupparlo è più alto dopo i 40 anni, anche se comunque è dopo i 60 anni che si sviluppa una possibilità più concreta.
Tra le malattie che aumentano il rischio di soffrire di glaucoma troviamo: ipertensione oculare, miopia, diabete ed emicrania. Non solo, aumentano il rischio anche i traumi oculari e l’uso prolungato di diversi farmaci in particolar modo i cortisonici.
Esistono quattro principali forme di glaucoma. Vediamole:
- Glaucoma primario ad angolo aperto: è il glaucoma cronico più comune. Ha una progressione piuttosto lenta e coinviolge la visione periferica. E’ tipico dell’età avanzata.
- Glaucoma ad angolo chiuso: è un po’ meno frequente e può verificarsi sia nella forma cronica (con uno sviluppo piuttosto lento) e una forma acuta (con uno aviluppo rapido). In quest’ultimo caso si può presentare con un forte dolore causato dalla pressione oculare che aumenta all’improvviso. Tra gli altri sintomi troviamo la comparsa di vomito e nausea, ma anche visione sfocata e la visione di aloni attorno alle luci. Colpisce soprattutto gli adulti ed è meno comune rispetto al primario ad angolo aperto.
- Glaucoma secondario: questo tipo di glaucoma in verità si presenta come conseguenza di alcune malattie, come può essere per esempio l’ipertensione arteriosa, patologie endocraniche, tumori oculari e il diabete. Oppure a causa di alcuni farmaci come i cortisonici o alcune ferite o traumi che portano alla chiusura dell’angolo.
- Glaucoma congenito: è piuttosto raro, ne soffrono i neonati e i bambini piccoli. Si parla di 1 caso su 30.000 ed è causato da un’anomalia dell’occhio che provoca fotofobia e lacrimazione eccessiva.
Come curare il glaucoma
Il glacoma sicuramente è meglio prevenirlo, perché grazie ai giusti farmaci è possibile bloccare o comunque limitare la malattia. In questo modo si possono evitare diversi danni importanti. Già con i quarant’anni l’ideale è sottoporsi a una visita medica e ripeterla poi ogni due anni.
Di solito è possibile gestire il glaucoma attraverso l’uso dei farmaci. Ci sono infatti colliri beta bloccanti e prostaglandine che sono efficienti perché abbassano la pressione oculare e aiutano quindi a gestire la situazione. Chi soffre di asma e malattie cardiache non può utilizzarli, in questo caso occorre individuare una via alternativa. Inoltre le prostaglandine tendono ad abbassare la pressione senza però portare a effetti collaterali.
Non sempre però i farmaci sono sufficienti. In questo caso è possibile ricorrere alla chirurgia. I chirurgi possono adottare tecniche differenti in base al tipo di glaucoma. Per esempio quando è possibile vengono utilizzati moderni laser all’interno dell’ambulatorio che permettono di correggere il problema. Altrimenti c’è l’intervento tradizionale che riduce la pressione interna all’occhio permettendo così di sospendere o ridurre la terapia farmacologica. Di solito comunque la chirurgia viene riservata solo a chi non hanno altre possibilità per guarire.